Tutto quello che l’uomo fa, pensa e dice, crea un movimento di attività che conduce al bene oppure al male. Chi ha fatto male deve affrettarsi a ripararlo eliminando le sue colpe per mezzo del ravvedimento e dell’ammissione nella confessione e nella consacrazione alla penitenza. Altrimenti costui potrà solo difficilmente, oppure proprio per niente, cambiare il suo sviluppo terreno. Spesso le malattie e le sofferenze sono la conseguenza della mancanza del ravvedimento nel profondo della coscienza. Io ho sentito questo spesso fisicamente, trasmessomi dalle malattie e dalle sofferenze di alcune persone. Mi è stato sempre mostrato che la colpa rimasta senza pentimento e senza conciliazione ha una conseguenza incalcolabile. Così di conseguenza ci sono i luoghi maledetti dove furono consumate grandi colpe. Questi luoghi sono riconoscibili dalla naturale avversione che si prova appena si entra in loro contatto.
Vidi le punizioni di alcuni peccati susseguirsi e trasmettersi fino agli ultimi discendenti, come qualcosa di naturalmente necessario. Come la maledizione maledice, la benedizione benedice e il sacro santifica. Personalmente sono molto sensibile alla benedizione e alla maledizione, al sacro e al profano; mentre il sacro mi attira, ed io lo seguo senza resistenza, il profano mi respinge, mi fa paura e mi desta orrore. Devo combatterlo con la fede e la preghiera. Particolarmente chiara mi si manifesta questa sensibilità quando entro in contatto con i corpi dei defunti e le ossa degli esseri umani. Una volta mi fu sufficiente il contatto con pochissima polvere dei resti di un corpo per entrare in rapporto con la sua anima. Esiste una certa relazione tra tutte le anime e i loro resti mortali; vidi chiaramente questi resti nelle più differenti condizioni ed aspetti durante le mie contemplazioni sulle tombe e cimiteri. Infatti ebbi la percezione che le ossa dei resti di alcuni defunti emanassero una luce da cui fluiva benedizione e guarigione; da altre invece ricevetti differenti gradi di miseria e bisogni e perciò sentii la necessità di supplicare, pregare e offrire penitenze per ottenere aiuto ed intercessione per loro. Presso alcune tombe poi ricevetti la percezione di orrore e spavento. Quando pregavo durante la notte nel cimitero, ricevevo da tali tombe un sentimento di orrore più oscuro della notte stessa.
Alcune volte vedevo qualcosa di nero e straziante salire da queste tombe che mi faceva rabbrividire. Quando cercavo di penetrare in queste tenebre, per recare soccorso a queste anime, finivo per venire respinta da una forza ignota, come se queste punizioni fossero state necessarie alla purificazione. La viva convinzione della santissima giustizia di Dio mi si presentò ancora una volta sotto la forma di un Angelo che mi allontanò dal terrore di una certa tomba. Per ogni tomba avevo la precisa sensazione della differente energia emanata: chiarezza, oscurità, tenebre, come pure colonne splendenti e armoniose di luce viva oppure forti e deboli raggi, che provenivano dalle povere anime, a seconda della misura del loro bisogno. C’erano anche quelle che non potevano dare alcun segno ed erano nel Purgatorio dimenticate dai viventi e senza possibilità di comunicare con il corpo della Chiesa. Quando pregavo su queste tombe, sentivo una voce affaticata proveniente dal profondo della terra che mi sussurrava: “Aiutami. a venir fuori”. Allora mi assaliva un sentimento di impotenza, di non poter far nulla per quelle poverette. L’unica cosa che potevo fare, per queste anime dimenticate, era quella di pregare quanto più potevo, con sempre maggior fervore. Allora scorgevo, su queste povere tombe, molte ombre grigie e in seguito alle pietose e intense preghiere, tali ombre assumevano un colore più chiaro.
Mi fu poi spiegato che quelle tombe, che io vedevo e percepivo in modo così diverso, sarebbero state dei defunti non ancora del tutto dimenticati; di coloro che attraverso il grado delle loro pene purganti, oppure per mezzo dell’aiuto e delle preghiere dei loro amici viventi, stanno in un rapporto più o meno consolatore con la Chiesa militante sulla terra. Esse avrebbero la possibilità di comunicare con la comunità. Queste sono in uno stato di sviluppo tale da comprendere la luce e la beatitudine, e ci supplicano di aiutarle perché non possono farlo da sole; quello che noi possiamo fare per loro viene offerto a Nostro Signore Gesù Cristo. Queste anime mi appaiono come poveri carcerati, che potrebbero essere sollecitati e salvati attraverso la bontà degli altri esseri mediante una parola, una supplica, una mano tesa attraverso la grata. Quando io contemplo un cimitero queste apparizioni si manifestano alla mia anima nei diversi gradi di luce o di tenebre. Mi sembra tutto come un giardino che non viene curato e resta parzialmente incolto, ma se io mi prendo la premura di pregare e agire nel modo giusto allora le piante cresceranno e rifioriranno e tutto riprenderà a vivere.
Il seme germoglierà e crescerà, la pioggia e la rugiada cadranno rigogliose sul giardino. Ah! Se tutti gli uomini potessero vedere e rendersi conto di queste cose certamente si impegnerebbero come me lavorando il giardino. Quando giungo a tali contemplazioni nel cimitero mi convinco sulle possibilità potenziali della diligenza cristiana e dell’amore che si può ricevere da una comunità... Dio mi ha donato spesso la grazia di farmi vedere molte anime passare, con infinita gioia, dal Purgatorio al Cielo. Spesso quando prego nei cimiteri, presso le tombe, vengo disturbata in modo cattivo, pauroso, e vengo maltrattata dagli spiriti maledetti, oppure dal maligno stesso. Apparizioni orribili e chiassose mi circondano e vengo gettata qua e là sulle tombe e maltrattata, ma ho avuto sempre la grazia da Dio di non temere mai e perciò sono rimasta sempre illesa, e quando venivo disturbata raddoppiavo le mie preghiere. Ho sempre ricevuto molte grazie dalle care e povere anime. Se tutti gli uomini avessero voluto dividere con me questa gioia quanto fluire di grazia ci sarebbe sulla terra! Purtroppo, invece, le grazie vengono dimenticate e dissipate, nonostante le povere anime invochino tanto gli uomini sussurrando alle loro orecchie! Le anime restano così piene di desiderio e con le più differenti pene, e nei differenti luoghi attendono tanto l’aiuto e la redenzione. Nella misura in cui è grande il loro bisogno così lodano pure il nostro Signore e Salvatore. Tutto quello che noi facciamo per loro causa in esse una gioia infinita.