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Messaggio del 23 maggio 1984:Desidero che i ragazzi della parrocchia si preparino con una novena a ricevere il sacramento della Cresima nel giorno dell’Ascensione.

Don Stefano Gobbi - Capoliveri (Livorno), 4 aprile 1996. Giovedì Santo. Il calice di conforto.

«Figli prediletti, vivete dentro il sicuro rifugio del mio Cuore Immacolato questo giorno del giovedì santo. È la vostra festa. È la vostra Pasqua. Riuniti attorno ai Vescovi, oggi rinnovate gli impegni e le promesse, che avete fatto nel giorno della Ordinazione sacerdotale. E ricordate, con gioia e con gratitudine, la istituzione del nuovo sacerdozio e del nuovo sacrificio, avvenuta durante l'Ultima Cena.

È la Cena dell'amore: "Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" (Gv. 13,1). È la Cena della istituzione del Sacramento dell'amore: "Gesù, preso del pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli, dicendo: Prendete, mangiatene: questo è il mio Corpo. Poi prese un calice, rese grazie, lo diede loro dicendo: Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, che è sparso per molti in remissione dei peccati". (Mt. 26,26-28). È la Cena del nuovo comandamento dell'amore: "Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come Io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri". (Gv. 13,34). . È la cena del servizio reso come atto di amore "Se dunque Io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi a vicenda" (Gv. 13,14).

Ma è anche la Cena che si apre sul doloroso mistero della sua Passione. E così giunge il momento della sua agonia nel Getsemani, del sudore di sangue, del pianto e dell'angoscia mortale, dell'abbandono da parte dei discepoli, del rinnegamento di Pietro, del tradimento di Giuda. Figli prediletti, vivete nel mio Cuore Immacolato le ore dolorose del Getsemani. Come avrei voluto essere accanto a Gesù, per consolarlo nei momenti della sua interiore agonia, ma l'assenza della Madre era stata disposta dal Padre Celeste, perché ancora più dolorosa diventasse l'agonia del Figlio. Ecco Gesù carico di tutto il peccato del mondo: sul suo fragile corpo pesano le ribellioni, le violenze, le ingiustizie, le impurità e tutte le cattiverie dell'uomo.

Si sente schiacciato sotto il torchio della divina Giustizia e dal suo Corpo incominciano a uscire gocce di sudore e di sangue. Quando va a cercare sollievo dai tre apostoli, li trova addormentati. Allora il Padre gli manda l'Angelo con il calice del suo conforto, che Gesù beve con gratitudine immensa. Dentro questo Calice Io ho deposto tutto l'amore, la preghiera, la sofferenza, la tenerezza del mio Immacolato Cuore di Mamma. E così Gesù, al vertice supremo del suo abbandono, viene confortato dalla spirituale presenza della Madre. Il mio Cuore Immacolato diventa oggi il Calice di conforto, che Io voglio offrire alla Chiesa ed a tutti i miei figli, nei momenti della loro più grande sofferenza. Per questo vi invito ad entrare, con il vostro atto di consacrazione, nel sicuro rifugio del mio Cuore Immacolato. Perché voglio fare di voi, miei figli prediletti, il mio Calice di conforto.

- Calice di conforto per Gesù che rivive nel suo Corpo Mistico le stesse vicende della sua Passione. Quanti sono oggi, anche fra i suoi ministri, coloro che lo abbandonano, lo rinnegano e lo tradiscono. Nel doloroso Getsemani del vostro tempo, siate voi, figli prediletti, il Calice di conforto, che la Madre vuole offrire a suo figlio Gesù. Deponete in questo Calice tutto il vostro amore, la vostra fedeltà, il vostro zelo, il vostro apostolato, le gocce preziose della vostra sacerdotale sofferenza.

- Calice di conforto per la Chiesa, che oggi vive le stesse ore di agonia di Gesù, nel suo doloroso Getsemani di questi ultimi tempi. Come è schiacciata e colpita, abbandonata e tradita, percossa e crocifissa la Chiesa, nell'agonia della sua grande tribolazione! Deponete nel Calice il conforto della vostra sacerdotale fedeltà; siate ministri zelanti della divina Parola e dei Sacramenti; camminate con coraggio sulla via dolorosa dell'amore e della santità.

- Calice di conforto per il mio Papa, che sta ormai consumando il suo sacrificio, sul Calvario di un immenso patire. Per i Vescovi, che hanno tanto bisogno dell'amore e dell'aiuto dei sacerdoti, per essere confortati nel loro difficile e doloroso ministero. Per i vostri fratelli Sacerdoti, che dovete amare, aiutare, prendere per mano e condividere il peso di tutte le loro difficoltà. In questi ultimi tempi, quanti pericoli e subdole insidie sono tese ogni giorno nella vita di tanti sacerdoti, che sono i figli della mia materna predilezione.

- Calice di conforto per tutta questa povera umanità, ammalata e così lontana da Dio, schiacciata sotto il peso del peccato e del male, dell'odio e della violenza, della ingiustizia e della impurità.

Allora, nel Getsemani di questi ultimi tempi, voi diventate il Calice di Conforto, che la Mamma Celeste offre oggi alla Chiesa ed all'umanità, perché possano vivere, nella fiducia ed in una grande speranza, le ore ormai giunte della dolorosa Passione».