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Messaggio del 14 gennaio 1989: Sapete, cari figli, che quando fa freddo e buio, se le persone vedono un fuoco, gli vanno vicino e si riscaldano. Così è per il cristiano, colui che segue Gesù: se davvero egli diviene fuoco, diviene servo degli altri e li aiuta a conoscere la vera luce. Per questo, cari figli, mi aspetto da voi che siate questa fiamma nella notte che mostrerà agli altri la vera luce.

Don Stefano Gobbi - Dongo (Como), 24 marzo 1989. Venerdì Santo. Restate con Gesù sulla Croce.

«Sono qui, con l'apostolo Giovanni che tutti vi rappresenta, figli miei prediletti, sotto la Croce su cui mio figlio Gesù sta vivendo le ore sanguinose della sua atroce agonia. Ogni gemito del suo dolore trapassa, come spada, la mia anima addolorata. Ogni goccia del suo patire viene raccolta nel calice aperto del mio Cuore Immacolato. Sono qui a cercare un po' di amore e di compassione da offrire per alleviare la grande sete diGesù che agonizza. Io domando un poco di amore, ma attorno a noi vi sono disumana cattiveria, odio profondo, grida e bestemmie che salgono dai cuori e dalle labbra di coloro che assistono alla sua esecuzione. E, fra esse, c'è un grido che penetra il mio cuore, lo ferisce e lo fa sanguinare di indicibile dolore. "Scendi dalla Croce. Se sei Figlio di Dio, salva te stesso. Discendi dalla Croce ed allora crederemo in te".

Ma se per salire su questa Croce mio Figlio è nato, è cresciuto, è vissuto: per diventare il docile agnello che mansueto viene condotto al macello. Lui è il vero Agnello di Dio, che toglie tutti i peccati del mondo. Io, con la mia presenza di Mamma, oggi devo aiutarlo a restare sulla Croce, perché il Volere del Padre si compia e voi possiate essere da Lui redenti e salvati.

- Resta, o Figlio mio, sulla Croce: sono qui per aiutarti a distenderti sul tuo patibolo, a soffrire, a morire.

- Resta, o Figlio mio, sulla Croce: solo così tu ci salvi; solo così tu attiri a te tutto il mondo. Per questo sei disceso dal seno del Padre nel mio seno verginale di Madre. Per questo, per nove mesi, ti ho portato nel mio grembo e ti ho donato carne e sangue per la tua nascita umana. Per questo sei nato da Me a Betlemme e sei cresciuto, come ogni uomo, attraverso il ritmo del tuo umano sviluppo. Per questo ti sei aperto, come un fiore, durante la tua infanzia e ti sei formato nel vigore della tua adolescenza. Per questo hai portato il peso del lavoro quotidiano nella povera casa di Nazareth, sei stato ogni giorno assistito da Me, tua tenera Mamma, con l'aiuto prezioso del tuo padre legale Giuseppe. Per questo hai trascorso i tre anni faticosi della tua vita pubblica, annunciando il Vangelo di Salvezza, guarendo gli ammalati, perdonando ai peccatori, aprendo le porte del Regno ai poveri, ai piccoli, agli umili ed agli oppressi. Per questo hai subito il giudizio e la condanna del tribunale religioso, convalidata da Pilato, che ti ha consegnato alla Croce.

Eccoti oggi disteso sul trono della tua gloria, preparato dal Padre Celeste per te, suo Figlio Unigenito, dolce e divino agnello che togli dal mondo tutto il peccato, il male, l'odio, l'impurità e la morte. Croce preziosa e feconda, che porti fra le tue braccia il Salvatore del mondo. Legno dolce e salutare, a cui è appeso il prezzo del nostro riscatto. Croce benedetta e santificata dalla Vittima pasquale, che oggi su di te si immola nell'unico Sacrificio, che tutti redime e salva. Figli prediletti, in questo giorno del venerdì santo, lasciate che ripeta anche a voi: Restate con Gesù sulla Croce. Non cedete alle subdole tentazioni del mio Avversario, alle facili seduzioni del mondo, alle voci di coloro che ancora oggi vi ripetono: "Scendete dalla Croce!". No! Anche voi, come Gesù, dovete comprendere il Disegno divino di una vostra personale offerta sacerdotale. Anche voi dite sì al Volere del Padre ed apritevi a parole di preghiera e di perdono. Perché oggi, anche voi, come Gesù, dovete essere immolati per la salvezza del mondo».