MaM
Messaggio del 25 dicembre 2012:Cari figli! Donatemi la vostra vita e abbandonatevi completamente a me perché io possa aiutarvi a comprendere il mio amore materno e l'amore del mio Figlio verso di voi. Figli miei, io vi amo immensamente ed oggi, in modo particolare nel giorno della nascità del mio Figlio, desidero accogliere ciascuno di voi nel mio cuore e donare le vostre vite al mio Figlio. Figli miei, Gesù vi ama e vi dona la grazia di vivere nella Sua misericordia, ma molti dei vostri cuori sono presi dal peccato e vivete nelle tenebre. Perciò, figli miei, non aspettate, dite no al peccato e offrite i vostri cuori al mio Figlio perché soltanto così potrete vivere la misericordia di Dio ed incamminarvi sulla via della salvezza con Gesù nei vostri cuori.

Banneux - Sabato 11 febbraio 1933 (Mariette Beco)

Sono le 19, Mariette è al suo solito posto in ginocchio e sta pregando il rosario, al termine del quale, con voce implorante, chiede di cominciarne un altro. È all'inizio della quinta decina, quando all'improvviso si incammina con passo sicuro sulla strada che porta alla sorgente. Con lo sguardo leggermente rivolto verso l'alto, passa davanti alle poche persone presenti senza accorgersi di loro e senza rispondere alle loro domande. Ai soliti due punti si ferma, cade inginocchiata poi si rialza. Giunta alla fonte di nuovo si inginocchia, recita una decina di Ave, immerge le mani nell'acqua e col crocifisso della corona si segna lentamente. Per qualche istante tace, poi la si sente esclamare: «Grazie! Grazie!». Dopo un breve silenzio, scoppia a piangere rifugiandosi nelle braccia del papà e camminando veloce con lui si dirige verso casa. La bambina alle prime domande non risponde: è seduta al tavolo in cucina, ha la testa appoggiata sul braccio destro ripiegato e continua a singhiozzare. Trascorrono diversi minuti, ma quando comprende che le persone ritengono opportuno lasciarla sola, chiede loro di attendere e pazientare ancora un poco. Finalmente si tranquillizza e vuole parlare col babbo, solo con lui; allora si alza per andare nella camera accanto e dirgli tutto. La porta rimane socchiusa e uno dei presenti può udire il racconto che poi Manette ripeterà. La Vergine questa sera le ha detto: «Io vengo ad alleviare la sofferenza», parole alle quali segue il doppio ringraziamento della fanciulla. Prima di andarsene la Madonna l'ha salutata così: «Arrivederci», poi si è allontanata come al solito. Il tutto è durato una decina di minuti. Anche stavolta la bambina non comprende il significato dell'espressione «soulager la souffrance» ed è il papà che glielo spiega in vallone; così rasserenata ritorna in cucina per narrare dell'apparizione e per rispondere alle domande. Al termine i testimoni propongono di recarsi con Marite dal cappellano che, dopo aver ascoltato gli adulti, vuole fare alcune domande alla bambina. È tale la sicurezza nel cuore di Marite che prima di congedarsi, comunica a don Jamin una decisione straordinaria: l'indomani riceverà la prima Comunione. Nel sentire questa novità, il sacerdote sbalordito si informa se sia un desiderio della Madonna e tranquillamente Marite risponde che la Vergine non le ha suggerito proprio niente, ma che è sicura, con questa scelta, di farle molto piacere. Con fermezza don Jamin tenta di dissuaderla poiché non solo non conosce il sacramento della Riconciliazione, ma non è nemmeno ben preparata al grande incontro con Gesù, che semmai avverrà a maggio. Impassibile e fermamente decisa, Marite semplifica tutto rispondendo che a prepararla ci penserà lui: avrà il tempo per farlo la mattina prima della santa Messa.