Io non ti dirò ciò che devi fare, perché rispetterò sempre la tua volontà. Ciò che non voglio, è che tu trascuri il tuo tempo di preghiera e che, a causa di questo, tu cada nella tiepidezza. Tu chiedi che cos’è la vera tiepidezza. Te lo spiegherò, poiché molto spesso gli uomini fanno confusione sul senso di questa parola. Tiepida non è l’anima che vive senza la grazia, e nemmeno quella che ha commesso un peccato veniale per fragilità e senza il desiderio di farlo, poiché nessun essere umano è esente da questo tipo di colpa, visto che è stato macchiato dal peccato originale.. Voi non godete della grazia speciale, concessa unicamente a Mia Madre, per evitare del tutto ogni peccato leggero. Anche ai Santi non è stata permessa, perché potessero rimanere umili e perché comprendessero che, senza la grazia di Dio, avrebbero potuto, oltre che nei peccati leggeri, cadere anche in peccati molto gravi.
Voglio che comprendiate bene questo. L’anima tiepida è quella che cade spesso, coscientemente e deliberatamente, nei peccati veniali: bugie, atti d’impazienza, imprecazioni volontarie. Diranno alcuni che questo non si può evitare. Falso! Queste colpe possono essere evitate, con il Mio aiuto, da quelle anime risolute a soffrire anche la morte piuttosto che commettere volontariamente anche un solo peccato, per quanto piccolo possa essere.
Meditate, rileggete i Miei messaggi, fate lavorare i vostri cuori. Sappiate che ogni cattiva abitudine riesce a far perdere anche la vergogna, acceca i peccatori al punto che non vedono più il male che fanno, né la rovina che causano a se stessi.
Figli Miei, ogni peccato genera l’accecamento dello spirito, e quando voi ne fate una cattiva abitudine, l’accecamento aumenta... Si può paragonare questo a un vetro sporco e coperto di macchie. La luce del sole può forse passare attraverso un tale vetro? Nello stesso modo, in un cuore pieno di piccole macchie, la Mia luce non può penetrare per far comprendere a quella persona verso quale abisso si sta dirigendo. Non è una esagerazione. L’uomo che persiste nella sua cattiva abitudine, privato della Mia luce, va avanti di colpa in colpa, e si perde, perché non si preoccupa nemmeno di correggersi. Si trasforma in una bestia priva di ragione, che cerca solo ciò che piace ai suoi sensi... È come un avvoltoio che si nutre del fetido cadavere che stringe fra le sue grinfie; preferisce essere catturato piuttosto che mollare la presa.
Il cuore del tiepido si indurisce e non lascia penetrare la pioggia celeste della grazia; non può quindi produrre frutti. Questa pioggia di grazie sono le ispirazioni, i rimorsi di coscienza e il timor di Dio; ma anziché trarre frutto da questa pioggia di grazie, pentendosi dei suoi peccati ed emendandosi, il peccatore indurito continua a peccare. Ecco che allora, questa anima indurisce ancora di più il suo cuore. E voi sapete molto bene che il cuore duro incontrerà molte difficoltà alla fine della vita.
Le anime tiepide confessano sempre: critiche, bugie, impazienze, in breve, piccoli peccati, ma continuando a peccare, si infossano nell’abisso del peccato, alla maniera di certi animali che con tanto piacere si avvoltolano nelle fanghiglie più putride e nauseabonde. Ma sai qual è la cosa peggiore? Che l’anima abituata a un vizio commette quasi sempre lo stesso peccato, anche nell’ora della morte.
Figli Miei, Io espando a fiumi la Mia Misericordia, ma fino a un certo punto. Non castigo, ma rifiuto il soccorso della grazia, sopratutto davanti all’ingratitudine che voi dimostrate riguardo ai benefici divini, e in questo modo il cuore dell’uomo rimane duro. Sappiate che Io non indurisco il cuore dell’uomo inspirandogli la malizia, ma così come il sole indurisce l’acqua trasformandola in ghiaccio quando i suoi raggi, coperti dalle nubi, non possono espandersi sulla terra; nello stesso modo Io rifiuto all’anima la Mia Misericordia, e con questo la grazia per convertirsi.
Per quanto piccolo sia il peccato, sempre ferisce l’anima. Così, se una persona viene assalita da un malfattore, alla prima ferita che riceve, è generalmente in grado di difendersi; ma se riceve ancora due o tre colpi, perderà le forze e finalmente morirà. Ciò che succede all’anima non è molto diverso: dopo la prima o la seconda volta che pecca, le rimane ancora forza per resistere. Ma se persiste nel peccato, il nemico si scatena contro di lei e le toglie ogni forza per resistere. La cattiva abitudine si trasforma allora in un bisogno di peccare, perché l’uomo si rende schiavo di questa passione. Detto in un altro modo, fà una alleanza di pace con il peccato.