Non datevi pena se non sono ancora in Cielo. È vero che vi ho detto:
"Non vi entrerò se non il giorno in cui sarete giunta alla perfezione
che il buon Dio richiede da voi". Ciò nonostante, non crediate che ci
arriverete in un attimo all'alta perfezione cui Gesù vi chiama. Vi sono
tanti gradi nella perfezione, e non il primo da voi si esige. Voi sapete
che Gesù vi ama, sebbene siate lontana dallo stato in cui vuol vedere
la vostra anima. Lui sa, questo caro Amico, che occorrerebbe un miracolo
per giungere a quello stato perfetto ch'Egli esige da certe anime e
tale miracolo, non vuol farlo. Bisogna salire a poco a poco quel
sentiero, talvolta sì aspro per la natura. Per raggiungere la mèta che
Gesù vuole che raggiungiate, è necessario che siate morta totalmente a
voi stessa, che non abbiate più né volontà né amor proprio. Ancora non
ci siete arrivata. Così, quando vi si accusa a torto, quando vi si
attribuiscono intenzioni che non avete (ben sapete a che cosa voglio
alludere), ebbene, non bisogna che tali cose vi turbino. Il buon Dio
permette tutto questo, al fine di darvi modo di rinunziare a voi stessa e
d'aderire unicamente a Lui. Egli vuole che giungiate al punto in cui
nulla turbi in voi la calma interiore: pene, gioie, contrarietà, tutto
passi indifferentemente. Lui solo, intendete bene, vuole dominare tutte
le potenze della vostra anima, soddisfare tutti i suoi desideri,
appagare pienamente il vostro cuore ed essere per voi tutto in tutto; e
non è questa, siatene certa, l'opera di un giorno.
No, non siete troppo buona! In certi casi è meglio cedere che prevalere.
Vi suggerisco un modo d'agire che Gesù desidera che adottiate. Prima di
dare un avvertimento, prima di fare un rimprovero meritato da una
allieva o da qualunque altra persona, raccoglietevi un secondo; quindi,
mettetevi al posto di colei cui state per rivolgervi e agite a suo
riguardo come vorreste che si facesse con voi in simile occasione.
Allora Gesù sarà contento.