La prima mia estasi fu quella di pura Sostanza. Nelle altre estasi che seguirono, vedevo intellettualmente Gesù, Maria e anche Santi ecc. A volte vedevo Gesù crocifisso, altre volte glorioso, altre volte che mi attirava a Sé e mi portava nel suo Cuore; altre volte lo Spirito Santo in forma di colomba, il Padre in figura di Vegliardo, e la Madonna sempre accanto. E mi spiegavano ciò che vedevo e che Loro stessi mi mostravano; mi spiegavano i diversi misteri della Trinità, dell'Incarnazione, dell'Immacolata, dell'Assunta o dell'Addolorata, secondo l'estasi che ricevevo.
Mi spiegavano ciò che succede nella contemplazione, nella vita unitiva ecc. E questo perché si comprenda come in certe locuzioni può subentrare l'immaginazione, la fantasia e il demonio, per spingere l'anima alla vanità, o gettarla nell'avvilimento. In principio l'anima, quando ha locuzioni, estasi, ecc. non riesce a comprendere come possa cadere ancora nei suoi difetti nonostante grazie così grandi, e il demonio la turba avvilendola, facendole vedere che è un'isterica e un'illusa, per indurla a desistere dalla preghiera e dalle mortificazioni.
Queste visioni, locuzioni o parole interiori, le ho avute dal 1925 al 1961 e ora, per esperienza, posso descrivere bene la differenza di ciò che si prova in queste grazie. Anzitutto, Gesù e la Madonna hanno voluto concedermi santi sacerdoti per la direzione dell'anima mia, e che io scrivessi e raccontassi tutto a loro, e mi hanno dato la grazia di ubbidire sempre al Direttore anche se mi avesse detto di fare diversamente da ciò che mi dicevano Loro: m'avrebbero dato il merito dell'ubbidienza. Gesù ha voluto essere il mio Maestro e Direttore; io ubbidivo a Lui e alla Vergine e agivo come mi insegnavano Loro. Queste grazie straordinarie il Signore le concede ad anime deboli come la mia.
Infatti io sono stata una grande peccatrice.
Queste grazie nessuno le può meritare, neanche anime vergini e pure; Dio le concede per sfoggiare in esse la bellezza dei suoi divini attributi, e ricavarne la sua gloria. Queste grazie straordinarie non sono la santità; e se un'anima, anche santa, non ha la virtù, l'amore a Cristo e alla Vergine imitandoli nella passione, nell'umiliazione, nel disprezzo e nell'annientamento di se stessi, e non fa tutto per amore di Dio, essa, per quanto le sembri di essere elevata alle estasi sublimi, è un'illusa che non va a Dio per mezzo del Verbo incarnato Gesù.
È Lui che ci fa conoscere Dio nella Trinità; è Lui che ci porta al Padre; è sempre Lui che ci dona lo Spirito suo Sostanziale, che ci dona la Madre e ci fa conoscere la loro grandezza, bellezza ecc. Ma bisogna seguire Gesù nel rinnegamento di noi stessi; amarlo in spirito e verità, ossia come Lui ci ha insegnato: «Chi mi ama veramente e vuol diventare santo, prenda la croce e mi segua».