Mentre pregavo la Vergine di perdonarmi le mie infedeltà, di rivestirmi dei suoi meriti e di amare Lei Gesù Bambino per me, Ella mi disse: «Ti bacio sulla fronte per purificare i tuoi pensieri e desideri, sulla bocca per purificare tutte le tue parole, sul cuore per purificare tutti i tuoi affetti». E mi baciò. Poi invitò gli Angeli del Natale e santa Teresina, san Giuseppe, tutti i Santi ai quali io ho particolare devozione, i miei due defunti Direttori spirituali (mons. Rossi e mons. Boni), e soggiunse: «Oggi, Natale, giorno di festa, Io e Gesù rompiamo l'aridità in cui da giorni sei immersa, per farti sentire che siamo sempre nel tuo cuore, anche se tu non l'avverti, e per toglierti il timore che ti fa pensare che Noi ci allontaniamo da te perché sei troppo misera e non meriti il nostro Amore; e per toglierti la paura che ti fa pensare che la tua aridità sia provocata dalla tua mancanza di corrispondenza alla grazia. Noi ti amiamo e non ti abbandoniamo mai, anche se tu sei colpevole. Noi ti aiuteremo sempre, perché tu, conoscendo il tuo nulla, ci preghi caldamente di aiutarti a diventare migliore. Ora Io ti dono il mio Figlio diletto».
E me Lo mostrò, seduto sul suo grembo fra le sue braccia. Prostrata, lo adorai ed Ella: «Tu, mia piccola schiava d'amore, sei sempre nel mio bell'intimo anche se ora non l'avverti più sensibilmente come un tempo. Io ti dono il mio Spirito e formo Gesù in te anche se sei misera, anzi proprio perché sei tanto debole e misera, Io sfoggio su te il mio Amore. Ti dono mio Figlio». E così dicendo me lo mise tra le braccia.
Il celeste Bambino mi gettò le sue manine al collo, poi mi strinse al suo Cuoricino dicendomi: «La Vergine, gli Angeli, i Santi e tutti quelli che Ella ha invitato nel tuo cuore, sono qui con Me e con te, dentro al bell'intimo di Maria, cioè nella tua anima nascosta in Lei, e cantano l'Osanna. Guarda e ascolta». Guardai e vidi la Vergine, gli Angeli, i Santi e i miei defunti Direttori: mons. Boni e mons. Rossi. E ascoltai.
Cantavano così: «Osanna, osanna, gloria a Dio nei cieli e pace in terra ai volenti cor. Noi adoriamo e amiamo per te, piccola schiava d'amor, e per te grazie chiediamo ognor».
Questo stile del canto angelico ci fa capire come il dono mistico è percepito «ad modum recipiéntis», ossia secondo il modo di pensare ed esprimersi della persona che lo riceve.
Poi cantavano il mio canto d'amore ispiratomi da Gesù, e a ogni strofa ripetevano il ritornello: «Osanna, osanna, al celeste Bambino, osanna al Verbo divino, Figlio del Dio verace, Re di giustizia e pace, eterno infinito Amor, Creatore e Redentor».
Gesù, stringendomi al suo Cuoricino, continuò: «Odi, è il tuo canto d'amore, è il tuo incessante atto di fede, speranza, abbandono che tu canti in tutti i cuori. Essi lo cantano per te: unisciti e cantalo con loro. La Madonna l'immerge nell'unica fiamma d'Amore che unisce i nostri due Cuori, e me lo offre per te, e questo come allieta il mio Cuore!».
«Io, per questo tuo canto continuo d'amore, cancello e brucio in te ciò che a Me dispiace. Io mi nascondo in te, e più volte ti lascio in tenebre, e tu non mi trovi. Io invece non solo sono nascosto in te, ma ti trovo e ti sento anche in tutti i cuori e nel creato, perché sento in tutti l'eco del tuo canto d'amore, che Io ti ho donato e ti dono, e mi fermo ad ascoltare l'eco del mio Amore, che è nel tuo canto, e sosto un attimo anche nei cuori che mi sono ostili e freddi, e dono a tutti la mia luce e ispirazioni di fede, speranza, abbandono e amore. Dono dolcezza e perdono, clemenza e salvezza. L'eco del tuo canto è come squilla nei cuori, scintilla che accende in essi quell'Amore che oggi, giorno natalizio, Io ho portato quaggiù sulla terra. E siccome Io e la Vergine lo immergiamo nei nostri Cuori, così il tuo canto purificato accende veramente il mio Amore nei cuori. Noi l'offriamo al divin Padre, in riparazione al nostro Amore oltraggiato e misconosciuto».
Finito il mio canto d'amore, anch'io cantai con tutti loro il Benedictus e il Magnificat. Il Bambino continuò: «In verità ti dico che ti darò un atto purissimo d'amore in punto di morte, e che ti porterò subito in Paradiso. Non andrai in Purgatorio. La tua missione, anche quando sarai in Paradiso, sarà di continuare il tuo canto in tutti i cuori e in tutto il creato, sino alla fine del mondo. E per tutta l'eternità mi amerai con l'atto d'amore, per ripagare l'Amore calpestato e misconosciuto dai reprobi. Così per tutta l'eternità in Paradiso mi amerai anche per loro, che non possono più amarmi».
«T'amo tanto, mia piccola. Credi a ciò che ora Io ti dico: Io non permetterò che tu mi offenda col peccato grave e ti farò santa, malgrado tutta la tua grande miseria e debolezza. Io e la Vergine vegliamo su te; se cadrai e non avrai più forza, Noi ti solleveremo e ti aiuteremo; se cadrai in mancanze e difetti di fragilità, subito li bruceremo; se cadrai in peccati veniali, ti doneremo luce per conoscerli e detestarli. Ho bisogno che tu creda al mio Amore per te, anche quando sarai in tenebre e lotte, noie e tentazioni, e ti vedrai debole, disadorna, piena di difetti. In verità ti dico che se anche in punto di morte tu ti vedessi così povera, Io e la Vergine ti copriremo con i nostri meriti, e tu morrai d'amore per Noi».
«Non credere che, per piacermi, tu non debba più vedere e toccare la tua miseria e debolezza e che, per morir d'amore, si debba essere nella gioia. Io sono stato umiliato, tradito e disprezzato, sono morto in croce in un mare di dolore, eppure sono morto d'Amore. Ti dico questo per farti capire che, più avanzerai sul Calvario, più ti vedrai nel dolore e nell'umiliazione; e quando avrai passata la prova della purificazione dello spirito e della notte oscura, allora ti porterò in Paradiso. Io voglio che nella prova terribile tu continui a cantare l'amore. Allora ti sembrerà d'essere oggetto del mio sdegno, ma tu fidati di Me e della Madonna, e continua il tuo canto d'amore». Gesù tacque e io piangevo d'amore e di gratitudine.
La Madonna con gli Angeli intonarono questo cantico nuovo: «Credi, o piccola schiava d'amor, al piccolo Bambino che or ti parla e ti stringe al Cuor. Egli è il Dio verace, non può ingannarti né esser mendace. È il Verbo divin nostro Signor, le sue parole son parole d'amor, e in te avran compimento anche se di tutte sei più povera, sei più debole e misera, perché Egli vuol sfoggiar su te il suo infinito Amor, e tu credi sempre al suo Amor per te».
«Ed ora - soggiunse il Bambino - canta con tutti Loro il Te Deum». Passai due ore come se fosse sceso il Paradiso nella mia anima. In queste voci o colloqui di questi anni, in cui mi trovo nella via comune, non sentivo che dolcezza e raccoglimento, nulla di straordinario. Anzi, poche ore dopo, incominciò la lotta con la sorella, che mi provocò continuamente. Io, debole, nervosa più del solito, m'accalorai e mi giustificai, e constatai ancora una volta tutta la mia grande miseria e il mio orgoglio.
Il demonio cercò di avvilirmi con queste tentazioni: «Sei isterica, non c'è dubbio, sei isterica. Poche ore fa il Bambino, la Madonna, gli Angeli ecc., e poi non sai tacere». E cercava di turbarmi. Io non l'ascoltai e mi rifugiai ai piedi di Gesù Bambino e di Maria e recitai la mia preghiera: «Gesù, Maria, credo al vostro amor per me». E cantai il mio canto d'amore.