MaM
Messaggio del 25 aprile 1994:Cari figli, oggi vi invito tutti a decidervi a pregare secondo la mia intenzione. Figlioli, invito ognuno di voi ad aiutarmi perché si realizzi il mio piano tramite questa parrocchia. Adesso vi invito in modo speciale, figlioli, che vi decidiate a percorrere il cammino della santità. Solo così mi sarete vicini. Vi amo e desidero condurvi tutti con me in paradiso. Però, se non pregate e se non siete umili ed obbedienti ai messaggi che vi do, non posso aiutarvi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Camilla Bravi - Natale 1950. Anno Santo.

Mentre pregavo la Vergine di perdonarmi le mie infedeltà, di rivestirmi dei suoi meriti e di amare Lei Gesù Bambino per me, Ella mi disse: «Ti bacio sulla fronte per purificare i tuoi pensieri e desideri, sulla bocca per purificare tutte le tue parole, sul cuore per purificare tutti i tuoi affetti». E mi baciò. Poi invitò gli Angeli del Natale e santa Teresina, san Giuseppe, tutti i Santi ai quali io ho particolare devozione, i miei due defunti Direttori spirituali (mons. Rossi e mons. Boni), e soggiunse: «Oggi, Natale, giorno di festa, Io e Gesù rompiamo l'aridità in cui da giorni sei immersa, per farti sentire che siamo sempre nel tuo cuore, anche se tu non l'avverti, e per toglierti il timore che ti fa pensare che Noi ci allontaniamo da te perché sei troppo misera e non meriti il nostro Amore; e per toglierti la paura che ti fa pensare che la tua aridità sia provocata dalla tua mancanza di corrispondenza alla grazia. Noi ti amiamo e non ti abbandoniamo mai, anche se tu sei colpevole. Noi ti aiuteremo sempre, perché tu, conoscendo il tuo nulla, ci preghi caldamente di aiutarti a diventare migliore. Ora Io ti dono il mio Figlio diletto».

E me Lo mostrò, seduto sul suo grembo fra le sue braccia. Prostrata, lo adorai ed Ella: «Tu, mia piccola schiava d'amore, sei sempre nel mio bell'intimo anche se ora non l'avverti più sensibilmente come un tempo. Io ti dono il mio Spirito e formo Gesù in te anche se sei misera, anzi proprio perché sei tanto debole e misera, Io sfoggio su te il mio Amore. Ti dono mio Figlio». E così dicendo me lo mise tra le braccia.

Il celeste Bambino mi gettò le sue manine al collo, poi mi strinse al suo Cuoricino dicendomi: «La Vergine, gli Angeli, i Santi e tutti quelli che Ella ha invitato nel tuo cuore, sono qui con Me e con te, dentro al bell'intimo di Maria, cioè nella tua anima nascosta in Lei, e cantano l'Osanna. Guarda e ascolta». Guardai e vidi la Vergine, gli Angeli, i Santi e i miei defunti Direttori: mons. Boni e mons. Rossi. E ascoltai.

Cantavano così: «Osanna, osanna, gloria a Dio nei cieli e pace in terra ai volenti cor. Noi adoriamo e amiamo per te, piccola schiava d'amor, e per te grazie chiediamo ognor».

Questo stile del canto angelico ci fa capire come il dono mistico è percepito «ad modum recipiéntis», ossia secondo il modo di pensare ed esprimersi della persona che lo riceve.

Poi cantavano il mio canto d'amore ispiratomi da Gesù, e a ogni strofa ripetevano il ritornello: «Osanna, osanna, al celeste Bambino, osanna al Verbo divino, Figlio del Dio verace, Re di giustizia e pace, eterno infinito Amor, Creatore e Redentor».

Gesù, stringendomi al suo Cuoricino, continuò: «Odi, è il tuo canto d'amore, è il tuo incessante atto di fede, speranza, abbandono che tu canti in tutti i cuori. Essi lo cantano per te: unisciti e cantalo con loro. La Madonna l'immerge nell'unica fiamma d'Amore che unisce i nostri due Cuori, e me lo offre per te, e questo come allieta il mio Cuore!».

«Io, per questo tuo canto continuo d'amore, cancello e brucio in te ciò che a Me dispiace. Io mi nascondo in te, e più volte ti lascio in tenebre, e tu non mi trovi. Io invece non solo sono nascosto in te, ma ti trovo e ti sento anche in tutti i cuori e nel creato, perché sento in tutti l'eco del tuo canto d'amore, che Io ti ho donato e ti dono, e mi fermo ad ascoltare l'eco del mio Amore, che è nel tuo canto, e sosto un attimo anche nei cuori che mi sono ostili e freddi, e dono a tutti la mia luce e ispirazioni di fede, speranza, abbandono e amore. Dono dolcezza e perdono, clemenza e salvezza. L'eco del tuo canto è come squilla nei cuori, scintilla che accende in essi quell'Amore che oggi, giorno natalizio, Io ho portato quaggiù sulla terra. E siccome Io e la Vergine lo immergiamo nei nostri Cuori, così il tuo canto purificato accende veramente il mio Amore nei cuori. Noi l'offriamo al divin Padre, in riparazione al nostro Amore oltraggiato e misconosciuto».

Finito il mio canto d'amore, anch'io cantai con tutti loro il Benedictus e il Magnificat. Il Bambino continuò: «In verità ti dico che ti darò un atto purissimo d'amore in punto di morte, e che ti porterò subito in Paradiso. Non andrai in Purgatorio. La tua missione, anche quando sarai in Paradiso, sarà di continuare il tuo canto in tutti i cuori e in tutto il creato, sino alla fine del mondo. E per tutta l'eternità mi amerai con l'atto d'amore, per ripagare l'Amore calpestato e misconosciuto dai reprobi. Così per tutta l'eternità in Paradiso mi amerai anche per loro, che non possono più amarmi».

«T'amo tanto, mia piccola. Credi a ciò che ora Io ti dico: Io non permetterò che tu mi offenda col peccato grave e ti farò santa, malgrado tutta la tua grande miseria e debolezza. Io e la Vergine vegliamo su te; se cadrai e non avrai più forza, Noi ti solleveremo e ti aiuteremo; se cadrai in mancanze e difetti di fragilità, subito li bruceremo; se cadrai in peccati veniali, ti doneremo luce per conoscerli e detestarli. Ho bisogno che tu creda al mio Amore per te, anche quando sarai in tenebre e lotte, noie e tentazioni, e ti vedrai debole, disadorna, piena di difetti. In verità ti dico che se anche in punto di morte tu ti vedessi così povera, Io e la Vergine ti copriremo con i nostri meriti, e tu morrai d'amore per Noi».

«Non credere che, per piacermi, tu non debba più vedere e toccare la tua miseria e debolezza e che, per morir d'amore, si debba essere nella gioia. Io sono stato umiliato, tradito e disprezzato, sono morto in croce in un mare di dolore, eppure sono morto d'Amore. Ti dico questo per farti capire che, più avanzerai sul Calvario, più ti vedrai nel dolore e nell'umiliazione; e quando avrai passata la prova della purificazione dello spirito e della notte oscura, allora ti porterò in Paradiso. Io voglio che nella prova terribile tu continui a cantare l'amore. Allora ti sembrerà d'essere oggetto del mio sdegno, ma tu fidati di Me e della Madonna, e continua il tuo canto d'amore». Gesù tacque e io piangevo d'amore e di gratitudine.

La Madonna con gli Angeli intonarono questo cantico nuovo: «Credi, o piccola schiava d'amor, al piccolo Bambino che or ti parla e ti stringe al Cuor. Egli è il Dio verace, non può ingannarti né esser mendace. È il Verbo divin nostro Signor, le sue parole son parole d'amor, e in te avran compimento anche se di tutte sei più povera, sei più debole e misera, perché Egli vuol sfoggiar su te il suo infinito Amor, e tu credi sempre al suo Amor per te».

«Ed ora - soggiunse il Bambino - canta con tutti Loro il Te Deum». Passai due ore come se fosse sceso il Paradiso nella mia anima. In queste voci o colloqui di questi anni, in cui mi trovo nella via comune, non sentivo che dolcezza e raccoglimento, nulla di straordinario. Anzi, poche ore dopo, incominciò la lotta con la sorella, che mi provocò continuamente. Io, debole, nervosa più del solito, m'accalorai e mi giustificai, e constatai ancora una volta tutta la mia grande miseria e il mio orgoglio.

Il demonio cercò di avvilirmi con queste tentazioni: «Sei isterica, non c'è dubbio, sei isterica. Poche ore fa il Bambino, la Madonna, gli Angeli ecc., e poi non sai tacere». E cercava di turbarmi. Io non l'ascoltai e mi rifugiai ai piedi di Gesù Bambino e di Maria e recitai la mia preghiera: «Gesù, Maria, credo al vostro amor per me». E cantai il mio canto d'amore.