MaM
Messaggio del 25 novembre 1988:Cari figli, vi invito alla preghiera affinché nella preghiera abbiate l'incontro con Dio. Dio si offre e si dona a voi, ma da voi desidera che nella vostra libertà rispondiate alla sua chiamata. Perciò, figlioli, durante la giornata trovate il tempo per poter pregare nella pace e nell'umiltà ed incontrarvi con Dio Creatore. Io sono con voi ed intercedo per voi presso Dio. Perciò vegliate perché ogni incontro, nella preghiera, sia una gioia per avere incontrato Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Don Stefano Gobbi - 24 dicembre 1981. Notte Santa. Nella Culla della sofferenza.

«Figli prediletti, vegliate con Me nella preghiera e nell'attesa. È la Notte Santa. Nel momento in cui il più grande silenzio avvolge ogni cosa, si schiude sul mondo la grande preghiera della Madre, che penetra il Cielo e lo apre a far discendere su di voi il suo Germoglio divino. Guardo i suoi occhi, sento battere il suo piccolo cuore, accarezzo, con le mie mani materne, le sue piccole mani. E lo depongo nella Culla, formata da una povera mangiatoia, fra il freddo pungente della notte e il gelo che chiude il cuore di tutti. La Culla in cui depongo il mio Celeste Bambino, in questa Notte Santa, è formata dalla sofferenza e dal patire di tutti.

Anche per questo Natale si fa più intensa la preghiera della vostra Mamma Celeste. Essa raggiunge il dolore di tutti e la disperazione di molti miei figli. Guardo al patire del popolo polacco, che mi è stato consacrato e che, in questi ultimi giorni, dal "mio" Papa, mi è stato ripetutamente affidato. Esso sta vivendo le ore drammatiche del suo Calvario e porta la Croce di una sofferenza mortale. Guardo, con materna apprensione, ai suoi bambini, che soffrono il freddo e la fame; ai suoi giovani imprigionati e deportati; alle sue famiglie divise; ai suoi uomini che sostengono una lotta impari, per difendere i loro diritti umani; alle loro donne che versano ancora tante lacrime amare.

In questo Natale il popolo della Polonia, da me prediletto, diventa segno di richiamo per tutti e simbolo di ciò che ormai attende la povera umanità. Nella Culla di questa immensa sofferenza depongo oggi il mio Celeste Bambino. Pregate, perché a Lui si aprano i cuori di tutti. Spalancate le porte a Gesù Cristo che viene. Nel momento della vostra più grande tribolazione, dal suo Natale sgorgherà tanta luce per una nuova nascita di tutta l'umanità».