«Figli prediletti, accogliete l'invito alla conversione che la Chiesa vi propone particolarmente in questo periodo di Quaresima. In questi tempi la Mamma Celeste vi domanda opere di penitenza e di conversione. La preghiera sia sempre accompagnata anche da interiore e feconda mortificazione. Mortificatevi nei sensi, perché possiate esercitare il dominio sopra voi stessi e sulle vostre passioni disordinate. Gli occhi siano veri specchi dell'anima: apriteli per accogliere e per donare la luce del bene e della grazia e chiudeteli a qualsiasi influsso del male e del peccato.
La lingua si sciolga per comporre parole di bontà, di amore e di verità e perciò il più profondo silenzio circondi sempre il formarsi di ogni parola. La mente si apra solo a pensieri di pace e di misericordia, di comprensione e di salvezza e giammai venga sfiorata dal giudizio e dalla critica, tanto meno dalla cattiveria e dalla condanna.Il cuore si chiuda con fermezza ad ogni disordinato attaccamento a voi stessi, alle creature e al mondo in cui vivete, perché possa aprirsi alla pienezza dell'amore verso Dio e verso il prossimo.
Mai, come oggi, tanti miei figli caduti hanno bisogno del vostro amore puro e soprannaturale, per essere salvati. Nel mio Cuore Immacolato tutti vi formerò alla purezza dell'amore. Questa è la penitenza che vi domando, figli prediletti; questa è la mortificazione che dovete fare, perché possiate disporvi al compito che vi attende e sfuggire alle pericolose insidie che il mio Avversario vi tende. Nella purezza, nel silenzio e nella fedeltà seguite ogni giorno la Mamma Celeste, che vi conduce sulla stessa strada di Gesù Crocifisso. È la strada della rinuncia e della perfetta ubbidienza, della sofferenza e della immolazione. È la strada del Calvario che anche voi dovete percorrere, portando ogni giorno la vostra croce e seguendo Gesù verso la consumazione della Pasqua. Allora darete anche a Me una potente forza di intercessione, con la quale potrò forzare la porta d'oro del Cuore di mio Figlio ad effondere la pienezza della sua misericordia (...)».