In questi scorsi giorni, non ho saputo scrivere. Dovrei dire: non ho saputo obbedire. Ho passato qualche notte terribile, ma poi la presenza del Padre e l'ubbidienza mi vennero in aiuto e il nemico fu legato. La notte dal 6 al 7 credo, mi prese nuovamente un freddo terribile come se il corpo fosse su lastre di ghiaccio. Il Padre mi aveva detto per ubbidienza di stare calda e dormire.
Spiacente di non saper ubbidire, mi rivolsi a S. Silvestro, e dissi: allora non è vero che Tu vuoi che io ubbidisca al Padre. S. Silvestro venne al mio letto, mi pose la mano sul capo e mi disse: Sì, sì, ubbidisci. Mi riscaldai all'istante e dormii.
La sera del 7 all'8 non potei dire l'ufficio tanto il nemico mi disturbò. Lo dissi al mattino. Ieri festa della mia cara Madre Immacolata, appena entrata in Cappella, udii una voce: Anime, anime! e Si Gesù, anime, risposi io. All'istante la mia povera anima piombò nella più nera oscurità, nella pena di non poter amare, in un vuoto di tutto, nel più spaventoso abbandono.
Compresi che l'Immacolata, voleva dare a Gesù tante anime e si degnava chiedermi in aiuto. Così rimasi, in una pena che non so descrivere, ma che accettai incondizionatamente.
Anche il Padre non poté fermarsi, e la Sua pena la sentii e sento come fosse mia. L'accompagnai con la preghiera, e offro secondo le sue intenzioni e per il caro Padre ammalato. l'Immacolata conceda grazie tante.
Non un raggio di luce. La mia Madre celeste mi guarda di nascosto. Mi sento forte però, e l'impotenza ad amare, è la pena più intima e cruciante.