Il
26 giugno 1920, alle quattro del mattino, sognai di dover salire su
un'altissima montagna che arrivava fino al cielo. Mentre mi accingevo a
salire pensai: "Questo è il monte che porta all'eternità" e quindi
cominciai a camminare in fretta, ma con grande fatica. Quando fui molto
in alto, mi vennero in mente le parole: "Il regno dei cieli è di chi sa
farsi violenza" (cfr.: Mt 11, 12) e capii molto bene cosa volesse dire
questa frase. Continuavo a pregare il santissimo Cuore di Gesù e quanto
più salivo, tanto più mi riusciva facile e d'un tratto mi trovai in
cima al monte. Non è proprio possibile descrivere la bellezza di quel
luogo! Ero giunta là forse da appena un minuto, quando vidi il signor
Parroco col Santissimo che saliva la montagna a passi leggeri,
raggiungendo la cima in pochissimo tempo. E molto più in basso, lungo
le pendici del monte, altre persone (tra cui alcune che conoscevo)
salivano, ma si arrampicavano a fatica e molto adagio. Il Parroco mi
diede la Santa Comunione e il Salvatore Gesù mi offrì una bellissima
rosa bianca, una rossa e una palma (Vedi: Nota). Avevo appena preso
in mano le rose e la palma, quando la signorina Elis mi svegliò
dicendomi che potevo ricevere la Santa Comunione.
Nota - La
rosa bianca indica la purezza, la rosa rossa indica l'amore ardente e
la palma indica il martirio. E nel caso di Anna a ragione si può
parlare di martirio: non è martire solo chi muore di morte violenta per
mano altrui pur di restare fedele a Dio, ma di fatto è martire anche
chi, liberamente, si offre come vittima al Signore per la redenzione
dei fratelli.