Alle ore 6 Alexandrina sorrise con un sorriso angelico: - Mio Dio, mio Dio, io Ti amo; sono tutta Tua.
Non mi piacerebbe morire di notte. Morrò quest'oggi? Sarei contenta. -
Chiese a Deolinda di porgerle il crocifisso e la statuetta di Mammina per baciarli.
Deolinda domandò: - A chi sorridi? - Al Cielo, al Cielo. -
Alle ore 8 ricevette la Comunione.
Nella mattinata fu visitata da varie persone. Ad un gruppetto disse:
- Addio, arrivederci in cielo! Non peccate! Il mondo non vale niente!
Questo dice tutto. Fate la Comunione molte volte! Recitate il Rosario
tutti i giorni. -
Alle ore 11 disse al dott. Azevedo: - Fra poco! - Egli le chiese se
quel « fra poco » era come quelli di Gesù; poi continuò: - Certamente,
domani alle 15, Gesù le vorrà parlare ancora. -
Ella abbozzò soltanto un sorriso.
Alle 11,25: - Sono felice perché vado in cielo. - Il medico aggiunse: - In cielo preghi per noi. - Ella accennò di sì col capo.
Alle 11,35 chiese di recitarle le preghiere dell'agonia.
Alle 19: - Vado in cielo. -
Alle 19,30 ella esclama: - Vado in cielo. - Deolinda soggiunse: - Ma
non adesso. - Alexandrina rispose: - Adesso, adesso. - Alle 20,29 spirò.
Si conservò perfettamente lucida sino all'ultimo istante. Passarono a
salutare Alexandrina nella sua camera ardente oltre 5.000 persone: le
baciavano il volto, le mani, i piedi; toccavano la salma con vari
oggetti religiosi.
Un sacerdote religioso, nel contemplarla nella cassa tra i fiori, commentò: - È un bianco giglio tra i gigli. -
Al suo funerale erano presenti 40 sacerdoti e migliaia di persone.
Le ultime disposizioni di Alexandrina
Il mio funerale
È mio desiderio che il mio funerale sia povero. Voglio che la mia cassa
non sia né elegante né scadente per non richiamare l'attenzione di
nessuno. Voglio essere vestita di bianco, da Figlia di Maria, ma molto
modesta. So di avere un vestito molto bello, più bello di quello che
desidererei: me lo hanno donato; siccome non ho volontà mia, ed essendo
cosa più perfetta, accetto quanto hanno voluto darmi.
Se non è proibito dalla santa Chiesa, voglio attorno alla mia cassa
molti fiori. Non li merito, ma è perché li amo molto. Per merito mio,
non avrei né porterei nulla.
Nel tragitto del funerale vorrei il massimo raccoglimento; mi causa
dispiacere assistere e vedere come si svolgono i cortei funebri.
Non voglio l'autopsia: fu sufficiente concedere agli esami medici il mio corpo da viva.
Il mio sepolcro
Il mio sepolcro: voglio essere sotterrata, se è possibile, con il volto
verso il tabernacolo della nostra Chiesa: come in vita ho desiderato
essere vicina a Gesù Sacramentato, e voltarmi verso il tabernacolo il
più possibile, dopo la mia morte voglio continuare a vegliare il mio
tabernacolo e mantenermi voltata verso di esso. So che con gli occhi
del corpo non vedrò il mio Gesù, ma desidero rimanere così per meglio
mostrare l'amore che ho per la divina Eucarestia.
Voglio che il mio sepolcro sia attorniato da piante chiamate «
martirios » [passiflora] per mostrare che le ho amate in vita e le
amerò dopo morte.
Intrecciate ai martirios voglio rose rampicanti, ma che abbiano molte spine.
Amo e amerò durante la vita i martirii che Gesù mi dà e le spine che mi
feriscono; li amerò dopo morte e li voglio vicino a me per dire che è
con le spine e con tutti i martirii che ci rendiamo simili a Gesù, che
consoliamo il Suo divin Cuore e salviamo le anime, figlie di tutto il
suo Sangue.
Che prova maggiore di amore possiamo dare al Signore, se non quella di
sopportare con gioia tutto ciò che è dolore, disprezzo e umiliazione?
Quale maggiore consolazione possiamo dare al suo divin Cuore, che
dargli anime, molte anime, per le quali Egli ha sofferto e dato la
vita?
Sul mio sepolcro voglio una croce e accanto una statuetta della cara
Mammina. Possibilmente mi piacerebbe che una corona di spine avvolgesse
la croce, come segno che la portai durante la vita e l'amai sino alla
morte.
La Mammina è per provare che fu Lei ad aiutarmi a salire il cammino
doloroso del mio calvario, accompagnandomi e sostenendomi sino
all'ultimo istante della vita.
Spero che così sia: Ella è Mamma e come tale non mi abbandonerà nell'ultimo istante.
Amo Gesù, amo Mammina, amo la sofferenza e soltanto in cielo comprenderò il valore di tutto il mio dolore.
Epitaffio per la mia tomba
« Peccatori, se le ceneri del mio corpo possono essere utili per
salvarvi, avvicinatevi, passatevi sopra, calpestatele fino a che
spariscano, ma non peccate più. Non offendete più il nostro Gesù!
Peccatori, vorrei dirvi tante cose! Per scriverle tutte non basterebbe questo grande cimitero.
Convertitevi! Non offendete Gesù! Non vogliate perderlo per tutta l'eternità! Egli è tanto buono!
Basta con il peccato! Amate Gesù, amatelo!
Nel diario di Alexandrina, in data 6-3-1950, d. Umberto ha trovato
scritte le seguenti frasi che volle scolpite sul sepolcro. « Non voglio
grandezze sulla mia tomba, ma parole di richiamo che scuotano le anime
e le invitino al vero pentimento, al vero amore per Gesù e per Mammina.
È questa l'unica grandezza, l'unica aspirazione del mio cuore ».