MaM
Messaggio del 12 giugno 1986:Cari figli, oggi vi invito a cominciare a dire il Rosario con fede viva, così io potrò aiutarvi. Voi, cari figli, desiderate ricevere grazie, ma non pregate, io non vi posso aiutare dato che voi non desiderate muovervi. Cari figli, vi invito a pregare il Rosario; il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia, così comprenderete perché sono da così tanto tempo con voi: desidero insegnarvi a pregare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Beata Alexandrina Maria da Costa - 13 ottobre


Alle ore 6 Alexandrina sorrise con un sorriso angelico: - Mio Dio, mio Dio, io Ti amo; sono tutta Tua.

Non mi piacerebbe morire di notte. Morrò quest'oggi? Sarei contenta. -

Chiese a Deolinda di porgerle il crocifisso e la statuetta di Mammina per baciarli.

Deolinda domandò: - A chi sorridi? - Al Cielo, al Cielo. -

Alle ore 8 ricevette la Comunione.

Nella mattinata fu visitata da varie persone. Ad un grup­petto disse:

- Addio, arrivederci in cielo! Non peccate! Il mondo non vale niente! Questo dice tutto. Fate la Comunione molte volte! Recitate il Rosario tutti i giorni. -

Alle ore 11 disse al dott. Azevedo: - Fra poco! - Egli le chiese se quel « fra poco » era come quelli di Gesù; poi continuò: - Certamente, domani alle 15, Gesù le vorrà parlare ancora. -

Ella abbozzò soltanto un sorriso.

Alle 11,25: - Sono felice perché vado in cielo. - Il medico aggiunse: - In cielo preghi per noi. - Ella accennò di sì col capo.

Alle 11,35 chiese di recitarle le preghiere dell'agonia.

Alle 19: - Vado in cielo. -

Alle 19,30 ella esclama: - Vado in cielo. - Deolinda soggiunse: - Ma non adesso. - Alexandrina rispose: - Adesso, adesso. - Alle 20,29 spirò.

Si conservò perfettamente lucida sino all'ultimo istante. Passarono a salutare Alexandrina nella sua camera ardente oltre 5.000 persone: le baciavano il volto, le mani, i piedi; toccavano la salma con vari oggetti religiosi.

Un sacerdote religioso, nel contemplarla nella cassa tra i fiori, commentò: - È un bianco giglio tra i gigli. -

Al suo funerale erano presenti 40 sacerdoti e migliaia di persone.

Le ultime disposizioni di Alexandrina


Il mio funerale

È mio desiderio che il mio funerale sia povero. Voglio che la mia cassa non sia né elegante né scadente per non ri­chiamare l'attenzione di nessuno. Voglio essere vestita di bian­co, da Figlia di Maria, ma molto modesta. So di avere un ve­stito molto bello, più bello di quello che desidererei: me lo hanno donato; siccome non ho volontà mia, ed essendo cosa più perfetta, accetto quanto hanno voluto darmi.

Se non è proibito dalla santa Chiesa, voglio attorno alla mia cassa molti fiori. Non li merito, ma è perché li amo molto. Per merito mio, non avrei né porterei nulla.

Nel tragitto del funerale vorrei il massimo raccoglimento; mi causa dispiacere assistere e vedere come si svolgono i cor­tei funebri.

Non voglio l'autopsia: fu sufficiente concedere agli esami medici il mio corpo da viva.

Il mio sepolcro

Il mio sepolcro: voglio essere sotterrata, se è possibile, con il volto verso il tabernacolo della nostra Chiesa: come in vita ho desiderato essere vicina a Gesù Sacramentato, e voltarmi verso il tabernacolo il più possibile, dopo la mia morte voglio continuare a vegliare il mio tabernacolo e mantenermi voltata verso di esso. So che con gli occhi del corpo non vedrò il mio Gesù, ma desidero rimanere così per meglio mostrare l'a­more che ho per la divina Eucarestia.

Voglio che il mio sepolcro sia attorniato da piante chia­mate « martirios » [passiflora] per mostrare che le ho amate in vita e le amerò dopo morte.

Intrecciate ai martirios voglio rose rampicanti, ma che ab­biano molte spine.

Amo e amerò durante la vita i martirii che Gesù mi dà e le spine che mi feriscono; li amerò dopo morte e li voglio vicino a me per dire che è con le spine e con tutti i martirii che ci rendiamo simili a Gesù, che consoliamo il Suo divin Cuo­re e salviamo le anime, figlie di tutto il suo Sangue.

Che prova maggiore di amore possiamo dare al Signore, se non quella di sopportare con gioia tutto ciò che è dolore, disprezzo e umiliazione?

Quale maggiore consolazione possiamo dare al suo divin Cuore, che dargli anime, molte anime, per le quali Egli ha sof­ferto e dato la vita?

Sul mio sepolcro voglio una croce e accanto una statuetta della cara Mammina. Possibilmente mi piacerebbe che una corona di spine avvolgesse la croce, come segno che la portai durante la vita e l'amai sino alla morte.

La Mammina è per provare che fu Lei ad aiutarmi a salire il cammino doloroso del mio calvario, accompagnandomi e so­stenendomi sino all'ultimo istante della vita.

Spero che così sia: Ella è Mamma e come tale non mi abbandonerà nell'ultimo istante.

Amo Gesù, amo Mammina, amo la sofferenza e soltanto in cielo comprenderò il valore di tutto il mio dolore.

Epitaffio per la mia tomba

« Peccatori, se le ceneri del mio corpo possono essere utili per salvarvi, avvicinatevi, passatevi sopra, calpestatele fino a che spariscano, ma non peccate più. Non offendete più il no­stro Gesù!

Peccatori, vorrei dirvi tante cose! Per scriverle tutte non basterebbe questo grande cimitero.

Convertitevi! Non offendete Gesù! Non vogliate perderlo per tutta l'eternità! Egli è tanto buono!

Basta con il peccato! Amate Gesù, amatelo!

Nel diario di Alexandrina, in data 6-3-1950, d. Umberto ha trovato scritte le seguenti frasi che volle scolpite sul sepolcro. « Non voglio grandezze sulla mia tomba, ma parole di ri­chiamo che scuotano le anime e le invitino al vero pentimento, al vero amore per Gesù e per Mammina. È questa l'unica grandezza, l'unica aspirazione del mio cuore ».