... Ho ricevuto una lettera del mio padre spirituale. Era grande la
mia ansia di riceverla; ma fu maggiore l'indifferenza, anzi la
freddezza con cui l'ho ricevuta. Mi è stata consegnata nella morte e
nella morte l'ho conservata. Sono vittima. Sia fatta la Tua volontà, se
Ti piace che io viva così. « Gesù, credo nel Tuo amore. Credo che non
mi mancherai ». Gli parlavo così, ma Gesù era lontano, molto lontano e
da lontano mi parlò con dolcezza: - Sono Amore, sono Amore, sono Amore
e sono qui, vittima e sposa Mia. Sono Amore che non senti, ma che ami.
Sono la Sapienza che non comprendi, ma in cui credi. Coraggio! La tua
vita è divina: non può essere vissuta né sentita sulla terra; sono
meraviglie della Sapienza divina. È missione tanto nobile quella che ti
ho affidato. Solo in questo stato d'animo la disimpegni con
perfezione. Coraggio! È l'ultima e tremenda fase; è vicino il Cielo.
Vivi la vita d'amore senza sentire l'amore; vivi la vita di fede
ardente, senza sentirne gli effetti. Ma si convertono i peccatori, si
salvano le anime. Soccorrile! Credi in Me e credi che sono con te.
(diario, 17-6-1955).
... La ripetizione frequente del mio « credo » mi pareva un cilindro
che misturava costantemente la massa della terra e del cielo. Ma come?
Il Cielo esiste? Vi è una eternità? Credo, Gesù, credo; questo mio «
credo » sia eterno. Lottai. Durante questa lotta indicibile venne Gesù
parlando con forza ma con dolcezza: - Avanti, eroina incomparabile!
Avanti nelle tue tenebre perché daranno luce. Avanti nella tua morte
perché darà vita. Avanti nella tua inutilità, perché tutto viene
utilizzato per la resurrezione delle anime. Avanti nel tuo amore,
unico, disinteressato della tua gloria in cielo; avanti nel tuo
martirio che è giunto al culmine: pazza per mio amore, pazza per amore
delle anime... - ... (diario, 1-7-1955).
Prepara delicatamente Deolinda alla separazione
... Io grido e grido al Cielo.
Non so chi dice: « La mia anima è triste sino a morirne, sino alla
morte ». Chi potrà essere, se io sono già morta? In me regna soltanto
la morte.
Non posso quasi più pregare e la mia unione con i miei Amori tanto cari
sembra interrotta... Sulla terra ho perduto tutto. Oh, che abbandono
completo! Non ho l'appoggio di nessuna creatura. Per me oggi è stato un
giorno di lacrime, lacrime di gioia e di pace. Le ho offerte a Gesù
sacramentato come atti d'amore. Fra queste lacrime, con angoscia
mortale, ho fatto ciò che mi piacerebbe fare nel momento della mia
morte: ho consacrato ai Cuori divini di Gesù e di Maria la mia cara
sorella. Ho chiesto Loro di non prenderla prima di me: che lasciassero
per dopo questo angelo che mi hanno affidato. Ho chiesto che fossero
Loro i suoi consolatori dopo la mia morte, perché solo in Loro potrà
sperare e soltanto Loro la comprenderanno. Quanto ho sofferto durante
questa offerta, mentre parlavo ai miei cari Amori! « Credo fermamente,
credo eternamente »... Venne Gesù, mi rialzò dal mio abisso e mi disse:
- Ascolta: c'è festa in Cielo! Sei attesa. Non immagini la tua gloria.
Il Cielo è in festa per la riparazione che gli dài... Avanti,
coraggio, tu che soffri, tu che ripari! Avanti, coraggio, voi che
lavorate per la maggiore gloria di Cristo sulla terra! Egli trionfa
sugli uomini. -
Mentre Gesù parlava io udivo lassù campane e suoni celesti. Avevo luce
nell'anima; la morte era scomparsa. Questo sollievo durò poco tempo: fu
appena un conforto. Gesù scomparve; la morte e le tenebre
ritornarono... (diario, 15-7-1955).