... Avessi almeno un filo di una tela di ragno cui aggrapparmi! Ma non
ho nulla, mio Dio! Mondi e mondi di inutilità; mondi e mondi di tenebre
e morte. Vado di caduta in caduta verso gli abissi senza fine. Quanto
soffre il mio corpo, o Gesù, quanto soffre la mia anima! Oggi è stato
un giorno di lacrime: il dodicesimo anniversario della mia partenza
per « La Foce ». Che duro ricordo! Non riuscivo a dimenticare, passo
per passo, tanti scoraggiamenti per ciò che andai a fare colà. Mio Dio!
Fra tutto questo ripetevo il mio « credo » senza credere; offrivo al
Cielo, senza sentirne l'esistenza, tutte le sofferenze. Gesù ritardò:
non veniva. Pensavo che fosse triste per i miei scoraggiamenti e la mia
vita senza fede. Ho ripetuto « credo a tutte le verità sino alla morte!
». ... Venne Gesù: - Figlia mia,... coraggio! Ripeti il tuo « credo »
senza fede; dimmi che Mi ami, senza amare. Non sono i sentimenti di
fede e le consolazioni che Mi consolano; ma questa lotta costante nel
più grande dolore.
È l'ultima, tremenda fase: il colmo della sofferenza a scontrarsi con
il colmo del peccato e della criminalità: il mondo pecca. Coraggio! Tu
sei luce e faro del mondo.
... Tu fosti alla « Foce » perché si convincessero della verità, o
fosti per amore Mio e per le anime? - Chi più di Te lo sa? Che
importava a me che si convincessero della verità?! Dodici anni: che
martirio, Gesù, ma fu per Te! - ... (diario, 10-6-1955).