MaM
Messaggio del 20 aprile 1983:Vorrei convertire tutti i peccatori, ma essi non si convertono! Pregate, pregate per loro! Non aspettate! Ho bisogno delle vostre preghiere e della vostra penitenza.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Quaggiù nell'eternità


Sto vivendo la mia eternità e quasi posso dire che la mia vita diventa insopportabile. Mi pare che sia un momento che non passa mai, che è sempre in divenire. Mio Dio, mio Dio!... Ho sofferto e soffro molto per l'inutilità che mi ha rubato tutto e mi ruba tutto, ma vivere ora sulla terra l'eternità, costa di più, molto di più. Soccorrimi, Signore, non lasciarmi peccare. Non posso dire, per la mia ignoranza e per il mio martirio, quello che soffro; ma è anche indicibile, sempre impossibile parlare di questa eternità.

Passai attraverso all'Orto e salii il Calvario vivendo questa spaventosa eternità e nella stessa eternità mi consegnai al Pa­dre e in Lui rimasi come se morissi.

Dopo un certo tempo venne Gesù al mio cuore, mi collocò sul suo Cuore divino; fece sì che mi addormentassi, immersa nella dolcezza e nella pace. Poi mi risvegliò con la sua divina Voce e disse: - La tua anima, figlia mia, ha dormito un sonno dolce e soave nel Cuore di Gesù... Ha preso conforto e nuova vita; Gesù è la tua vita, il tuo appoggio, il tuo so­stegno. Riposa, riposa: il tuo riposo è celeste. Vivi del Cielo e non della terra. Ciò che soffri, tutto ciò che soffri è ripara­zione, dura riparazione, che il tuo Gesù ti chiede perché le anime lo esigono. Coraggio, sempre avanti! La tua sofferenza è la riparazione dell'anima vittima, la più alta riparazione... Coraggio! Fiducia! Il tuo cielo è ormai vicino. Ancora un po': poi la visione beatifica, il gaudio completo, la gloria eterna... -

- O mio Gesù, mentre parli, la mia anima gode il tuo sonno divino, il tuo sonno di pace. Sii benedetto! Veglia su di me! Ho paura, molta paura, terrore di soccombere e di pec­care. Il mio abbandono in Te è completo. A Te mi dono sempre e per mezzo di Mammina. Sono la Tua vittima. (diario, 14-8-1953).

... Non so dire ciò che avviene in me... Ciò che so è che è spaventosissima la mia eternità; sembra una eternità di ri­volta e di perdita di Dio. In questa eternità in cui mi trovo, in mezzo alla inutilità, mi pare di vivere sempre dimentica del vero Bene, del mio unico Amore. Senza dimenticarmi di Gesù e di Mammina, ai quali mi abbandonai completamente, senza perdere la Loro unione, sento come se non fossi unita a Loro; non sento di amarli né di confidare in Loro. La morte e l'eternità hanno invaso tutto...

Oggi, come portata da una brezza, attraverso un martirio del corpo e dell'anima, ho percorso il sentiero del Calvario. L'eternità ha soffocato i miei sospiri e gemiti; momenti dolo­rosi, momenti eterni che mi pareva non passassero mai. Il cuore si sentiva portato verso la croce issata sulla cima della montagna: era per lui un'attraente calamita. Mi sono unita ad essa vivendo sempre quella eternità e in quella eternità sono spirata; o meglio, vi è stata una separazione come nel silenzio della morte. Gesù è venuto triste, ma pieno di vita; è entrato nel mio cuore ed ha pronunciato le seguenti parole, ma accorato e tenero: - ... Mia cara figlia, le anime, i peccatori hanno bisogno di te, del tuo martirio. Non sono lo crudele... che porto il tuo corpo e la tua anima a così duro tormento: il mondo lo esige ed lo per poterlo salvare sono costretto ad immolare la mia sposa e figlia molto amata... Per le cose della terra servono uomini sapienti e grandi; lo per le cose celesti scelgo gli umili, i piccoli... - ... (diario, 21-8-1953).

... Il tormento del corpo mi fa sentire spesso che sto per sparire dalla terra. Ma l'anima ha già il sentimento che non vi esiste più. Io vivo l'eternità: l'eternità senza amore, l'eter­nità senza speranza. Sono chiusa e sepolta in un carcere di odio, di rivolta, anche se io, grazie all'Altissimo, non odio né mi rivolto contro nessuna cosa. La eternità è sempre in divenire: non ebbe principio e non avrà fine. Di qui, mio Gesù, nasce la mia angustia, il mio tormento che labbra umane non potranno mai esprimere. Il cielo è chiuso, ma la Sua giustizia pesa e mi schiaccia. La mia anima non può neppure invocare il nome del Signore. Mi pare che se in questa eternità potessi pronunciare, con dolcezza e con amore, il nome di Gesù, io non potrei più dire: « vivo nella eternità ». Se trascorresse un momento, da questa eternità spunterebbe la speranza del suo termine. Ma così no: non ebbe principio; non avrà fine. Fu sempre, sempre eternità. Mio Dio, che sgomento! E insieme a questo tutte le sofferenze per causa della inutilità. E neppure volevo posare un piede sulla terra dell'Orto e del Calvario; tanta è l'indifferenza per Gesù e la distanza.

Qualcuno mi condusse ad entrare su quel suolo che Gesù irrigò col suo sangue; fui dallo stesso trascinata da corde e sparsi anche il mio. Sulla cima della montagna dovevo dare la vita; così lo spirito parve abbandonare il corpo e volare verso un mondo che non era questo... (diario, 28-8-1953).

... Quando potrò vedere in cielo il mio Signore e rimanere sempre con Lui? Sento di non poter più sopportare questa dolorosa e tremenda eternità... Ho bisogno di partire, di volare sino a Dio. Temo di vacillare; ho paura di perdere per sem­pre il mio Signore... Mio Dio, mio Dio, povera me se Ti perdo, povera me se Ti offendo...

Non tralasciai di offrire al Signore il sacrificio della sepa­razione da mia sorella, per alcuni giorni. Lo offersi per varie intenzioni e lo feci solo per amore. Ma tutto si è perduto nella inutilità e in quella eternità... (diario, 4-9-1953).

... [Dopo la Comunione], Gesù mi ha detto: Sop­porta tutto... Sopporta questa tremenda eternità, ma solo tem­poranea, affinché molte migliaia, milioni di anime non debbano sopportarla eternamente... - Vieni, Madre Mia benedetta, vieni o Madre dei dolori a confortare la vittima dei dolori... - Accetta, figlia mia, le mie tenerezze di Madre. Fatti coraggio: verrò presto a prenderti e a portarti in cielo. Da' tutto a Gesù. Quanto più lontano Lo senti, tanto più è pre­sente in te. I nostri Cuori sono tristi per l'incendio di vizi nel mondo. Sei tu che consoli i nostri due Cuori. Ricevi da essi tutto l'amore... - (diario, 5-9-1953, 1o sabato). ... Io vivo, io vivo la mia eternità e nello stesso modo come la vissi ieri sull'Orto e oggi sul Calvario. Non so come possa essere.

Ero nell'Orto, ribelle, lo disprezzavo, lo odiavo, con i piedi nell'inferno. E oggi con gli stessi sentimenti sono salita al Cal­vario; sulla montagna, senza unirmi alla croce ed approfittare dei suoi frutti, ero il rancore, ribelle, bestemmiatrice; tutto il mio essere immerso nell'inferno buttava veleno e sprizzava fuo­co da tutti i sensi...

Il dolore di Gesù passava attraverso il mio cuore e mi era insopportabile, era infinito...

Quanto soffriva il mio Gesù e quanto, con Lui, mi faceva soffrire! Anche se immersa nell'inferno, vedevo ciò che Lui soffriva, sentivo il Suo dolore...

Gesù è entrato nel mio cuore e ha detto: - Il dolore è fuoco che riscalda, è sole che brilla. Il dolore è vita e salvezza. Coraggio! Il dolore risuscita le anime a Gesù e le salva. Il dolore ha tutto il potere; è salvatore. Ogni anima che soffre con amore, vive unita al suo Dio. Il dolore contiene segreti, tutti i segreti del Signore. È potente e non è compreso; perché non è compreso, è maggiore il suo valore... Tutta la tua vita è misteriosa... Tu provi tutto quello che condanna le anime all'inferno. Vivi l'eternità orribile affinché esse vivano l'eternità di gaudio... Il mio divin Cuore soffre attraverso il tuo cuore; il mio divin Cuore ama attraverso il tuo amore... - ... (diario, 18-9­-1953).