Messaggio del 13 luglio 1981:La Madonna dice piangendo: «Avete dimenticato la Bibbia»
Beata Alexandrina Maria da Costa -
Maria era mia madre e madre dei mondo
... Nel Calvario di oggi sono rimasta morta nelle braccia di non so
chi. L'inutilità e l'indifferenza hanno trionfato sulla cima del
Calvario; la croce era issata in alto e su di essa Gesù crocifisso. E
io, ai piedi della croce, ero nelle braccia di Mammina. Ero morta, pur
tuttavia sentivo il Suo dolore. Io ero Gesù e Lei era mia Madre; io ero
il mondo e Lei era la madre del mondo. Il mio cuore era soltanto
dolore e sangue...
Così sono spirata, così sono passata attraverso la morte, che si è
prolungata per qualche tempo. Per vivere è stato necessario svegliarsi
come da un sonno. Mi sono svegliata più in fretta per l'amore
fortissimo di Gesù che per la sua Voce divina... - Il Signore è qui. È
disceso dal cielo. È venuto a riposare in questo cuore, in questo
calvario. Il Signore è qui con tutto il suo Amore, con tutta la sua
misericordia. Saziati, figlia mia, del mio amore infinito per darlo in
abbondanza. Sono qui con tutta la misericordia perché, per mezzo tuo,
sia data sempre in abbondanza ai peccatori, a tutti i figli miei. È qui
Gesù, è qui con il suo divin Cuore dolente. Parla, figlia mia, comunica
le mie tristezze... -
- Gesù, io non so parlare. Sono indegna, molto indegna di parlare di
Te. Sei venuto colmo di amore e di amore mi hai colmata. Sei venuto
pieno di misericordia e mi hai lasciata traboccante di misericordia. Mi
hai mostrato amore ma il tuo divin Cuore è tutto trafitto da spine e
pugnali. Mi hai comunicato il tuo dolore: è dolore di morte, mio Gesù.
Sono io, o Gesù, sono i tuoi figli a ferirti così. Oh, se io Ti amassi
con l'amore con cui ci ami! Ma, povera me, non amo, né faccio sì che Tu
sia amato. Il mio vivere è tutto inutile. - - È utile, figlia mia, è
molto utile. Ha la massima utilità... La tua sofferenza eleva le anime
verso il cielo; la tua sofferenza le attrae al mio Cuore.
Coraggio! Il Signore è fedelissimo. Da' a Gesù quanto ti chiede... (diario, 30-1-1953).
Quei cuori voglio siano il mio cuore
Non vivo, sento che non vivo. Nonostante questo, sento una fame e una
sete che mi uccidono. Ho fame e sete di Gesù. Ne vado in cerca; pare
che giunga a toccare il cielo ma senza trovarlo. Nubi nere si sfaldano
e io mi disfo con esse, con esse cado nel pantano immondo della terra
fino a sprofondarvi e sparire.
Ho fame e sete infinite, fame e sete insopportabili. Voglio darmi,
darmi a tutti i cuori, a tutte le anime; voglio darmi in modo tale che
quei cuori siano il mio cuore e le anime la mia anima. Voglio vivere in
loro, voglio possederli, voglio che siano una sola vita: la mia vita.
Angeli e santi del cielo, parlate per me! Dite il dolore infinito che
compenetra tutto il mio essere. Dite l'infinità di questa fame e di
questa sete, perché io non so parlare di tale grandezza, di tali
sentimenti... Io sono morte, cecità, inutilità. Io sono un mondo
insopportabile di vizi; io sono un mare immenso di onde velenose; io
sono la disperazione, la condanna, io sono un inferno mondiale.
Le lacrime del Cuore del mio Gesù cadono sul mio cuore; le sento
cadere, sento i Suoi singhiozzi, sento i pugnali e le spade che lo
trapassano, sento il Suo dolore infinito, dolore che oltrepassa ogni
dolore terrestre; ma sono indifferente a tutto. Nulla mi muove al
pentimento, all'amore e alla compassione per il mio Gesù... Ti amo,
Gesù, spero e confido in Te; per Te tutto accetto: sono la Tua
vittima... (diario, 6-2-1953).