Passo i miei giorni morta, all'ombra della morte. Sono morta e mi copre
un'ombra mondiale. Non so come sopportare, come potere resistere a
tanta sofferenza.
Solo il mio Gesù, il Signore onnipotente può trionfare, in così doloroso martirio.
Il cuore e l'anima piangono lacrime di sangue. L'inutilità viene a
berle, a sorbirle tutte appena sgorgano dalle piaghe; non le lascia
apparire: sento come se neppure Gesù le vedesse. Non ho nulla, proprio
nulla per l'eternità. Non ho nulla, nulla con cui possa comprare le
anime. Non ho nulla, assolutamente nulla con cui possa consolare Gesù
e provargli il mio amore. Tuttavia sono indicibili le ansie di darmi,
di liquefarmi, di scomparire in Lui: ansie infinite di liquefarmi nel
crogiuolo della sofferenza, solo per Gesù, solo per le anime... Il mio
Orto fu di morte e di orrore per la sofferenza. Era notte: io ero in
esso compatta e più salda della più dura roccia. Già a notte avanzata,
sul mio petto, come fosse terreno, rimase il calvario con la croce
issata. Io ero il mondo, il calvario, la croce e la scala per cui le
anime salivano a Gesù. Sebbene fossi morte, ero la vita, ero il cielo.
Per il mio corpo la notte fu tormentosa; l'anima, di tanto in tanto
agonizzava di dolore con l'avvicinarsi del venerdì. Stamane, senza
avere dormito, mi è parso di risvegliarmi da un sonno profondo. Mi sono
svegliata di soprassalto: « la morte, la morte! Vado a morire! ».
Andavo a morire mentre ero la vita.
Mi sono incamminata al Calvario: è andato là il mio cuore, incontro
alla morte, per darsi tutto ed essere la vita. lo, nella mia inutilità,
ho seguito cammini differenti, cammini errati. Ho camminato molto, ho
calpestato tutta la terra colpevole. Non so come, portata da una forza
e da un amore che mi spingeva, sono giunta alla cima del Calvario; sono
andata verso la croce di Gesù; mi sono stretta ai suoi piedi; li ho
bagnati con le mie lacrime, ho pianto le mie colpe. Gesù mi lavava con
il suo Sangue. Quanto più mi lavava, tanto più salivo verso di Lui; il
suo divino Amore mi compenetrava a tal punto che sono rimasta tutta
Cristo: il medesimo dolore, le stesse piaghe, la stessa agonia, lo
stesso amore. Non ero io a consegnarmi al Padre: era Lui in me a
consegnarmi...
... Si è riconciliata la terra con il Cielo... Dopo brevi istanti, Gesù
è venuto...: - Il Cuore divino di Gesù trabocca di amore. Lancia su
tutta la terra a tutti i cuori e a tutte le anime le stesse fiamme, lo
stesso incendio di amore. È Padre, è Padre buono. Vuole darsi e fare sì
che tutti i suoi figli ardano nelle stesse fiamme, nello stesso
incendio di amore...
Vengo a chiedere amore. Vengo a chiedere frequenza alla Eucarestia.
Vengo a chiedere il rosario e la devozione pura e santa alla mia Madre
benedetta... E tu, figlia mia, parla alle anime, incamminale a Me.
Parla loro della mia misericordia e del mio amore; ma non tralasciare
di parlare loro della mia giustizia e della giustizia del Padre mio.
Va' in pace e da' la mia Pace. (diario, 23-1-1953).