... Il giorno della Immacolata Concezione, titolo che io amo di più, fu
triste per me: molto triste e doloroso. Senza saper vivere e parlare
con Lei rinnovai con frequenza il mio voto di purezza. Lo faccio tutti
i giorni, ma in questo, non so se posso dirlo, lo feci con più amore,
senza sentire consolazione e senza sentire che L'amavo...
Oggi ho avuto la santa Messa in camera: ho chiesto a Mammina di
assistervi per me e Le ho detto: - Sono certa che mi porti con Te e
così accompagno, come devo, Gesù nella rinnovazione della sua Santa Passione e Morte sul Calvario. -
Durante il viaggio, il dolore del cuore mi ha fatto varie volte venire
agli occhi lacrime amare... La Mamma addolorata ed agonizzante presso
la croce mi straziava il cuore con il Suo dolore, creando radici tanto
profonde che i nostri cuori non si sono più separati. Ella ed io
avevamo lo stesso dolore ed ambedue lo stesso dolore di Gesù.
In questa mutua unione di dolore, amore ed agonia, Gesù è spirato. Mi è
parso che il mio corpo sia rimasto senza anima. È passato un po' di
tempo in questa separazione.
Ho ricevuto di nuovo la vita ed ho udito la voce di Gesù: - Abbiate
compassione dei Cuori addoloratissimi di Gesù e di Maria. Abbiate
compassione! È un dolore infinito. Riparate per tanti crimini e
iniquità... Mia figlia, la tua vita è la Mia; è la vita di Cristo
crocifisso. Io fui vittima; fui vittima dell'umanità con la mia Madre
benedetta. Tu continui ad esserla con Lei e con Me. E' il motivo del
tuo soffrire. (diario, 14-12-1951).
« Mio buon padre [Umberto], non sono degna di perdono perché ho con lei
molti debiti... Il nostro doloroso calvario non ci consente quasi mai
di compiere il nostro dovere. Dopo quattro mesi di sofferenze, Gesù è
venuto a prendere l'anima del nostro caro zio e padrino: se ne è
partito il 10 ottobre, alle ore 23.
Grandissima la nostra sofferenza: è stata la perdita di un padre.
Grazie a Dio è morto come un santo, ben disposto e rassegnato; ed è in
cielo. Ma non per questo i nostri cuori hanno cessato di sanguinare e i
nostri occhi di piangere. Siamo umane e tanto fragili.
Qui tutto come al solito: sempre dolore, sempre croce in questo calvario ben doloroso.
Ma chi non deve conformarsi e rallegrarsi nella volontà del Signore?...
Mi rimane soltanto la speranza nel Signore e l'abbandono nei Cuori di
Gesù e di Mammina.
Bramo di essere liberata da questo esilio, ma non vedo il modo di
maturare e sarà per questo che Gesù non si affretta. E lei, quando
viene in Portogallo? La aspettiamo tutti con ansietà. Sa a chi sto
dettando [questa lettera] ? Ad Irene, la figlia maggiore del dott.
Azevedo s°, che è qui da noi da oltre un mese, perché ammalata; ella
chiede preghiere e saluta, così come il signor dottore e tutti.
Saluti, molti saluti da mia madre, da Deolinda, dalle mie cugine e
S?ozinha. Non ci dimentichi presso il Signore. Chiedo perdono e la
benedizione » (lettera a d. Umberto, 19-12-1951).
... Ah, potessi far capire ciò che è la giustizia del Signore su di
noi! Potessi mostrare a tutte le creature ciò che è un'offesa fatta al
Signore e quanto meritiamo di essere castigati! Non posso pensare alla
mia sfrontatezza quando pecco contro il Signore.
Peccare è crocifiggerlo; è rinnovare la sua Passione. Non voglio essere
crudele; non voglio più peccare e voglio soffrire tutto per evitare il
peccato, voglio non consentire più che una sola spina vada a ferire il
Cuore divino del mio Gesù...
- Mia figlia, ama molto chi molto soffre; sa vivere chi sa soffrire.
Figlia cara, il mio divin Cuore è grande, infinitamente grande. E ha
reso grande, infinitamente grande anche il tuo. Nel mio Cuore ci sta il
mondo intero, vi è posto per tutti i cuori. Ed il tuo, che resi tanto
somigliante al mio, serve loro di rifugio. Più ancora: attraverso il
tuo cuore passano cuori erranti, cuori che fuggono da me, cuori che
hanno smarrito il mio divin Cuore. Per le tue sofferenze, per il tuo
martirio, ritornano a Me, giungono a ritrovarmi. Oh, se sapessi, se
comprendessi la missione sublime per cui Gesù ti ha scelta, moriresti
di gaudio... - (diario, 28-12-1951).