E’ impossibile descrivere il martirio di questa settimana. Le
sofferenze furono molte e varie, ma il tormento dell'inferno fu
tremendo, spaventoso. lo vi ero sopra, le fiamme mi toccavano e
l'anima sentiva gli orrori infernali. Vedevo i demoni, udivo le loro
urla e i gemiti di molte anime. La disperazione era completa: perdere
Dio! Non vedere mai più Dio! Le fiamme e le sofferenze mi trapassavano
come vento furioso, come tempesta distruggitrice. Tutto il mio essere
era trafitto come la vetrata è trapassata dai raggi del sole infuocato.
Non vi era nulla in me che non provasse questi orrori. In me e nel
mondo intero tutto era inferno. Sentivo che tutta l'umanità, con poche
eccezioni, era su questo tremendo e spaventoso abisso. Mi offrivo a
Mammina affinché Ella, con la sua sapienza e con il suo valore, mi
offrisse a Gesù per così grande riparazione...
- Anime, molte anime, figlia mia, sono negli artigli di Satana.
Soltanto a costo di molto dolore, molto sangue, molta immolazione
possono essere liberate...
Ricevo il tuo dolore, ricevo il tuo martirio, prendo la tua mano e vado
con te, nascosto, a strapparle a Satana; ma soltanto con la tua
cooperazione. - Le vedo, Gesù, la mia anima le vede bene: sono tanti i
demoni ed esse nelle loro grinfie come negli artigli di leoni.
Poverette! Non risparmiare a me sofferenze, ma risparmia a loro le pene
eterne. - ... (diario, 3-8-1951).
...Ieri passai un giorno doloroso, fu un giovedì difficile da
trascorrere. Mi pareva di essere venuto" dal cielo a trasformarmi in
un verme della terra. In questa trasformazione io ero un verme
schifoso, putrefatto, corroso che camminava forando sempre tutta la
terra immonda. Nell'Orto sentii come se fossi vissuta nascosta senza
aver compreso chi io ero e da dove ero venuta. Ero venuto dal Cielo e
venivo ad aprire un cammino per dar vita a tutti coloro che erano
morti, affinché lo seguissero. Al vedere che ero la vita e che non
volevano accettare la mia vita, tremai, mi sgomentai, agonizzai e sudai
sangue. Stamani sono andata verso il Calvario, triste, umiliata,
sempre lo stesso verme ad aprire il cammino, senza perdere la vita del
Cielo. Giunta sulla cima, terminato il viaggio, è stata issata la croce
ed io vi sono stata crocifissa con Gesù. Ho continuato ancora ad essere
il verme corroso, ma responsabile verso l'Eterno Padre per l'umanità
colpevole. Mio Dio, che vergogna nel vedermi davanti a Lui, piena di
malvagità e di crimini: tutta miseria, tutta putredine! Se non vedevo
me davanti all'Eterno Padre, si vedeva Gesù dentro al mio cuore ed io
soffrivo con Lui e con Lui gridavo così forte che pareva echeggiarne
tutta la terra. Ma l'Eterno Padre non dava ascolto: la mia anima Lo
vedeva respingermi e io Lo sentivo. Mio Dio, che agonia! Ma non per
questo il cuore cessò di vibrare d'amore. Le fiamme [di amore] si
alzavano, giungevano al cielo. Gesù voleva darlo alle anime. Gesù è
spirato, ed io con Lui... (diario, 17-8-1951).