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Messaggio del 18 agosto 1983:State attenti ad ogni pensiero. A Satana basta un vostro cattivo pensiero per allontanarvi da Dio.

Beata Alexandrina Maria da Costa - II mio dolore è immerso in un mare infinito di un altro dolore


... Un pomeriggio di questa settimana sentii come se la mia carne stesse abbrustolendo e il corpo bruciasse nelle fiamme. Non ero sola e una persona presente` disse: - Che puzza di cenci bruciati! - Mia sorella corse in cucina a domandare alla mamma se aveva acceso il fuoco da qualche parte; ella rispose di no. Questo odore intenso e sgradevole era in camera mia. Ad un certo punto non sentii più le fiamme consumatrici e la puzza scomparve. Mio Dio, un letto in fiamme senza che io potessi uscirne! Che sarà mai l'inferno? Che eternità di disperazione!... (diario, 15-6-1951).

... Ieri, giovedì, ancora molto presto, senza che io lo volessi, il mio cuore mi disse: arriva il venerdì, il venerdì crudele! Sei tu, o giovedì ingrato, che me lo porti`. Lo sgomento si impossessò di me; rimasi come morta sulla umanità. Ero un cadavere ghiacciato, trasformato in roccia`. Non potevo sop­portare di vedermi né sentirmi in quello stato.

Caddi agonizzante nell'Orto. Volevo, a costo del sangue e della vita, dare nuova vita al mio cadavere immenso. Si ruppero le vene, sudai sangue, il mio cuore ricevette i più dolo­rosi e crudeli maltrattamenti; lo spavento mi accompagnò con­tinuamente; ed il cuore era sempre ansioso di darsi: dare fino a morire di amore. Stamane sono andata al Calvario con gli stessi sentimenti, le stesse ansie... (diario, 22-6-1951).

... Ho vergogna di lamentarmi sempre. Ma, mio Dio, sic­come devo obbedire, sono obbligata a dire ciò che avviene nella mia anima. Che posso dire altro, se tutto il mio essere è sofferenza? Non ho nulla in me che non sia dolore. E tutto il mio dolore è immerso in un mare infinito di un altro dolore. Ed è questo dolore che ferisce Gesù; è stato questo dolore che ha toccato e ferito il suo divin Cuore. Io svengo; non sopporto tanto dolore, questo dolore che non è umano: è solo di Gesù. Non resisto e non ammetto le offese fatte a Lui, non ammetto tanta cattiveria.

Soffro per non poterlo consolare; per non avere vita e cuore per amarlo. Devo tanto al mio Signore... (diario, 20-7-1951). Mi pare di essere crocifissa per abitudine; mi pare di non fare nessun sacrificio, di non aver meriti, di non amare Gesù e di soffrire nulla per Lui. È una vita senza valore, una vita che non sa vivere. Tutto è morte: quanti dolori, quanti sospiri nascosti e soffocati! Sono sotto il mondo ed è questo stesso mondo che soffoca in me i sospiri e nasconde i miei dolori. Nessun mio grido arriva al Cielo: di là non si ascolta nessun gemito, non si vede nessuna lacrima. Che abbandono, mio Gesù! Questo peso mondiale mi ha ridotta come uno straccio im­mondo e nauseante e mi ha fatta sparire. Non sono polvere, non sono nulla; non esiste neppure l'ombra del mio passato; non so se sono vissuta, se ho qualche volta conosciuto la vita.

Mio Dio, quanto costa, come è penoso passare attraverso que­sto esilio!...

Mi resta la fiducia: credere, credere sempre! Ho una eter­nità intera per amare il mio Gesù, per amare i miei Amori. E in quella vita senza fine io proverò tutto e avrò tutto per dare a Loro: amore, amore, sempre, eternamente amore... Lungo il Calvario ho sentito Gesù come Signore onnipo­tente ridotto nella più grande miseria, coperto delle mie ini­quità. Non riesco a pensare come Gesù, tanto grande, tanto puro e santo, potesse essere tanto piccolo, tanto umiliato e ri­dotto ad un cencio immondo. Piccolo e umiliato, ma era grande nella sua grandezza e amava infinitamente, come infinitamente soffriva.

- Che dolore, mio Gesù! È grande come Te! - - È grande, infinito, perché è Mio, ed è l'umanità che ferisce il Cuore di un Dio... - ... (diario, 27-7-1951).