MaM
Messaggio del 25 marzo 2000: Cari figli, pregate e utilizzate questo tempo, perché è tempo di grazia. Io sono con voi e intercedo davanti Dio per ognuno di voi affinché il vostro cuore si apra a Dio e all'amore di Dio. Figlioli pregate incessantemente fino a che la preghiera diventi gioia per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Beata Alexandrina Maria da Costa - La malattia sta distruggendomi sempre più


... Non voglio né posso pensare alle ore dolorose tristi ed amare di questi giorni. Ed io sola, senza nessuno con cui sfogarmi! - Gesù, soccorrimi! Mammina, mostrami che mi sei Ma­dre! - Nei momenti di maggiore sfinimento ho ripetuto molte volte questa invocazione. Per la misericordia del Signore, penso di non averlo offeso con questo scoraggiamento perché la mia volontà è rimasta sempre fedele alla divina volontà di Gesù. Pazza dal dolore, senza un raggio di luce né il minimo conforto, quando invocavo soccorso dal Cielo chiedevo anche l'aiuto del mio padre [Pinho] e di quelle persone che nella mia vita mi sono state di sostegno e di conforto. La tempesta non si calmò. Era tutto rovina. Mi sembrava di essere un albero fecondo, carico di frutti che la furia della tempesta ha distrutto portandone via i frutti, i rami e perfino il tronco, ma tanto lontano da non vederne le tracce. Rimase soltanto il dolore... Il dolore fu tanto violento che non potevo sopportare il minimo rumore o mormorio: tutto mi si rifletteva talmente nel cuore, da non poterne più. O Gesù, o Mammina, sia tutto per Vostro amore: fate che queste sofferenze servano di riparazione ai vostri Cuori e per placare la giustizia di Dio...

Da che cosa nacquero tutte queste sofferenze? Io non lo so. Sarà colpa mia? Saranno le mie imperfezioni? Sarà perché non so soffrire e sono molto suscettibile? Perdono, mio Si­gnore, Tu sai le vere cause... - O Gesù, mio dolce amore, ho sofferto tanto e Tu sei ancora triste? Per quale motivo? Perché non ho saputo soffrire o perché a me parve molta la sofferenza e non fu nulla? - Potessi vedere ciò che è scritto in Cielo! Solo per le sofferenze di questi giorni fu molta la riparazione che hai dato al mio Eterno Padre, furono tante le anime cui hai evitato l'inferno. - Credo, Gesù, perché Tu lo dici. Ma allora perché sei triste? Ahi, l'inferno, Gesù! Che fiamme nere! Non piangere, Gesù, lascia piangere me ... - ... (diario, 25-5-1951).

« Mio buon padre [Umberto], molte volte ho pensato ed espresso il desiderio di dettare alcune parole per darle notizie: non mi fu possibile farlo. Mio Dio, cosa è mai la nostra vita! Sembra che abbiamo rotto le nostre relazioni, ma non è così. Quanto più il tempo passa, tanto più aumentano le no­stalgie ed il ricordo della santa amicizia dispensataci e del grande appoggio dato alle nostre anime. Dimenticarla? Mai! Non vogliamo essere ingrate. Abbiamo avuto malattie: il padrino, la mamma e Deolinda. È calvario, solo calvario. Ed io? Non c'è da meravigliarsi: la malattia sta distrug­gendomi sempre più; malattia e moltitudini che si uniscono qui in pellegrinaggio... Gli amici sono sempre amici, tanto nostri come suoi. Tutti la ricordano con rimpianto. Verrà nelle vacanze? Chi non vuole non promette. L'aspettiamo con le persone di cui parla. Ab­biamo tanta nostalgia! Ho sofferto molto per non averle potuto scrivere. Sono sempre la stessa inconvertibile: piena di buoni desideri e buoni propositi, ma non vado oltre. Se sapesse lo stato della mia anima! Non so neppure spie­garlo. Che tremenda ignoranza! Ho tante cose di cui la devo ringraziare. Mi diceva in una sua lettera alcune frasi che non com­prendo, perciò non so cosa risponderle. Rimasi a pensare che si sia smarrito qualche cosa. Sarà permissione di Dio o qual­che scherzo dello "zoppetto" [il diavolo] ? Pazienza! Una cosa è certa che Gesù è contento di ciò che lei fa perché è tutto per grazia Sua e per Lui. Mi domanda il motivo della mia gioia a riguardo del Car­dinale. Mi manda a dire sovente buone parole incoraggianti; promette di visitarmi. Ma piuttosto che qualcuno ce l'abbia a male, preferisco soffrire sola e non vederlo se non in cielo.

Penso che in agosto avrò nuovi interrogatori da parte del sacerdote dott. Sebastiano Cruz, segretario dell'arcivescovo. Mi è molto amico; è venuto a visitarmi molte volte. Avvenga ciò che Dio vuole; io non desidero altro... » (lettera a d. Umberto, 11-6-1951).