«Mio buon padre [Pinho], ... oggi il padrino` è andato per una
radiografia. Il medico suppone che abbia un cancro al fegato; se è
così, vivrà ben poco tempo. Anche la mamma sta assai male. Deolinda sta
curandosi il cuore. Regali di Gesù! E io? Mi pare che il dolore mi
disfi il corpo e l'anima. Il dolore, soltanto il dolore si è
impossessato di tutto il mio essere... I miei occhi fissano il Cielo;
il mio cuore grida incessantemente nella più triste e dolorosa
agonia... Ma non v'è soccorso per me dal Cielo. E sulla terra mi pare
siano morti tutti gli amici: ne ho tanti e mi pare di non averne
nessuno.
Il Cardinale continua a inviarmi parole di conforto. Il sacerdote dott.
Sebastiano Cruz, segretario dell'arcivescovo, è venuto qui varie
volte. La settimana scorsa mi ha detto che ritornerà in questi 15
giorni con più tranquillità per parlare delle mie cose; che ora
tratterà del mio caso. Gli occhi mi si sono riempiti di lacrime e gli
ho detto che non volevo essere di nuovo messa in pubblico perché lo
sono già troppo... » (lettera a p. Pinho, 27-4-1951).
Non sopporto il pensiero delle visite. Non è soltanto l'eccesso di
stanchezza che mi fa soffrire tanto: talvolta sento in me una tale
ripugnanza, una tale avversione per le visite che mi fa aumentare
immensamente il mio soffrire. Non vorrei questo sentimento perché
voglio e amo la croce per amore di Gesù e delle anime; ma ciò ripugna
alla mia povera natura. Cosa viene a vedere in me questa gente? Se in
certi momenti questa riflessione perdura, provo tale umiliazione e mi
appare così grande e insopportabile il mio nulla da darmi la
impressione di sprofondare sotto milioni di mondi che mi cadono sopra.
... Sono nulla e non ho nulla; ma Tu, o Gesù, sei tutto. ... Oh se mi
concedessero di rimanere in questo silenzio di morte! Di non dire
nulla, proprio nulla! Non so, ma mi pare che proverei gioia, nonostante
la grande necessità ed ansietà che il mio cuore ha di parlare del
cielo, di Gesù, del Suo amore, della Sua misericordia. Sì, il cuore
brama di uscire dal mio petto e volare per il mondo, di possedere una
voce che, ad ogni momento, incessantemente, si faccia udire a tutta
l'umanità chiedendo ad ogni creatura di non peccare, di venire a Gesù.
Potessi convincere tutti di quanto Egli ci ama, e che soltanto Lui è
buono!... (diario, 4-5-1951).