La mia anima non ebbe alleluja: le pare che non si sia celebrata la
resurrezione di Gesù... I rintocchi delle campane, gli alleluja furono
per me dolore, agonia mortale. Il giorno 27 fu il nono anniversario del
mio digiuno. Anche questo aumentò il mio dolore. Tutto questo rubò la
vita alla mia vita senza vita. Non seppi vivere la esultanza del Cielo.
Mi unii in spirito, ai festeggiamenti celesti, ma senza godimento:
tutto fu notte, tristezza e morte. Soltanto la volontà si mantenne
fedele: rimasi contenta sulla croce...
... Sull'alto della croce, tutto il mio essere si trasformò in Cristo.
Fui talmente da Lui imbevuta, che non vi era in me nulla che non fosse
Suo. Mi pare che Gesù sia entrato in me con più intensità di quella dei
raggi del sole attraverso una vetrata. Io non avevo occhi, udito,
pensieri, labbra, cuore che non fossero di Gesù. Soffrivo con Lui; o,
meglio, Egli soffriva in me: soffriva soltanto Lui. Con un grido
dolorosissimo fissai gli occhi al Cielo; il cuore pronunciò la parola «
consummatum est » e consegnai al Padre il mio spirito... (diario,
30-3-1951).
Dirò poco, perché non posso; non è solo per la mia ignoranza, ma per
le forze che non mi permettono nulla. Sono in preda ad una nuova crisi.
Ahi, quanto soffre questo povero corpo che non è neppure un cencio!...
L'amore fu sepolto nella mortalità immensa che ho in me e che vedo
fuori di me. Sono sulla croce. Non vi è nulla nel mio corpo che non
partecipi della croce. I chiodi sono molto sovente ribattuti; la corona
della testa viene schiacciata e le spine battute perché penetrino di
più. Spesso mi pare di non resistere a tanto dolore. Il cuore, ridotto
in una massa di sangue, ha la lancia, le spine e le frecce; è pieno di
strumenti che lo feriscono. Queste ferite non possono cicatrizzarsi; di
tanto in tanto sono ravvivate. Nulla dico, mio Gesù, e chissà che non
dica troppo e che questo non sia un lamentarsi esagerato. O mio re
d'amore, Tu lo sai: il mio fine non è di lamentarmi, ma di obbedire.
Non posso parlare d'altro perché non ho altra cosa se non dolore...
Gesù mi ha fatto un regalo che avrebbe dovuto consolarmi; ma, come
tutti i doni che io ricevo, si è dissolto, mi ha lasciato solo un po'
di conforto.