MaM
Messaggio del 25 dicembre 1988:Cari figli, vi chiamo dalla pace, vivete la pace nel vostro cuore e nel vostro ambiente, affinché tutti possano conoscere la pace che non viene da Voi, ma da Dio. Figlioli, oggi è una grande giornata: gioite con Me; celebrate la nascita di Gesù con la Mia pace con la quale sono venuta come vostra Madre: Regina della Pace. Oggi vi do la Mia benedizione speciale: portatela ad ogni creatura, affinché abbia la pace. Grazie per aver risposto alla Mia chiamata.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Dal Calvario la salvezza (Momenti della Passione)


... Mi pare di non conoscere Dio e di non averne mai sen­tito parlare. Dove è andato, dov'è la Sua luce? Gesù, aiutami! Aiutami Mammina in così dolorose tenebre, in così tremenda morte! Sono sull'alto delle mie torri moribonde. I venti soffiano, le onde agitatissime del mare tentano sommergermi; pare che in mezzo al mare sia stata eretta la più alta e spaventosa montagna. Tutte le specie di belve se ne sono impadronite per divorarmi. Le onde agitate paiono toccare il cielo: coprono tutto, distruggono tutto; soltanto le fiere conservano il loro furore contro di me. Ho perso tutto, in me tutto è morto; sembra morta in me persino la fede. Abbandonata nei Cuori di Gesù e di Mam­mina, ripeto: « Non ho volere, voglio ciò che Essi vogliono; vado dove essi vogliono condurmi e sono certa di morire in Loro e di dare i miei conti a Gesù ». Dicendo questo, mi rinsaldo di più in Gesù e Mammina, mi aggrappo meglio ai Loro Cuori divini. Senza confidare, con­fido di più in Loro; senza amare, Li amo di più; senza vivere, vivo di più in Loro. È in Essi che mi voglio perdere. Voglio essere distrutta dalle onde del Loro amore. Ieri il mio cuore non poté cessare di sentire l'Orto e il Calvario: gli occhi dell'anima non potevano perdere di vista questa visione; non so quale forza mi tratteneva là. Era già pomeriggio e sentii come se fossi sempre andata lontana dal Calvario. Subito dopo, io, o Qualcuno per me, l'ha fatto rinverdire e fiorire. Io ero la giardiniera di molti, belli e svariati fiori; ardevo di amore per loro; li curavo e li innaffiavo con il sangue del mio cuore. Poco dopo vedevo che essi volevano inaridirsi: sperperavano il mio sangue. Una siepe di spine cinse il mio cuore: sentii un dolore di morte, dolore infinito e sul suolo dell'Orto sudai sangue, agonizzai e con le mie mani offersi all'Eterno Padre il calice traboccante dell'amarezza. Questa mattina... ho visto la montagna del Calvario e la croce issata senza nessuno. Gesù mi fece capire che era la mia, che vi salissi volentieri, e vi rimanessi sempre crocifissa. ... - Ascoltate con attenzione; è Gesù che parla. Parlo attraverso le labbra della mia vittima, come in altri tempi per bocca dei profeti. Attenzione! Accettate le richieste di Gesù. Voglio amore, amore puro, amore basato soltanto in Me. Il mio Cuore esige un amore completo... esige riparazione con­tinua... - ... (diario, 26-1-1951).

Tutto il mio essere è morte e tutte le cose cadono in fran­tumi, morte, disfatte presso di me. Io sono il sepolcro ove tutto viene seppellito. Che sepolcro immenso! Vi è sepolta tutta la mortalità umana. È un abisso di profondità. Quanta più mor­talità vi cade, tanto più ha posto per riceverne; non capisco perché la mia ignoranza non mi lascia comprendere né esprimere. Se da un lato sono sepolcro e ho posto per tutta la mor­talità, ho anche fame di essa, mi lancio verso questa immon­dezza, pazza e cieca per i piaceri... dall'altro lato sono vita, ho un cuore di amore, sguardi di compassione e tenerezza... I miei sguardi non reggono a fissare tanta immondezza, tanta morte. L'anima piange, sospira; il cuore non può cessare di amare. Ama tanto, ama infinitamente e scoppia di dolore; sente continue frecciate, rimane lacerato in sangue e calpestato, sputacchiato e disprezzato; ma non cessa di amare; è pazzo di amore. Come avesse braccia, le apre per abbracciare tutta questa immondezza e morte, per ricevere in sé quanti lo feri­scono senza guardare alla gravità con cui fu ferito. Solo esso è la medicina; solo esso può dare vita a quella morte: la sua stessa vita, trasformando tutto in sé. ... Ieri sfuggivo al Calvario o, meglio, sentivo che tutta la mia vita lo aveva fuggito, senza pensare né all'Orto né alla croce. Ero separata da Dio, mi pareva di odiarlo, Lui e la Sua legge. In questa separazione condussi una lunga vita. Quanto più fuggivo Gesù, tanto più la mia anima vedeva il suo divin Cuore seguirmi e comprendevo meglio l'amore con cui Egli mi amava; quanto più mi allontanavo e Lo facevo soffrire, tanto più Egli correva verso di me. Lo vedevo, nell'Orto, solo, prostrato nell'agonia a sudare sangue: fu allora che venni ad unirmi a Lui, in Lui mi rinnovai, in Lui vissi. A Lui mi associai per seguirlo e portare la mia croce. Passai la notte in grande unione con Lui, sempre triste, sempre nel dolore. Questa mattina sono andata verso il Calvario. La croce pe­sava sulle mie spalle piagate; il sangue, colando dalle spine, mi bagnava il viso; il cuore, di tanto in tanto, mandava alle labbra fiotti di sangue.

Erano tante le sofferenze, grande lo sfinimento, mortale la tristezza!

In cima alla montagna sono caduta esausta. Sono stata tra­scinata; nuove ferite si sono aperte nel mio corpo; già quasi moribonda, con sforzo sommo, mi sono rialzata.

Crocifissa, ho continuato a sentire che il mio corpo non era altro che un cadavere.

Gesù nel mio cuore, ma Lo sentivo come se fosse al mio fianco, era la Vita. Ero morta, ma con Lui stavo rivivendo. Il Suo divino Cuore in agonia beveva avidamente tutta la sofferenza nell'ansia di comunicarmi la sua Vita, di farmi vi­vere di lei: è quanto mi fece comprendere Gesù in tale do­lorosa sofferenza. È venuto il momento di spirare; ho cessato di sentire la vita di Gesù. Sono rimasta solo io morta; ma per poco tempo. Gesù è tornato, ma questa volta a vivere tutto in me, dan­domi la sua Luce: - Figlia mia, il tuo compito di vittima, la tua missione sublime è difficile, ma abbi coraggio: con la mia divina grazia vincerai tutto... ... Figlia mia, tutto ciò che faccio e opero nella tua anima, non è già per te perché Mi ami molto e vivi come Io voglio. Lo faccio per le anime, perché comprendano il mio amore e imparino a vivere di Me e per Me...

... Mi permetti, figlia mia, di crocifiggerti perché tu riman­ga sulla croce con tutti i supplizi sino al termine del santo tempo di Quaresima?... - Sì, mio Gesù, fa' come vuoi: il mio corpo è Tuo; cro­cifiggimi liberamente. - Sono venuti due angioli che portavano la croce; un altro portava i chiodi; un altro ancora la corona di spine; un ultimo la spugna e la lancia. Gesù stesso mi ha crocifissa, mi ha coronata di spine, mi ha trapassato il cuore con la lancia ed ha collocato la spugna sulle mie labbra... (diario, 2-2-1951).