Doveva essere un giorno di grande consolazione e gioia perché, per la
prima volta, il figlio del mio medico tanto buono celebrava una Messa
nella mia cameretta. Vedevo grande gioia in tutti i presenti e io mi
univo a loro, ma la mia era una soddisfazione finta. Sorridevo per
nascondere il dramma amaro che mi avveniva nell'anima: in me morivano
tutte le gioie; una nube nera le aveva nascosta tutta la luce; mi
sentii e mi vidi ignorante a tal punto che non fui capace di
accompagnare il mio caro celebrante nella celebrazione della Messa.
Ricordai tutto e tutti al Cielo e là diressi anche le briciole di
questa sofferenza, l'incenso di tanto doloroso sacrificio. Mio Gesù, io
non so accompagnarti nella rinnovazione della tua santa Passione; non
so assistere al santo Sacrificio della Messa! Accetta la mia ignoranza
con i desideri ardenti di compiere la Tua santa Volontà; donami il Tuo
amore: sono la tua vittima. Giunse il momento della Comunione, Gesù
entrò nel mio cuore, lo trasformò nella Sua grandezza: Egli viveva in
me, io ero grande come Lui: grande nell'amore, grande nel dolore;
entrambi erano infiniti. Trasformata tutta in Gesù, con cuore ardente,
udii che mi diceva: - Figlia mia,... sono nel sacrario del tuo cuore,
illuminato dalle fiamme ardenti del tuo amore; abbi fiducia, figlia
mia: tu mi ami in modo saggio e fedele; la tua ignoranza è la mia
sapienza, le tue tenebre sono la mia luce. Non meravigliarti dei
sentimenti della tua anima: ti preavvisai di tutto questo. Ti tolsi la
luce, la consolazione e la gioia di tutte le cose per mia gloria e
riparazione al mio Eterno Padre. Non sono Io ad esigere questa
immolazione totale, sono le falsità, sono le turpitudini del mondo
intero... - ... (diario, 7-10-1950).