MaM
Messaggio del 9 febbraio 1984:Quando pregate dovete dedicare un tempo più lungo alla preghiera, perché pregare significa dialogare con Dio. La preghiera serve affinchè dopo vi sia tutto più chiaro. La preghiera vi fa conoscere la felicità. La preghiera vi insegna a piangere. La preghiera vi fà fiorire. La preghiera non è uno scherzo. La preghiera è un dialogo con Dio. Ecco cos’è la preghiera. Ed ora che lo sapete, non la trascurate.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Dovevo riconciliare il Cielo e la terra (Momenti della Passione)


... Questa mattina sono andata verso il Calvario... La tri­stezza era mortale; il cuore pulsava, ardeva d'amore, aveva ansie di giungere alla fine del viaggio per dare la vita... ardeva e aveva ansia di comunicare a tutti i cuori quel fuoco d'amore... Issata la croce, mi pareva di avere in essa soltanto il cuore, che continuava ad avere un amore tanto forte da formare catene che lo legavano alla croce e possedeva radici che ge­neravano radici per consolidare lo stesso legno della croce. Solo verso la fine dell'agonia ho sentito che stava sulla croce tutto il mio corpo, impresso interamente nel Corpo Santissimo di Gesù. Il suo divin Cuore gridava entro il mio al Suo Eter­no Padre con un grido dolorosissimo. In quel momento ho sentito che ero una sola cosa con il Padre e possedevo la Vita del Padre. Mentre provavo questi sentimenti, ho sentito la separazione di Gesù. Passati alcuni momenti di morte, mi sono sentita im­mersa in un mare infinito e possedevo una vita, un cuore di una grandezza infinita. Oh, come ero grande io, senza essere io! Il tempo si è prolungato in questa immersione confor­tatrice... In unione con Gesù, immersa nel suo Amore infinito, con un dolore mortale nel cuore, non ho potuto resistere e mi sono lamentata con Gesù: - Che dolore è questo? È insopportabile! Se non fossi con Te, non resisterei. Che devo fare? - Soffrire per Me! Confidare in Me, figlia cara. Il dolore che provi è quello che poco fa ho fatto passare dal Mio al tuo cuore. Nascondilo il più possibile all'ombra del tuo sorriso. Qualche volta per la sua violenza trasparirà; ma non preoc­cuparti: sono Io a volerlo e a permetterlo. Voglio mostrarlo al mondo e testimoniare la mia Vita divina in te... - (diario, 25-5-1950).

... Ieri giovedì fu doloroso, ma non per la visione dell'Or­to; non l'ho avuta quasi mai durante la giornata. Avevo il mio dolore come gli altri giorni: quel dolore infinito, superiore alle mie forze, ma che Gesù ha sempre vinto in me; ma non avevo quello che Lo tormentò nell'Orto degli ulivi. Soltanto a notte incominciai a sentire vivamente nell'ani­ma la rivolta del Cielo contro la terra. Io dovevo riconciliarli, dovevo essere riconciliato ed allo stesso tempo dare nuova vita. Io ero corruzione e dovevo con il mio sangue cancellare la stessa corruzione. Io ero niente ma contemporaneamente stavo nelle altezze: avevo la vita stessa di Dio, ero la Sua stessa giustizia. Tutto questo mi fece soffrire moltissimo e mi tra­sportò nell'Orto... Immersa nel mare del mio martirio passai la notte il più possibile unita a Lui... Questa mattina, rinforzata dalla santa Comunione, riscaldata un poco dal fuoco di Gesù, ho percorso con Lui il Calvario... (diario, 1-9-1950).

... Ho avuto la grande grazia di avere nuovamente la cele­brazione della Santa Messa nella mia cameretta. Dico « gra­zia » perché è l'atto più grande e santo, non perché abbia provato gioia né consolazione: Gesù ha permesso soltanto che il cuore e l'anima mia ne avessero conforto e pace... Mi pareva di non sapervi partecipare, di non accompa­gnare i passi di Gesù; però, anche così, sono vissuta fuori di me, immersa non so in che cosa: era un abisso infinito che mi dava forza e coraggio affinché l'anima ed il cuore vivessero. Quando feci la Comunione, nello stesso istante che Gesù scese in me, rimasi maggiormente immersa in quell'abisso in­finito che si illuminò di nuova luce.

Subito la voce di Gesù si fece sentire chiaramente: - Fi­glia mia, amami, amami sempre nella tua croce; è mio il tuo cuore... Confida: fui Io che scelsi la tua vita, che tracciai i tuoi sentieri pieni di spine... Di' al tuo medico che ricevetti dal suo primogenito l'onore e la gloria che il mio Cuore ambiva, digli che continuo a ve­gliare la sua aiuola fiorita e che non tema per la sua voca­zione... - ... (diario, 2-9-1950, dettato il 5-9-1950).