MaM
Messaggio del 8 novembre 1984:Cari figli, non vi rendete conto dei messaggi che Dio vi manda attraverso di me. Egli vi concede grazie, ma voi non capite. Pregate lo Spirito Santo perché vi illumini. Se sapeste quante grazie vi concede Iddio, voi preghereste senza interruzione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Come in una culla di morte


In questo santo tempo di Pasqua ho sofferto molto profon­damente, immensamente. Non so esprimermi. Ho avuto delle ansie quasi insopportabili, una fame, ma fame dell'anima: una fame che sento non essere mia. Volevo mangiare la Pasqua con tutta l'umanità, volevo possedere tutti e che tutti mi possedes­sero e si trasformassero in me. Parlo di me, ma non di me perché sento che né questa fame né questi sentimenti mi ap­partengono. Non è la mia vita che ha queste esigenze, ma bensì quella vita, quel soffio che scorre attraverso di me. È una vita tanto grande, infinitamente grande: è vita del cielo e della terra. O mio Dio, io non sono degna. Io non posso contenere tanta grandezza, tanti e così intimi desideri pieni di ansie. O Gesù, sii la mia forza, la forza del mio soffrire!... (diario, 22-4-1949).

Lasciami volare al cielo, lasciami volare a Te, mio Gesù! Fu in un profondo dolore che, spontaneamente, mi sfuggì dal cuore questa invocazione. Io non voglio chiedere il cielo perché ho promesso a Gesù di accettarlo quando vorrà darmelo. Ma l'annientamento è tanto, il martirio è talmente doloroso che, senza il consenso dello spirito, il cuore, quasi volendosi staccare dal corpo e volare a Dio, erompe talvolta in questo grido. Nel mondo non si trova bene, non può più abitare qui; la sua aspirazione è Gesù, soltanto Gesù. Non so ciò che dico, perché non sento vita; non vedo il cammino che batto perché in me tutto è tenebre, spaventose tenebre. Sento che sono dondolata in una culla di morte, sulla morte fangosa di tutta l'umanità. Questa morte di corruzione causa tanto dolore al mio cuore; è tale il rancore, e la crudeltà con cui è trattato che pare mi sia strappato dal petto insieme a tutte le vene che daranno una pioggia per bagnare il mondo. Mio Dio, quale tormento per il mio corpo e la mia anima! Come mi sento annientata sotto il peso di questa sofferenza!... ... Venne Gesù, mi diede vita, ma vita dolorosa e mi disse: - Figlia mia, nel pantano del mondo non può regnare altro che la morte: è la culla nella quale ti senti dondolata. Sono stati il peccato, le iniquità a causare questa morte. Ove è morte, è dolore; ove è morte non vi è luce. Sei vittima, figlia mia: la vittima fedele e veramente immolata non può avere altro vivere. Vieni al mio divin Cuore a prendere conforto e vita, a ri­posare come il contadino che a notte si riposa per le sue fatiche; questi non riposa molto tempo per ritornare subito al suo la­voro faticoso; e sempre così fino a che veda il frutto del suo lavoro. A te però, figlia mia, non avviene qui sulla terra come al contadino: il frutto della tua vigna ti attende nella eternità; soltanto là lo vedrai con chiarezza, alla luce splendente di Dio. Riposa, riposa, mia sposa! Prendi conforto per il tuo dolore in questi momenti celesti. - ... (diario, 29-4-1949).

... Continuo ad essere dondolata nella culla morta sul mon­do morto. La culla si muove con difficoltà, tanto è corrosa. E il mondo morto si spacca in crepacci, in abissi putrefatti nei quali ad ogni momento corre il pericolo di sprofondare. Culla e mondo immersi nella medesima corruzione. Mi pare che il mio corpo si decomponga: ho nausea di me, non posso guardarmi. O mio Dio, che morte! Sono morta! È morto il giorno, morto il sole, è morto tutto ciò che aveva vita. Il cielo si è chiuso, si è coperto con forti chiudende: si è separato dalla terra. Non può avere con essa legami: non può diventare putridume in cui si è trasformato. O mio Dio, non so dire né dimostrare ciò che l'anima vede, ciò che sente succedere tra il Cielo e la terra: che contrasto, che rivolta contro Dio! Il mio Gesù ed il Suo Eterno Padre non sopportano di ve­dere ciò che avviene qui! Quanto soffrono Gesù e Mammina! Come si sforzano per sostenere la giustizia divina! Mi prendono con sé per formarne puntelli. Non ne posso più perché Gesù non ne può più. Che posso io senza di Lui? Io sono un niente e senza Gesù non posso niente...

... - Abbi coraggio, la morte che senti è la morte del mon­do: sono i peccatori, con le loro anime morte, che si precipi­teranno e affonderanno nell'abisso della morte eterna.

... Continuerai a darmi lo stesso martirio doloroso per amor Mio e per il povero mondo tanto criminoso e tanto in pericolo? - Mio Gesù, non so se soffro molto o se mi pare solamente di soffrire; ho i miei dubbi. Tuttavia, se continui a darmi le tue grazie, Ti prometto di soffrire ciò che Tu vuoi. - Non rattristarmi, figlia mia, non dubitare di Me né di alcuna delle mie parole. Il tuo dolore è grande tanto quanto una offesa fatta a Me ... - ... (diario, 6-5-1949).