La mia vita e tutte le cose sono uno sgomento per me. Ma è sgomento che
consente all'anima di conservarsi nella unione e nella pace di Dio.
Soffro, mio Gesù, Tu lo sai bene, ma la sofferenza ha per me più
dolcezza del miele. Molte volte cado sfinita e anzi mi pare di non
resistere, ma questa sofferenza è resa soave dalle ansie ardenti di
soffrire di più per Gesù, di dargli tutte le anime. Immersa in questi
desideri ed ansie indicibili, tutte le sofferenze del mondo mi sembrano
poche da offrire al mio Gesù.
Il cuore grida continuamente, addolorato, senza vita; grida senza avere
nessuno, senza un rifugio ove posarsi, ma il suo grido è sempre colmo
di fiducia e molto ansioso di maggior martirio... La morte viene
incontro al mio cuore; egli vuole lasciarla entrare.
Le mie torri, le mie pietre, la mia massa continuano ad essere alla
stessa altezza: non possono salire di più. Io stessa, fusa in esse, mi
sforzo di alzarle per salire in alto, più verso Dio. Il mio sforzo è
nullo, o lo sento nullo; sono imprigionata e non posso uscirne. Vorrei
voli per volare fino al cielo, ma la prigione è tale che non mi lascia
volare.
Non ho vita, non ho esistenza per giungere al mio unico e vero fine: Dio, solo Dio.
- Gesù, Mammina, vedete che non ho più nessuno. Porgetemi le Vostre mani benedette!
... Sento il mondo che mi maltratta con tutte le sue malvage
invenzioni. Ogni momento muoio per loro causa e ogni momento vivo per
riceverle.
- O mio Gesù, sono la Tua vittima!... Gesù si avvicinò all'Orto e io
con Lui. Con Lui pregai e sudai sangue e con Lui dentro di me sentii il
Cuore aperto come se fosse il mio: attraverso il cuore davo passaggio a
tutta la umanità e con Gesù dicevo a tutti: - Io sono il cammino, la
verità e la vita. - Come era bello tutto ciò tra tanto dolore! Gesù è
divenuto strada per i viandanti ed è la vita... (diario, 4-3-1949).
... Mi sfuggono gemiti e sospiri occulti; quando voglio soffocarli e
nasconderli è già tardi. All'esterno tutto pare gioia; all'interno
tutto è dolore e lacrime: sono lacrime ansiose, ma di ansie che non so
esprimere. Sono lacrime di dolore ma al tempo stesso di pace. Godo
soffrendo così... - Vieni, figlia mia,... vieni al tuo Gesù che veglia
su di te e ti sostiene; vieni, sono la tua guida... vieni a sollevarti
dal tuo sfinimento, a riposare in Me e a prendere nuove forze.
Coraggio! La mia frase « dammi dolore » ha un grande significato: è
tanto profonda, esce tanto dall'intimo del mio divin Cuore, che senza
una mia grazia ti causerebbe più terrore che la voce di Dio agli
Israeliti; senza un mio miracolo Mi diresti, come loro a Mosè: «Gesù,
non posso udire la Tua voce».
- Dammi dolore, mia figlia; ma questo dolore deve essere tanto profondo
e doloroso quanto lo è il mio. Il dolore della vittima deve
assomigliare al dolore di Gesù.
Mia figlia, ti ferisco per non distruggere eternamente i peccatori.
Quanto soffro per i crimini della umanità!... Di' presto al mio caro
Pontefice che preavvisi il mondo della tremenda giustizia che lo
aspetta... - (diario, 18-3-1949)...
La mia stanchezza nel trattenere il mondo
... Il 30 marzo cominciai a sentire come se la mia vita stesse sulla
superficie della pelle... Questa vita pone in me come una luce
solamente verso l'esterno; nel mio intimo non vi è vita né luce né
nulla, neppure ceneri mortali: fu tutto consumato. Che nuovo martirio
per me! Nulla di ciò che appare fuori è conforme con quanto avviene
dentro. Continuo col martirio di trattenere il mondo molto a stento,
mentre cammino verso la morte che corre verso di me con tutti i
supplizi. ... Udii Gesù dirmi: - Figlia mia, abbi coraggio, non voglio
che tu dubiti un solo istante di ciò che avviene in te, della mia vita
divina in te ... - ... (diario, 1-4-1949).
Oh, la mia stanchezza nel tenere stretto il mondo! Oh, il mio
scoramento nel vederlo sfuggire! ... È martirio da disperarsi senza la
grazia del Cielo questa morte che io sento unita al soffio di un'altra
vita che passa sulla superficie della mia pelle come una brezza che
scorre sempre. Non posso resistere [tra] questa morte e questo soffio
di vita. Io non sono degna che questo soffio passi in me: che vita, di
quale grandezza! Ha occhi che vedono tutta la terra e tutto il cielo:
non posso consentire che questi sguardi vedano il cumulo delle mie
miserie, il mio nulla, la mia morte. Chi sono io perché tali sguardi
passino attraverso a me? O mio Dio, sento necessità di dire tanto, di
dire tutto di questi sguardi, di questa vita e non so dire nulla! Sono
sempre nelle mie torri spaventose, sempre le stesse pietre, la stessa
massa... ... Il mio corpo sembra un cencio insanguinato, disfatto dal
dolore, che va di strada in strada, di città in città, attraverso tutta
l'umanità a pulirla da tutte le macchie. Non so chi maneggia questo
cencio che è tutto sangue, ma sangue che pulisce e non sporca... ...
Venne Gesù, mi diede vita e disse: - Figlia mia,... mi tieni nel tuo
cuore con tutta la mia vita reale, con tutta la mia vita divina. Vengo
a comunicartela perché tu non dubiti della tua vita che è solo mia. ...
La tua vita, quanto avviene in te, è una lezione per il mondo; è la
vita che più assomiglia alla vita di Cristo. È Cristo nei tuoi sguardi,
sulle tue labbra, nei tuoi pensieri, nel tuo cuore e nella tua anima. È
Cristo che vive ed agisce in tutti i tuoi movimenti, in tutto il tuo
vivere... perché l'opera redentrice, l'opera di salvezza continui. - ...
Apparve a questo punto la Madre dei dolori, con un manto violaceo... -
Mia figlia, vengo a confortarti in questo giorno anniversario per la
liturgia della Santa Chiesa in cui il mio divin Figlio ha modificato in
te la sua santa Passione, affinché tu la continuassi profondamente e
misticamente nascosta; vi ha aggiunto il tuo digiuno come richiamo
all'umanità per attirarla al suo divin Cuore con tale meraviglia.
Ti copro con il mio manto di tristezza, di dolore, affinché con questa
testimonianza, attraverso i tempi tu possa essere invocata per tutti i
dolori dell'anima e del corpo. Quando sarai in cielo ti invocheranno
come martire dei dolori per conforto e balsamo dei dolori umani. - ...
(diario, 8-4-1949).
... Come è stato tremendo il dolore di questi giorni! Mi pareva di
impazzire. Avevo in me ogni tormento ed amarezza, senza nessuno con cui
sfogarmi, senza una guida per mia luce e conforto. I miei sguardi
rivolti a Gesù e a Mammina dicevano Loro tutto il mio patire... ...
Sentii come se avessi sulle mie spalle il manto di Mammina. Quel manto
tristissimo rivestì tutto il mio essere di ogni tristezza e mi unì
profondamente al dolore della cara Mammina: mi sentivo una cosa sola
con Lei e volevo soltanto consolarla con ansie fervorose. Le mie torri
molto antiche ed invecchiate sono come coperte di muschio nero. Tutto
mi porta al nascondimento, alla oscurità, alla morte...
Tutto mi porta a morire di sgomento. Mio Dio, volere amare e darmi a
Colui che mi ha amato tanto e mi ha dato tutto e non avere nulla se non
miseria! O mio Dio, mio Gesù, abbi compassione di me! Ieri, giovedì [14
aprile], fu il vigesimo quarto anniversario del giorno in cui Gesù mi
ha legata a questo letto di dolore. Lo ricordai tanto. Sentii di non
avere dato nulla a Gesù dopo tanti anni di martirio... Sul Calvario
udii Gesù: - Mia figlia, scuola di tutta l'umanità! Quanto essa deve
imparare qui: scuola della vita di Cristo, scuola della scienza
dell'Altissimo. Qui imparano i piccoli, i grandi, gli ignoranti ed i
sapienti. È in questa scuola che si impara a soffrire e ad amare.
Io sono il Maestro che insegna nel tuo cuore. La tua vita è una lezione
di tutta la mia vita, della mia vita di Passione. Voglio, figlia mia,
che in te non termini questa quaresima; voglio il tuo martirio
continuo. E sai perché? Per soccorrere le anime, per aiutare il mondo
bruciato dalle passioni... - (diario, 15-4-1949).