MaM
Messaggio del 2 dicembre 2005:Cari figli, permettete che in questo santo tempo l'amore e la grazia di mio Figlio scenda su di voi. Solo i cuori puri, riempiti con la preghiera e misericordiosi possono sentire l'amore di mio Figlio. Pregate per coloro che non hanno la grazia di sentire l'amore di mio Figlio. Figli miei, aiutatemi! Grazie!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Fu il dolore ad unirmi di più a Gesù


Fu il dolore, il mio amato dolore, posso affermarlo con si­curezza, ad unirmi di più a Gesù. Furono le lezioni della sof­ferenza a vincolarmi di più al Signore; ancora adesso, tra i dolori più forti dell'anima e del corpo, è il dolore stesso che facendosi amare mi porta ad amare pazzamente il mio Gesù. Il dolore accende nell'anima e nel cuore il fuoco più ar­dente, che produce tale sete che solo in Gesù può essere saziata... Con Gesù, anche nel maggiore martirio, passa dolcemente questa vita ridotta ad un soffio...

Giovedì, per tutto il giorno, sopra il cuore e l'anima in profondo dolore, sentii cadere come una rugiada per cui il do­lore era più alleviato e restava quasi come separato da me.

Oggi al martirio del Calvario si unì il dolore causatomi dal ricordo della data anniversaria di cui non mi ero ancora sovvenuta: sette anni dalla proibizione fatta al mio padre spi­rituale [Pinho] di venire qui. ... Ho sentito la dolcezza, l'amore con cui Gesù ha dato la Sua vita. In questo stato d'animo ho desiderato morire io pure... Poco dopo, Gesù, già risuscitato, mi ha chiamato: - Figlia mia... vieni a Me per riposarti; vieni alla fonte del mio divin Cuore: soltanto in Esso ti puoi saziare; solo con questo amore puoi ricevere vita per soffrire di più e addolcire il dolore che tanto profondamente ti ferisce. -

... - O mio Gesù, il tuo amore mi infuoca e già non sento tanto dolore. Il colpo che sentivo ricordando la sofferenza di sette anni fa, mi pare ormai scomparso. -

- Non voglio che tu viva senza dolore, ma ho voluto al­leviarlo per prepararti ad altro.

Gli uomini non sempre fanno la mia divina volontà. Ma fui Io a permettere che la tua vita diventasse pubblica affinché si diffondesse per il bene delle anime un po' della mia luce e qualcosa delle mie meraviglie operate in te.

Fatti coraggio! Le tue lacrime di quel giorno, le vostre sof­ferenze salvarono molte anime... - (diario, 7-1-1949).

« Mio buon padre [Pinho], ... Sono passati sette anni dalla separazione: furono sette anni di doloroso martirio... Questa [sento che] è l'ultima lettera che scrivo di mio pu­gno... voglio che sia il mio testamento. Andrò in cielo, lo spero, e confido, tra non molto. Resta qui il mio ringraziamento sincero e profondo per il molto che ha fatto alla mia anima. Per grazia di Dio comprendo che è assai grande il mio debito: sulla terra non lo potrò pagare. So la perfezione che lei voleva da questa mia anima assetata di Gesù e quanto la voleva incendiata del suo divino Amore. Gli uomini pensino ciò che vogliono; il mondo dica ciò che gli piace; io dirò sempre che le devo molto, tutto; Gesù e la cara Mammina la ricompensino. Ma io, là dal cielo, dalla mia cara patria, libera dai cattivi giudizi e dalle cattive interpretazioni, prometto di essere fedele, prometto di pagare tutto. Gesù mi darà i mezzi con cui possa estinguere i miei debiti. Ah, mio buon padre, ah, il cielo ove ameremo eternamente Gesù! Non Gli ho mai negato nulla e spero che anche Lui non mi negherà nulla. Avrò molto da mandare sulla terra... » (lettera a p. Pinho, 10-1-1949).