« Mio buon padre [Pinho], mi hanno letto pochi minuti fa la sua
lettera: grazie! Gesù e Mammina la ricompensino. Se dicessi che ebbi
grande gioia mentirei; quelle gioie non esistono per me. Ma molto
intimamente mi ha resa forte un'altra gioia superiore a questa:
l'anima si è rallegrata, volando dall'abisso delle sue tenebre alla
superficie a gustare un po' di luce. Quanto è buono e misericordioso
Gesù con la più povera e indegna delle sue figlie! Egli ha tanti mezzi
per animare e confortare un'anima; ma con me ora ne usa raramente. Mio
buon padre, non so come così sola e senza vita possa salire il mio
calvario tanto doloroso... Quando Gesù mi parla, ripete molte volte: -
Dammi dolore, sempre più dolore... - E io voglio darglielo, ma non Gli
do nulla...
Ho sete di dare, di darmi, di abbandonarmi in Lui, perdermi in Lui.
Non vorrei saper fare altro se non amare il mio Gesù: Gesù della
Eucarestia, Gesù crocifisso, il Cuore di Gesù; io voglio amare il
Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; e unire ad essi Mammina. O quanto
voglio amarli e vivere in una unione inseparabile! Non voglio sapere
nulla del mondo, non attaccarmi a nulla, né ad alcuna creatura. Gesù mi
ha accontentata: amo coloro che mi sono cari e non amo nessuno. Gesù,
solo Gesù!... D. Umberto è andato in Italia; mi ha scritto e mi dice
che verso febbraio partirà per il Brasile e che farà il possibile per
incontrarsi con lei. Gli mando l'indirizzo Se ne avrò la forza, detterò
oggi stesso alcune parole per lui... » (lettera a p. Pinho, 22-12-1948).
« Mio buon padre [Umberto], per mezzo di Suor Rina della Caparica
[Lisbona] ho ricevuto la sua lettera; grazie, grazie! È proprio vero
che Gesù ad un piacere unisce subito un dispiacere, e così non posso
gustare nessuna dolcezza. Sia benedetto mille volte! Quando ho saputo
che lei sarebbe andata in Brasile, il mio cuore, già tanto ferito e
sanguinante, restò più addolorato e più sanguinante. Sia fatta la
volontà del Signore! Sia solo Lui il mio sostegno, la mia guida, la mia
luce, il mio amore. Tutto mi fugge e sempre più lontano. Mi abbandono
al mio Gesù e in Lui cammino; da sola non posso. Ma voglio che tutti
obbediscano, anche se io dovrò soffrire le conseguenze delle
obbedienze di coloro che sono legati alla mia anima. L'appoggio umano
fugge e quello divino sembra andare ancora più lontano. Rimango sola in
tanto dolore, in grandi tenebre; non so come si possa vincere... Si
vince perché Gesù è la forza invisibile, è l'amore che non abbandona i
suoi figli, anche i più piccoli e miserabili come me...
Ho ricevuto una lettera da Baía [da p. Pinho] ; ho risposto oggi; dice
che vuole mandarle un libro che ha pubblicato sul Cuore di Maria... Il
dottore ha avuto la sposa moribonda: è a Oporto in una clinica. Il
Signore gliela lascia. Preghiamo tutti... Grazie per aver ricordato ai
Salesiani di Oporto di inviarmi immagini... Deolinda ringrazia di cuore
delle premure per la sua salute; poverina! Ha così poco tempo per
curarsi. È un peccato che lei non sia qui a tenerla su di morale, non
solo per qualche ora, ma per molti giorni e anni.
E io? Continuo sempre nel mio doloroso calvario. Le sofferenze
aumentano, ma, grazie a Dio, aumentano pure le ansie di soffrire di
più. È la mia unica gioia sulla terra: soffrire per Gesù. Liete e sante
feste alla sua famiglia e al suo parroco... ... A quanto pare non la
rivedrò se non in cielo, nevvero? Volontà del mio Dio! Ma per coloro
che si amano in Gesù, non vi sono distanze... » (lettera a d. Umberto,
22-12-1948).