MaM
Messaggio del 2 dicembre 2009:Cari figli, in questo tempo di preparazione e di gioiosa attesa, io come Madre desidero indicarvi ciò che è più importante: la vostra anima. Può nascere in essa mio Figlio? E’ purificata con l’amore dalla menzogna, dalla superbia, dall’odio e dalla malvagità? La vostra anima ama al di sopra di tutto Dio come Padre e il fratello in Cristo? Io vi indico la strada che innalzerà la vostra anima all’unione completa con mio Figlio. Desidero che mio Figlio nasca in voi. Che gioia per me, la Madre. Vi ringrazio.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Per coloro che si amano in Gesù non vi sono distanze


« Mio buon padre [Pinho], mi hanno letto pochi minuti fa la sua lettera: grazie! Gesù e Mammina la ricompensino. Se dicessi che ebbi grande gioia mentirei; quelle gioie non esistono per me. Ma molto intima­mente mi ha resa forte un'altra gioia superiore a questa: l'anima si è rallegrata, volando dall'abisso delle sue tenebre alla su­perficie a gustare un po' di luce. Quanto è buono e misericordioso Gesù con la più povera e indegna delle sue figlie! Egli ha tanti mezzi per animare e confortare un'anima; ma con me ora ne usa raramente. Mio buon padre, non so come così sola e senza vita possa salire il mio calvario tanto doloroso... Quando Gesù mi parla, ripete molte volte: - Dammi do­lore, sempre più dolore... - E io voglio darglielo, ma non Gli do nulla...

Ho sete di dare, di darmi, di abbandonarmi in Lui, per­dermi in Lui. Non vorrei saper fare altro se non amare il mio Gesù: Gesù della Eucarestia, Gesù crocifisso, il Cuore di Gesù; io voglio amare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; e unire ad essi Mammina. O quanto voglio amarli e vivere in una unione inseparabile! Non voglio sapere nulla del mondo, non attaccarmi a nulla, né ad alcuna creatura. Gesù mi ha accontentata: amo coloro che mi sono cari e non amo nessuno. Gesù, solo Gesù!... D. Umberto è andato in Italia; mi ha scritto e mi dice che verso febbraio partirà per il Brasile e che farà il possibile per incontrarsi con lei. Gli mando l'indirizzo Se ne avrò la forza, detterò oggi stesso alcune parole per lui... » (lettera a p. Pinho, 22-12-1948).

« Mio buon padre [Umberto], per mezzo di Suor Rina della Caparica [Lisbona] ho ricevuto la sua lettera; grazie, grazie! È proprio vero che Gesù ad un piacere unisce subito un dispiacere, e così non posso gustare nessuna dolcezza. Sia benedetto mille volte! Quando ho saputo che lei sarebbe andata in Brasile, il mio cuore, già tanto ferito e sanguinante, restò più addolorato e più sanguinante. Sia fatta la volontà del Signore! Sia solo Lui il mio sostegno, la mia guida, la mia luce, il mio amore. Tutto mi fugge e sempre più lontano. Mi abbandono al mio Gesù e in Lui cammino; da sola non posso. Ma voglio che tutti obbediscano, anche se io dovrò sof­frire le conseguenze delle obbedienze di coloro che sono legati alla mia anima. L'appoggio umano fugge e quello divino sembra andare ancora più lontano. Rimango sola in tanto dolore, in grandi tenebre; non so come si possa vincere... Si vince perché Gesù è la forza invi­sibile, è l'amore che non abbandona i suoi figli, anche i più piccoli e miserabili come me...

Ho ricevuto una lettera da Baía [da p. Pinho] ; ho risposto oggi; dice che vuole mandarle un libro che ha pubblicato sul Cuore di Maria... Il dottore ha avuto la sposa moribonda: è a Oporto in una clinica. Il Signore gliela lascia. Preghiamo tutti... Grazie per aver ricordato ai Salesiani di Oporto di inviarmi immagini... Deolinda ringrazia di cuore delle premure per la sua salute; poverina! Ha così poco tempo per curarsi. È un peccato che lei non sia qui a tenerla su di morale, non solo per qualche ora, ma per molti giorni e anni.

E io? Continuo sempre nel mio doloroso calvario. Le sof­ferenze aumentano, ma, grazie a Dio, aumentano pure le ansie di soffrire di più. È la mia unica gioia sulla terra: soffrire per Gesù. Liete e sante feste alla sua famiglia e al suo parroco... ... A quanto pare non la rivedrò se non in cielo, nevvero? Volontà del mio Dio! Ma per coloro che si amano in Gesù, non vi sono distanze... » (lettera a d. Umberto, 22-12-1948).