Parla, o Gesù, con le mie labbra! Sii la forza del mio cuore! Non ho
più forze per proseguire: mi sento sfinita. Salgo la montagna del
calvario ma impotente di arrivare lassù. La vista di quella cima mi fa
cadere a terra. Mi sento sola come non mai. Quanto è doloroso, triste e
amaro il mio abbandono! Ho dato a Gesù tante lacrime: lacrime
rassegnate, offerte a Gesù come atti di amore. Spero con ciò di non
averlo rattristato perché non ne posso più. Ciononostante bramo la
sofferenza e sento che quanto più Gesù mi ferisce tanto più, umilmente
prostrata ai suoi piedi, farò presso di Lui come fa il cagnolino che
battuto dal suo padrone si stende a terra mansueto a leccargli i piedi.
Prostrata davanti al mio Signore, voglio bagnarglieli di lacrime di
pentimento e baciarglieli in segno di riconoscenza per avermi resa
tanto somigliante a Lui e aiutata nel mio calvario. Anche se Gesù
fosse con me un carnefice, non cesserei di soffrire per Lui ed amarlo;
anche se sapessi di essere la creatura meno amata da Gesù o non amata
affatto, io non mi rabbuierei, non per questo tralascerei di amarlo e
di soffrire tutto per Lui. Egli è il mio Signore, il mio creatore; è
morto per me. Voglio amarlo, voglio amarlo: soffrire e amare o morire.
Quanto soffro per umiliazioni, dolori, sacrifici, è un nulla che io Gli
do, è un nulla che Gli offro... ... - Io sono l'Artista divino e nel
tuo nulla lo realizzo il capolavoro più meraviglioso. Faccio in te
quanto è possibile fare in una creatura umana... È nella tua
piccolezza, nel tuo nulla che mi consolo, è nel tuo nulla che opero
meraviglie; è con il tuo abbandono [a Me] che lo dimentico l'abbandono
in cui gli uomini mi lasciano nella mia Eucarestia; è con la tua
oscurità che do luce alle anime. Dammi il tuo nulla, dammi il tuo
dolore, figlia mia, e non temere... - Mio Gesù, la volontà è pronta, ma
la mia povera natura sente di non poterne più. Ma se il mio nulla Ti è
gradito, accettalo subito insieme alla mia miseria. Mi vergogno di
tale offerta, ma non ho altro. - ... (diario, 1-10-1948).
... Questa mattina nell'ansia di amare Gesù molto e bene e di soffrire
tutto per Lui, mi sono preparata a riceverlo nella Comunione... Ero
immersa nel dolore e nella tristezza e sono rimasta così un po' di
tempo anche dopo averlo ricevuto. Gesù ha indugiato a parlarmi, ma non
me ne sono preoccupata. - Mio Gesù, chiedo il tuo amore, la grazia di
soffrire bene e di non peccare mai... - Mentre parlavo così, ho
cominciato a sentirmi un'altra: non ero io. Sono rimasta immersa in
Gesù, mi sentivo nella stessa Ostia con Lui. Ho udito la sua voce
divina dirmi: - Figlia mia, sempre in croce con Me, sempre con Me nella
Eucarestia. La croce è redenzione, l'Eucarestia è amore... Voglio,
figlia cara, che tu parli della croce, dell'amore alla sofferenza
perché è di lì che viene la salvezza. Parla dell'Eucarestia, prova
dell'amore infinito: è l'alimento delle anime. Di' alle anime che mi
amano che vivano unite a Me durante il loro lavoro; nelle loro case,
sia di giorno che di notte, si inginocchino sovente in spirito e a
capo chino dicano: « Gesù, Ti adoro in ogni luogo ove abiti
sacramentato; Ti faccio compagnia per coloro che Ti disprezzano, Ti
amo per quelli che non Ti amano; riparo per quelli che Ti offendono.
Vieni al mio cuore ». Questi saranno per Me momenti di grande gioia e
consolazione. Quali crimini si commettono contro di Me nella
Eucarestia! Sono orribilmente più offeso in questo sacramento di amore
da quelle anime che si dicono pie e dai sacerdoti che dai grandi
peccatori: questi commettono grandi sacrilegi per la grande ignoranza,
mentre gli altri con conoscenza del male che fanno. Ripara, figlia mia;
vivi la vita della croce, vivi la vita dell'Eucarestia. - ... (diario,
2-10-1948).