« Mio buon padre [Pinho],... la sua lettera mi ha confortato. Non dico
che mi abbia rallegrata, perché non vi è più per me se non l'allegria
di fare la volontà di Dio. Ma mi ha confortata assai, soprattutto là
dove mi diceva: "occupando ancora lo stesso posto, le invio questa
lettera come sempre". Sì, mio buon padre, nonostante questi lunghi anni
di assenza e di silenzio, l'ho ritenuta sempre come mio direttore, ed
anche Gesù [l'ha ritenuta tale]. Nel leggere che lei lo conferma e che
è disposto ad esserlo sempre, mi sono confortata molto: magnificat,
magnificat! Avrà saputo che la Miriam [sorella di p. Pinho] ha passato
qui alcuni giorni. Quanto abbiamo apprezzato la sua visita! Vedevo in
lei il mio buon padre. Ciò che le ho fatto era come lo facessi a lei.
Non mi dimentico, o meglio non la dimentichiamo, presso il Signore.
Faccia altrettanto, per carità!
Deolinda è alquanto ammalata di polmoni e sempre tribolata nello
stesso dolore e nella stessa attesa di un giorno felice`. Chiede la
benedizione e invia rispettosi ossequi insieme a S?ozinha; mia mamma,
lo zio e le cugine si raccomandano anche loro; il medico, la sua sposa
e i figli e i signori Sampaio le mandano rispettosi saluti.
Il medico, d. Umberto sono stati due colonne salde che ci hanno
sostenuto in tanta lotta. Essi, il signor Sampaio, il fratello di d.
Alberto, il signor Pelicano e molti altri, quanto ci sono stati amici!
Nonostante tutto, aumenta assai il numero degli amici, anche tra
sacerdoti e medici. Benediciamo il Signore! Confidiamo in Lui... Se la
causa è Sua, e non vivo di illusioni, Egli veglierà... » (lettera a p.
Pinho, 28-8-1947).
... - ... Mio Gesù, io vorrei soltanto nascondermi e non comparire più.
Non so se farei bene o male; non so in quale forma Ti do maggior
gloria: stando sola o ricevendo coloro che mi visitano... - ... Mia
figlia, ... voglio che tu faccia il sacrificio di ricevere quanti
verranno; ti tengo qui [sulla terra] per questo. Quante persone
riceverai, altrettante riusciranno ad andare in cielo! Quante
comprenderanno la tua vita di unione con Me e, comprendendola,
impareranno e inizieranno a viverla! Coraggio! ... - ... (diario,
11-7-1947).
... Gesù mi disse: - ... Sapessi quante trasformazioni, quante
conversioni con sincera emenda di vita avvengono qui nella tua
cameretta, in questo calvario in cui ti ho posta: calvario di dolore e
di amore! Quante anime già sono entrate qui con il demonio nel cuore e
ne sono uscite portando Me, con un pentimento profondo e un fermo
proposito di emendarsi! ... - ... (diario, 12-9-1947).
« Mio buon padre [Umberto], ... quante volte ho pensato di scriverle.
Non trovo il modo di farlo con la premura che vorrei: che movimento in
casa nostra! Dopo le ore di riposo di Deolinda parecchie volte abbiamo
tentato di scrivere, ma il popolo non ce lo ha consentito. Che
martirio! Sia benedetto il Signore! Ho paura a vivere quaggiù. Quando
Gesù mi verrà a prendere? Non immagina il mio sfinimento e le agonie
dell'anima. La mia miseria è orribile. Non faccio nessun bene o, se lo
faccio, non sono io; mi fugge, non lo vedo. È sempre più grande la mia
sete di Gesù e delle anime; ma è anche maggiore il peso delle iniquità
e la oscurità che mi fa morire di sgomento. Ho bisogno di luce; ho
bisogno di sostegno. Chi mi soccorre?... » (lettera a d. Umberto,
19-10-1947).
... La mia anima piange e il mio cuore è in ansia. Passai quattro
giorni senza ricevere Gesù Eucaristico: che fame indicibile, quali
ansie insopportabili!... Quante volte volavo in spirito presso Gesù
Eucaristico e Gli dicevo: - Vieni, mio amore, muoio di fame, sono
sfinita nell'anima e nel corpo; vieni da me, saziami ed opera in me
come se Ti ricevessi sacramentato... Ieri, fin dal mattino, sentii,
oltre le spine che quotidianamente mi cingono il capo, una nuova
corona di spine: pareva che mi giungessero al cuore...
Verso sera sentii alcuni brividi di freddo che mi fecero tremare e vidi
Gesù, molto triste, che pure tremava. Non vidi Gesù quando uscì dalla
sala della Cena; non Lo vidi congedarsi da Mammina, ma vidi Lei in cima
alla scala seguire i passi di Gesù verso l'Orto. Attraverso Gesù vidi i
suoi sguardi addolorati quando già non Lo vedeva più e sentii come il
suo Cuore Santissimo seguiva il Figlio intuendo ciò che andava a
patire. Che unione di dolore e di amore tra quei due Cuori! Gesù
precedeva gli apostoli triste e silenzioso. Attraverso di Lui io vidi
anche che gli apostoli non si preoccupavano né soffrivano per ciò che
doveva accadere; erano molto stanchi e, appena giunti nell'Orto, si
addormentarono... All'aurora sono andata a cercarlo nella prigione:
tremava dal freddo; aveva perso tanto Sangue! Era tanto sfinito! Mi
sono associata al suo dolore e alla sua tristezza e come Lui sono
rimasta sfinita. Sono uscita dalla prigione in questa santa unione:
L'ho accompagnato seguendo i Suoi stessi passi... Vicini a Gesù
camminavano i due ladri con le loro croci: sono stati crocifissi a
fianco di Gesù. Io sentivo che le loro sofferenze, le loro croci
pesavano su di me: sulla croce di Gesù che era in me. Sentivo uscire
dal Cuore divino di Gesù lo stesso amore, le stesse grazie per ambedue:
uno le accettava, l'altro le respingeva. Gesù soffriva, agonizzava...
(diario, 26-9-1947).
O mio Dio, non può essere avvelenato ciò che è divino, ciò che è Tuo;
sono peggiore del serpente, sono un veleno più pericoloso. Che orrore
nel sentire tutta l'umanità bere, avvelenarsi, immergersi in me. Il
cuore mi si lacera per il dolore. Cammino come un ladro che fugge:
voglio nascondermi; ho paura di tutto, ho paura del Cielo, ho paura di
Gesù. Odo con i miei orecchi, sento con la mia anima il suono della
tromba che mi chiama: Egli viene a chiedermi i conti. Che sarà di me,
mio Dio? Come potrò comparire davanti a Te?... Quanto costa vivere
così!... Là, sul Calvario, la croce e Gesù si alzarono nel mio petto;
la montagna [del Calvario] si alzò assai, portò via la croce e con essa
Gesù: tutto scomparve e sfumò in cielo. Io rimasi sola, legata ai piedi
di quella montagna. Si levò un mare di crimini, delle maggiori
iniquità; le onde di quel mare si infrangevano contro di me che facevo
parte di quella montagna, come si infrangono contro i moli del porto.
Quanto più le onde mi colpivano, tanto più mi sentivo sola e nella
oscurità. Priva di luce e di aiuto per sopportare un così vasto mare di
crimini, immensamente peggiore della più tremenda tempesta, mi sentivo
morire...
È venuto poi Gesù: non mi ha portato subito la luce, ma mi ha dato vita
e un fuoco che mi incendiò il cuore: - Figlia mia, non sei sola: Io
sono con te... Ti ho creata per le anime; non sei del mondo e vivi per
il mondo, non sei in cielo e vivi di cielo.
Dal primo istante della tua esistenza, da quando ti ho creata, ho
sempre veduto in te la missione che ti ho affidata: la missione più
bella e nobile, la missione delle missioni, la missione delle anime.
Ti ho creata per loro, sei vittima per loro e, a somiglianza Mia,
vittima del calvario. Come prova che lo sei, ti ho legata ai piedi
della montagna, e contro di te ho fatto infrangere il mare delle
iniquità. La montagna si è elevata, è scomparsa la croce ed Io con essa
sono andato in cielo, ma i crimini continuarono. Io non ho cessato di
dar prova del mio amore spargendo sul mondo le mie grazie... E come
prova di questo amore ho perpetuato l'opera della redenzione... È
stato necessario continuare questa opera attraverso alle mie vittime...
- ... (diario, 17-10-1947).