Invoco gli aiuti del Cielo, senza cui non potrei dettare... Quanto più
soffro, meno ho da dare... Quando sentivo che le mie sofferenze non
arrivavano a Gesù, e per il mio molto soffrire non Glielo offrivo come
dovevo, Gli dicevo: - Guarda nel mio cuore, o Gesù, vedi per chi soffro
e chi amo o, meglio, chi desidero amare. Così resto sicura che non Ti
inganno, perché Tu sai la verità, che voglio avere sempre anche sulle
mie labbra. - Tutto mi fugge, tutto si spegne. I giorni passano, le
sofferenze aumentano e io mi sento sempre più indegna di Gesù... Ieri,
già al mattino, cominciai a sentire e a vedere la spugna accostata al
mio cuore, quasi in forma di croce. La mia sete aumentò...
Era già quasi notte e continuavo ad ardere di quella sete... ... Mentre
soffrivo in tanta amarezza [l'agonia dell'Orto], senza alcuna vita,
senza alcun conforto, l'Orto si è trasformato in un vago giardino
attorniato da covoni di grano dorato. Che ricca e incantevole messe! In
mezzo al giardino, posta in alto, una croce nel cui centro, non so con
che cosa, vi era legato un cuore. Dall'alto scendevano raggi di fuoco
che lo attraversavano da una parte all'altra e lo illuminavano
completamente. Ai piedi della croce spuntavano robusti steli di gigli
che sbocciavano bellissimi e crescevano fino all'altezza dei bracci
della croce. Fu una visione: non avvenne in me, ma mi sentii colpita da
quel fuoco, mi sentii un'altra, incendiata; con l'anima molto
confortata, rimasi con più vita. ... Sul Calvario, Gesù mi ha detto: -
La tua vita diventa giorno per giorno piena di luce, non solo per
quelli che l'hanno studiata e quelli che la studiano, ma anche per chi
la studierà. La stessa luce sarà confusione e rimorso per alcuni di
coloro che non la studiarono come dovevano: è la vita di Cristo. La
visione di ieri vuol significare che sono Io in te a salvare le anime:
i fiori attorno alla croce sono le anime che per mezzo tuo vengono a
Me, pure ed infuocate d'amore; la messe di grano dorato rappresenta le
tue sofferenze. Tutto quanto semini è messe per i peccatori... -
(diario, 1-8-1947).
... - Gesù, Ti chiamo, Ti cerco, non Ti trovo, non mi parli. Dove sei?
Il mio petto è squarciato da colpi continui. - Sento come se nelle mie
mani avessi il cuore ridotto ad un grumo di sangue, per mostrarlo a chi
lo ha ferito; lo mostro senza risultato: non hanno compassione di me.
Nel cuore parla una voce addolorata: - Non v'è dolore uguale al mio
dolore! - ... Voglio nascondere la mia vita e non posso. Non vorrei che
si sapesse quel che Gesù nella Sua bontà infinita opera nell'anima mia;
non consentono che io lo occulti... Ieri mattina rimase impresso nella
mia anima Gesù con i suoi Apostoli. Egli vedeva avvicinarsi la morte e,
sopportando a stento quella separazione, diceva: - È giunta la mia ora:
vado a morire. Parto, ma resto con voi! - Il suo Cuore ardeva di amore;
passavano le ore, aumentava la sofferenza, ma cresceva pure l'amore.
Io sentivo come se il mio petto fosse una fornace ed il mio cuore un
recipiente in ebollizione: quanto più bolliva, tanto più traboccava,
quanto più traboccava, tanto più si riempiva. Gesù fissava Mammina; si
voltava a guardare ancora gli apostoli e, in un dolore profondo,
mormorava: - Devo lasciarvi, ma non posso separarmi da voi; vado, ma
resto; a voi mi lega il mio amore! - Vincoli di amore avvincevano
sempre più Gesù al Cuore santissimo di Mammina e a quello degli
apostoli. Fui a cena. Tutta la sala, tutte le parole ed i sorrisi di
Gesù erano amore. Se io sapessi parlare di questo amore! Tutto era
amore, amore, solo amore che affrontava la malvagità e
l'ingratitudine... (diario, 8-8-1947).
... O mia croce, mia croce amata, quanto ti amo! Che vedo nella mia
croce? Amore, ma un amore senza limiti, un amore senza pari; e vedo il
dolore, ma un dolore che racchiude tutti i dolori: è un insieme di
dolori. Abbracciai la mia amata croce: e fu un abbraccio eterno. Sento
che qualche volta mi scivola dalle spalle, ma perché mi pare di non
poterne più; sento di lasciarla cadere volontariamente: questo accade
per la mia sfinitezza. Ma la voglio, e l'amo: il mio abbraccio eterno è
stato dato. Sento il mio cuore tanto legato ad essa che non può
separarsene: è croce e cuore, è cuore e croce: una cosa sola. Amore,
dolore e croce sono miei, li voglio per Gesù e per le anime... (diario,
15-8-1947). ... Mi pare di mostrare al mondo le mie piaghe aperte e
dirgli: - Guarda come ti amo! Guarda quanto soffro per te! Vieni, il
mio cuore ti vuole accogliere! - Ma il mondo è cieco, non vede le mie
ferite. È sordo, non ascolta la mia voce: calca senza pietà il mio
povero cuore che, tutto sanguinante, è un cencio per l'umanità intera;
è come polvere da calpestare. Il mondo che mi ferisce è la causa del
mio dolore. Ma vi è in me un amore che ama e dimentica, un cuore che
cerca e brama, un cuore pazzo che vuol dar la vita a tutta la umanità
che è morta... Questo amore non è mio: ha preso possesso del mio corpo,
ma non mi appartiene. È venuto Gesù: - Figlia mia, sposa mia, sposa di
dolore e di amore,... il tuo dolore ed il tuo amore sono balsamo per il
mio soffrire. ... Il mondo, povero mondo! Che sarà di lui, che cosa lo
aspetta!... Grida, chiama, di', figlia mia, che Gesù lo invita alla
penitenza, alla preghiera... - (diario, 22-8-1947)