... Ho passato tre giorni senza ricevere il mio Gesù: non posso dire la
mia sfinitezza. Avevo fame di Lui; ho sentito molto la Sua mancanza...
È Lui la forza per tanto soffrire.
Giunse il pomeriggio di giovedì; cominciò il mio Orto con la visione di
Gesù che piangeva su Gerusalemme: ... La mia anima piangeva con Gesù;
piangeva, come piange da tempo, senza pausa, perfino nelle cose che
potrebbero darmi gioia... Vidi la scalinata che Gesù salì dopo la
flagellazione lasciando, sui gradini, i segni del suo Sangue divino.
Mi costò immensamente il sentire e il vedere questo. Poco dopo
giunsero coloro che erano andati a Roma: ricevetti doni; io sorridevo
e l'anima piangeva. Mi parlarono di varie cose che, per grazia e
misericordia di Dio, già conoscevo. Soffrivo e ascoltavo; ma quando mi
parlarono della scala salita da Gesù e che io poco prima avevo veduta e
sofferta, fu tale il mio dolore che mi parve scoppiasse il cuore e mi
uscisse dal petto; mi mancò il respiro e, senza volerlo, mi uscì un
gemito profondo. Cercai di cambiare argomento. Siccome la mia fame di
Gesù era molto grande, feci presente che non avevo ricevuta la
Comunione. Un santo sacerdote che era presente andò a prendere Gesù
Eucaristico. Lo ricevetti e mi incendiò di fuoco il cuore ed il petto;
mi guarì per qualche tempo le ferite dell'anima... (diario, 18-7-1947).
... È tale il desiderio che ho di dare anime a Gesù anche dopo la mia
morte, che, non potendo frenarmi, ho scritto di mio pugno quanto segue:
« Ho passato la mia vita a soffrire e passerò il mio cielo ad amare e a
pregare per voi, o peccatori. Convertitevi e amate Gesù! Amate Mammina!
Venite! Andiamo tutti in cielo. Se provaste per qualche tempo i
martirii che per voi ho sofferto, sono convinta che non pecchereste
più. Se conosceste l'amore di Gesù, oh, allora, morireste di dolore per
averlo offeso. Non peccate! Ci ha creato! È Padre! ». Questo vorrei
fosse stampato attorno alla mia tomba per commuovere, per chiamare i
peccatori a Gesù. Che ansie incontenibili di dargli anime!... Ho chi si
sforza tanto di sollevarmi, di consolarmi. Tutto questo che io ricevo
come una attenzione del Cielo, muore prima che io lo assapori. Sia
benedetta la volontà di Gesù! Il demonio se ne serve per tormentare
orribilmente la mia anima; mi sussurra: - Come può Dio avere attenzioni
per una vita tanto falsa e piena di cattiverie? Hai già la ricompensa
sulla terra; nell'altra vita sarà l'inferno, la perdizione eterna! - Io
vado scavando, scavando la mia sepoltura. Il terreno in cui scavo è
falso, nauseante, pieno di immondezze: è terreno, è sepoltura mondiale.
Che orrore! Lavoro senza luce, scavo, e proprio io mi disfo in quella
stessa polvere, in quella terra marcia e nauseante.
Sento come se avessi qualcuno dentro di me in lacrime, che sospira
ininterrottamente, in una tristezza senza pari... ... Gesù mi disse: -
Figlia mia, quella vita di miseria è la vita del mondo. La terra che
scavi, la sepoltura che apri rappresenta il mondo che da se stesso si
seppellisce nella sua perdizione eterna. Ciò che senti disfarti in te,
sono le anime disfatte dalla lebbra del peccato. Figlia mia, le
spiagge, i cinema, le case di gioco e di peccato, le vanità, le
immodestie, le ambizioni e tutti i vizi sono quel marciume che scavi e
cui apri la sepoltura. Povera umanità che si scava la fossa! Povere
vittime che si immolano! Povere agli occhi del mondo, ma ricche,
eternamente ricche per Me. - ... (diario, 25-7-1947).