Nuovi esami, altre spine, croce più pesante. Potrò soffrire oltre? Sì,
lo posso, con la grazia del Signore... Quando mai il mio corpo non sarà
più esaminato dai medici? Quando finiranno tante umiliazioni e il
dispiacere di essere motivo di sofferenza per chi ha fatto tanto per
me? Per non risentirne, sarebbe necessario non avere cuore.
Meno male che approfitto di tutto questo per offrire qualcosa a Gesù...
La notizia di un nuovo esame mi ha lasciato un grande ed amaro
abbattimento, ma non come gli altri esami; infatti questo annuncio mi
fece vedere lontano, molto lontano, un nuovo orizzonte lieto e
luminoso... Non so come raggiungerlo, ho paura, tanta paura di arrivare
là: mi vengono incontro da ogni parte tante belve". Quell'orizzonte
luminoso non è per me, ma io devo arrivarvi: per me c'è tristezza e
dolore; dentro di me sento la morte... (diario, 8-11-1946).
... Venne il giorno 24. All'alba mobilitai il Cielo a intercedere per
me presso il trono di Dio: avevo molta paura. Nella Comunione mi
abbandonai nelle braccia di Gesù e di Mammina per soffrire e per amare
in Loro con una donazione totale; non tralasciai di chiedere forza ed
aiuto. Passarono ore senza che sentissi conforto dal Cielo...
Ho fatto il possibile per celare la mia paura ed il mio dolore affinché
i miei non soffrissero. Quando giunsero coloro che temevo, prima ancora
di vederli, tentai di trarre un lungo respiro, ma il mio cuore non
aveva la forza: che momento senza vita!
Mi indicarono Mammina dicendomi: - Coraggio! La fissai balbettando: -
Mammina, aiutami! - La paura scomparve; sentii nuova vita. Durante
tutto l'esame fui forte, quasi dimentica che stavano esaminandomi. Di
tanto in tanto l'anima mia voleva erompere in cantici di lode al
Signore. I dolori, quasi insopportabili, li offersi spesso a Lui. Dico
insopportabili perché mi costarono assai; Gesù non dà mai dolori che
non si possono sopportare. E quando sono per Suo amore, Egli dà la
forza: è Lui che soffre in noi. Quando i medici se ne andarono, rimasi
subito sfinita e incominciai a sentire gli effetti del doloroso esame.
Ma l'anima, per quasi un'ora, rimase forte e tentava di cantare al
Signore... (diario, 26-11-1946).
In quale stato doloroso è rimasto il mio corpo dopo gli esami medici! E
quante sofferenze dell'anima si sono inasprite ed aggiunte a quelle che
avevo! Ho continuato a sentire in questi giorni le spade che mi
feriscono il cuore. Sento il rancore di chi tenta infiggermele e la
rivolta di alcune anime che non vogliono ricredersi: sono forzate a
cedere e non vogliono; sono come il re che non vuole cedere il trono`.
Quanto soffre per questo la mia anima! Vorrei dire di più su questo
punto ma non so spiegarmi. Vorrei fuggire e nascondermi agli occhi di
tutti per starmene sola: ne ho tanto bisogno... I miei amici oh i miei
cari amici! mi pare proprio che vengano da me forzatamente, e che non
siano più gli stessi. Tuttavia confido. O mio Gesù, rimani almeno Tu e
fa' che quando mi sento sfinita, non Ti offenda mai, mai! Sono caduta
in una sfinitezza tale che non sopporterei più nessun esame; non
resisto più; muoio sotto la paura e le umiliazioni.
La sete di amore per Gesù non cessa; il desiderio di dargli anime è più
forte di me; non so però che fare per conquistarle a Gesù... Gesù mi
ha sorriso pieno di dolcezza e di bontà e mi ha detto: - I tuoi amici
non vengono forzati, ma per amore. Sono lo che permetto questa tua
impressione per restare Io solo in te. Sono lo che ti do queste
tenebre, perché tu non veda il potere e le meraviglie che ti ho dato.
Lo faccio perché non vi sia in te nessuna ombra di vanità. Sapessi
quanto ti sostengo e quanta cura mi prendo di te!... Coraggio! Io vinco
gli uomini. Vengono umiliati coloro che si esaltano ed esaltati coloro
che si umiliano. Io vado e resto con te a vincere le tue tenebre, il
tuo martirio ed il tuo abbandono. Farò che tu non comprenda mai le mie
meraviglie, abbreviando i miei colloqui; ma ti amo, ti amo, figlia
cara! - ... (diario, 29-11-1946) .