... Questa settimana ho ricevuto Gesù Eucaristico una sola: volta. La
fame che sento di Lui è quasi disperazione... Senza il Suo alimento
divino mi sono indebolita tanto che non posso più rialzarmi...
Qualsiasi tentativo di conforto da parte di coloro che mi sono cari
non raggiunge l'effetto: rimane subito sepolto con me. Mio Dio, tutto
muore, eccetto il peccato. Ahi, come sento il mio corpo corrotto e
disfatto in piaghe nauseanti! Che mostro abominevole frutto del
peccato! Che pietra dura,, che mondo di iniquità! Sento come venute dal
cielo bombe che esplodono su di me, che incendiano e distruggono tutto
questo mondo che sono io, o di cui mi sento portatrice. - Gesù, non ne
posso più. Sento di non poterne più. Vieni in mio aiuto; conduci con Te
la cara Mammina. Poiché non può giovarmi il conforto della terra di cui
ho tanto bisogno, non venirmi meno con quello del Cielo... - ... Scesi
da una grande scalinata per andare all'Orto, o vi discese Gesù in me;
era già notte. Che dolore provò Gesù nel congedarsi da Mammina! Che
triste separazione! Egli sapeva benissimo che poche ore dopo Ella
avrebbe voluto abbracciarlo, prenderlo tra le braccia, guarirgli le
ferite e non avrebbe neppure potuto confortarlo con le sue dolci
parole di Madre. Dopo salii un'altra scala con le mani legate, quasi
sfinita: salivo sotto una scarica di bastonate e calci, con il volto
coperto di sputi.
Fui condotta alla presenza di uomini severi, dal carattere cattivo,
seduti in trono come re. Sentii lo schiaffo e, più di una volta,
echeggiò nell'anima il canto del gallo. Che notte! Che dolore! Che
tristezza profonda! Ma l'amore, le ansie di salvare il mondo superavano
tutto. Oggi ho cominciato a sentire la sofferenza del Calvario
soltanto quando giunsi alla cima: stavo proprio perdendo la vita.
Mentre mi spogliavano, le risa di scherno sono state tali che
echeggiavano per tutto il Calvario; mentre venivo inchiodata furono
tali gli strappi che ebbi l'impressione di restare con il tronco senza
braccia né gambe: tutto il corpo pareva smembrato; il dolore è stato
così forte che senza un miracolo sarei morta subito. L'amore ferveva
dentro al cuore, mentre continuavano l'agonia e la invocazione al
Padre. Che sete ardente! Era Gesù che ardeva d'amore nelle ansie di
aprire il cielo alla povera umanità; e questa rimaneva nel suo stato di
odio, di colpe e freddezza. Che differenza tra Gesù e gli uomini! Sono
rimasta molto tempo in questa dolorosa agonia...
E’ venuto Gesù, mi ha proteso le sue divine Braccia; ho sentito come se
Egli mi tirasse fuori da un grande abisso di dolore, da un sepolcro
senza fondo. - Vieni qui, figlia mia... Riposa dentro il mio divin
Cuore; coraggio! Prendi forza da Me, rialzati dalla tua sfinitezza...
Va' a ricevermi nella Comunione: è il tuo Angelo custode che ha l'onore
di darmi a te ... - ... (diario, 20-9-1946).
... - Mia figlia, mia figlia amata, quanta malizia! Il mio divin Cuore,
come sul Calvario, non ha un soldato solo a squarciarlo con la lancia:
sono ora milioni e milioni i peccatori che mi feriscono. Soffri e
ripara, soffri per amore: è Gesù tuo Sposo che te lo chiede. - ...
... - Il mondo mi crocifigge continuamente, ma non sono Io che soffro;
mi sono rivestito di te; è Cristo in te. Dalla lancia è aperto il tuo
cuore; è la tua testa che è coronata di spine; sono feriti i tuoi piedi
e le tue mani; è flagellato il tuo corpo; sei tu la vittima immolata,
la vittima del Re divino. Ti ho creata per il dolore e per la
riparazione, ti ho creata e fatta strumento di salvezza per le anime.
Io non soffro se non in te, mia vittima amata. Coraggio! Sono la tua
Guida; ti ho promesso di essere il tuo direttore, non ti vengo meno.
Coraggio, il tuo cielo si avvicina... . ... (diario, 27-9-1946).