Dove mi nasconderò? Come sfuggire alla Tua giustizia, o Signore, se
essa cade sopra di me e sul mondo che sento dentro di me, o, per dir
meglio, sul mondo di cattiverie che sono io? Che grande pioggia di
fuoco mi cade addosso dalle nubi che oscurano me e tutta la terra! Mi
sento come impazzita dal dolore: guardo da una parte e dall'altra
attorno a me, piena di paura e di sgomento, perché da ogni lato mi si
presentano minacce e segni di distruzione. E io sola, abbandonata,
timorosa di tutti meno che di Dio". Verso questo Signore Supremo pare
che io abbia odio e rancore; sento di volerlo sopprimere con le mie
cattiverie e crudeltà. Che dolore e che confusione! Temere tutti
eccetto Dio, cui devo dare conto della mia vita tanto maliziosa e
vergognosa... Il tempo per tutte le cose è una eternità; è brevissimo
invece per comparire alla presenza di Gesù. Ed io sono senza il minimo
merito, senza la più piccola cosa gradevole ai Suoi occhi divini...
Vorrei volare al cielo, vorrei potere abbracciare, imprigionare
l'umanità intera perché neppure un'anima potesse fuggire da Gesù,
abbandonando il cammino della salvezza. E non posso nulla, non vedo
nulla. Che oscurità! Oscura la terra, oscuro il cielo! ...
Ieri, nell'Orto, sentii in modo così forte la giustizia divina da
sembrarmi che il Suo peso aprisse la terra: io vi rimasi sprofondata.
Attorno a me era mare; sbattevano contro di me onde furiose, come io
fossi il molo... Oggi... [Gesù] camminava con una pesante croce sulle
spalle che diffondeva luce ed illuminava la terra. lo sentivo che Gesù
voleva abbracciare, nell'intimo della Sua Anima, quella croce tanto
pesante. Molte volte, intimamente, Egli ne baciava le sofferenze che
gli causava: quanto amore in quei baci! Quale lezione mi ha dato Gesù!
Sapessi imitarlo, abbracciando e baciando la croce che Egli mi dà,
portandola con amore simile al Suo! Più tardi, dall'alto della croce,
ho sentito nell'anima uno, scroscio di flagelli; non perché i carnefici
mi percuotessero in quel momento, ma perché desideravano farlo. Gesù,
nel mio petto, alzò gli occhi all'Eterno Padre; già quasi moribondo per
il dolore angoscioso causato da quelle cattive intenzioni, ha
mormorato: - Padre Mio, mi costa l'ingratitudine, ma perdona loro:
ignorano che lo sono Tuo figlio. - Mammina, ai piedi della croce, ferma
come una statua di dolore, quasi moriva col Suo Gesù. Ho sentito
nell'anima i Suoi occhi agonizzanti disfatti dalle lacrime e come se
quelle lacrime colassero nel mio cuore. Poco dopo è venuto Gesù: -
Figlia mia, bianca colomba, coraggio ancora un poco!... Vengo sempre a
te come un mendico, vengo per chiedere. L'ora è grave; grave è il
pericolo! Accetti quanto ti sto per chiedere? Guardami bene, ripara
per Me. Non ho più il Cuore; gli uomini l'hanno annientato con le loro
iniquità, l'hanno distrutto con il dolore [procuratomi]. Vedi il mio
Corpo come è ridotto. - Ho veduto Gesù senza Cuore nel petto. Il suo
Corpo divino non era [neppure più] uno scheletro: non aveva né carne
né ossa, pareva un guscio vuoto. I Suoi occhi divini, senza brillio, si
scioglievano in lacrime. Piena di compassione, ho alzato verso di Lui
le mie mani: - Mio Gesù, chiedimi tutto: accetto tutto, ogni dolore. Ma
dimmi, che ne è del Tuo Cuore, della Tua bellezza, del Tuo amore? Come
puoi amare così? Gesù mio, Ti amo, sono la tua vittima. Voglio soffrire
tutto, nella certezza e nella ferma fiducia che Tu mi aiuti a soffrire,
che non mi abbandoni... Non voglio vederti soffrire, e voglio che Tu
perdoni all'umanità. A che cosa Ti hanno ridotto! Perché, essendo Dio
onnipotente, Ti sei lasciato ferire così? - Tranquillizzati, figlia
amata; lo ti amo e posseggo amore per amarti; ho Cuore, ho Corpo, ho
tutta la Bellezza: ma era questo lo stato in cui gli uomini mi
avrebbero ridottose se fosse stato possibile. Guardami, contempla ora
la mia Bellezza ed il mio Cuore divino, pieno di amore: è stata la tua
accettazione generosa, sono stati i tuoi atti di amore! Ripetimi molte
volte che Mi ami e che sei la Mia vittima. - Ho visto allora Gesù tutto
amore e bellezza; ho sentito che mi ha avvolta con l'amore del suo
divin Cuore, ma, ormai senza lacrime, ha aggiunto: - L'ora è grave; è
necessaria, figlia mia, è urgente una riparazione; senza di essa, tra
pochi giorni, si perderebbero eternamente sei sacerdoti, tra quelli che
più Mi offendono... - Tutto ciò che vuoi, Gesù: sono la tua vittima...
- ... (diario, 6-9-1946).
Una lettera per la natività di Maria
... Il giorno 8, compleanno di Mammina, fu un giorno di dolore...
Le scrissi una lettera di mio pugno: una forza mi obbligava mentre un
profondo dolore mi compenetrava tutta e mi rattristava per non saper
dire nulla di ciò che volevo e per non amarla come desideravo. Quanta
nostalgia ho sentito per la festa del Cielo! Deposti ai Suoi piedi
santissimi la lettera, i fiori e le candele, cantai, ma con molto
sacrificio! Il mio canto mirava a lodarla e a nascondere il mio molto
soffrire... (diario, 13-9-1946).
« Mia cara Mammina del cielo, io mi rallegro per il Tuo compleanno, so
che non sono degna né atta a farlo per la miseria, l'infedeltà e le
ingratitudini verso Gesù Tuo amatissimo Figlio e verso di Te. Che
miseria, la mia! Tuttavia non devo scoraggiarmi perché, proprio per
questo, sono più degna della compassione di Gesù e di Te che sei
Consolatrice degli afflitti e Madre dei peccatori. Abbi pietà di me
perché sono la peggiore. Mammina, un altro anno è trascorso e sono
ancora in questo esilio. Quando arriverà la mia Patria? Tu vedi la mia
pena e la mia nostalgia. Un anno fa non supponevo che oggi sarei stata
ancora qui, né che avrei avuto colpi così duri. Ma sia fatta la Volontà
di Gesù. Mammina, fra un anno sarò ancora qui o sarò in cielo a cantare
le tue lodi? Spero e confido. Però accetto con gioia i disegni di Gesù.
Non voglio la volontà mia; voglio soltanto Gesù. Fa', o dolce Mammina,
che in questo giorno benedetto muoiano per sempre il mio io, il mio
orgoglio, il mio amor proprio, la mia volontà e tutti i miei difetti.
Non voglio che trascorra la giornata senza rinnovare la donazione della
mia verginità e purezza, anche se il demonio mi dice sovente che non
sono più vergine, e altre cose. Regina delle vergini, abbi pietà di me.
Sono Tua, o mia dolce Mamma. Conserva per Te il mio corpo, la mia anima
e tutto il mio essere. Insegnami ad amare Gesù ed amalo per me. Siccome
non so salutarti e ne sono indegna, chiedo a Gesù,. alla Trinità
santissima, a San Giuseppe Tuo sposo, agli Angeli e a tutto il Cielo,
di farlo per me. Dammi, o Mammina, il tuo amore, la benedizione e il
perdono. Benedici coloro che mi sono più cari e il mondo intero..
Accetta, in forza del Tuo amore, questi fiori e questi lumi._ Sono la
più indegna delle tue figlie, la povera Alexandrina, 8-9-1946 »