MaM
Messaggio del 25 novembre 2017:Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito alla preghiera. Pregate e cercate la pace, figlioli. Lui che è venuto qui sulla terra per donarvi la Sua pace, senza far differenza di chi siete o che cosa siete - Lui, mio Figlio, vostro fratello - tramite me vi invita alla conversione perché senza Dio non avete né futuro né vita eterna. Perciò credete, pregate e vivete nella grazia e nell'attesa del vostro incontro personale con Lui. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Beata Alexandrina Maria da Costa - « Vengo sempre a te come un mendìco» (Momenti della Passione)


Dove mi nasconderò? Come sfuggire alla Tua giustizia, o Signore, se essa cade sopra di me e sul mondo che sento dentro di me, o, per dir meglio, sul mondo di cattiverie che sono io? Che grande pioggia di fuoco mi cade addosso dalle nubi che oscurano me e tutta la terra! Mi sento come impaz­zita dal dolore: guardo da una parte e dall'altra attorno a me, piena di paura e di sgomento, perché da ogni lato mi si presentano minacce e segni di distruzione. E io sola, abban­donata, timorosa di tutti meno che di Dio". Verso questo Signore Supremo pare che io abbia odio e rancore; sento di volerlo sopprimere con le mie cattiverie e crudeltà. Che dolore e che confusione! Temere tutti eccetto Dio, cui devo dare conto della mia vita tanto maliziosa e vergognosa... Il tempo per tutte le cose è una eternità; è brevissimo invece per comparire alla presenza di Gesù. Ed io sono senza il minimo merito, senza la più piccola cosa gradevole ai Suoi occhi divini...

Vorrei volare al cielo, vorrei potere abbracciare, imprigio­nare l'umanità intera perché neppure un'anima potesse fuggire da Gesù, abbandonando il cammino della salvezza. E non pos­so nulla, non vedo nulla. Che oscurità! Oscura la terra, oscuro il cielo! ...

Ieri, nell'Orto, sentii in modo così forte la giustizia di­vina da sembrarmi che il Suo peso aprisse la terra: io vi ri­masi sprofondata. Attorno a me era mare; sbattevano contro di me onde furiose, come io fossi il molo... Oggi... [Gesù] camminava con una pesante croce sulle spalle che diffondeva luce ed illuminava la terra. lo sentivo che Gesù voleva abbracciare, nell'intimo della Sua Anima, quella croce tanto pesante. Molte volte, intimamente, Egli ne baciava le sofferenze che gli causava: quanto amore in quei baci! Quale lezione mi ha dato Gesù! Sapessi imitarlo, abbracciando e ba­ciando la croce che Egli mi dà, portandola con amore simile al Suo! Più tardi, dall'alto della croce, ho sentito nell'anima uno, scroscio di flagelli; non perché i carnefici mi percuotessero in quel momento, ma perché desideravano farlo. Gesù, nel mio petto, alzò gli occhi all'Eterno Padre; già quasi moribondo per il dolore angoscioso causato da quelle cattive intenzioni, ha mormorato: - Padre Mio, mi costa l'ingratitudine, ma per­dona loro: ignorano che lo sono Tuo figlio. - Mammina, ai piedi della croce, ferma come una statua di dolore, quasi moriva col Suo Gesù. Ho sentito nell'anima i Suoi occhi agonizzanti disfatti dalle lacrime e come se quelle lacrime colassero nel mio cuore. Poco dopo è venuto Gesù: - Figlia mia, bianca colom­ba, coraggio ancora un poco!... Vengo sempre a te come un mendico, vengo per chiedere. L'ora è grave; grave è il peri­colo! Accetti quanto ti sto per chiedere? Guardami bene, ri­para per Me. Non ho più il Cuore; gli uomini l'hanno an­nientato con le loro iniquità, l'hanno distrutto con il dolore [procuratomi]. Vedi il mio Corpo come è ridotto. - Ho veduto Gesù senza Cuore nel petto. Il suo Corpo di­vino non era [neppure più] uno scheletro: non aveva né carne né ossa, pareva un guscio vuoto. I Suoi occhi divini, senza brillio, si scioglievano in lacrime. Piena di compassione, ho alzato verso di Lui le mie mani: - Mio Gesù, chiedimi tutto: accetto tutto, ogni dolore. Ma dimmi, che ne è del Tuo Cuore, della Tua bellezza, del Tuo amore? Come puoi amare così? Gesù mio, Ti amo, sono la tua vittima. Voglio soffrire tutto, nella certezza e nella ferma fiducia che Tu mi aiuti a soffrire, che non mi abbandoni... Non voglio vederti soffrire, e voglio che Tu perdoni all'umanità. A che cosa Ti hanno ridotto! Perché, essendo Dio onnipotente, Ti sei lasciato ferire così? - Tranquillizzati, figlia amata; lo ti amo e posseggo amo­re per amarti; ho Cuore, ho Corpo, ho tutta la Bellezza: ma era questo lo stato in cui gli uomini mi avrebbero ridotto­se se fosse stato possibile. Guardami, contempla ora la mia Bel­lezza ed il mio Cuore divino, pieno di amore: è stata la tua accettazione generosa, sono stati i tuoi atti di amore! Ripetimi molte volte che Mi ami e che sei la Mia vittima. - Ho visto allora Gesù tutto amore e bellezza; ho sentito che mi ha avvolta con l'amore del suo divin Cuore, ma, ormai senza lacrime, ha aggiunto: - L'ora è grave; è necessa­ria, figlia mia, è urgente una riparazione; senza di essa, tra pochi giorni, si perderebbero eternamente sei sacerdoti, tra quelli che più Mi offendono... - Tutto ciò che vuoi, Gesù: sono la tua vittima... - ... (diario, 6-9-1946).

Una lettera per la natività di Maria

... Il giorno 8, compleanno di Mammina, fu un giorno di dolore...

Le scrissi una lettera di mio pugno: una forza mi obbli­gava mentre un profondo dolore mi compenetrava tutta e mi rattristava per non saper dire nulla di ciò che volevo e per non amarla come desideravo. Quanta nostalgia ho sentito per la festa del Cielo! Deposti ai Suoi piedi santissimi la lettera, i fiori e le candele, cantai, ma con molto sacrificio! Il mio canto mirava a lodarla e a nascondere il mio molto soffrire... (diario, 13-9-1946).

« Mia cara Mammina del cielo, io mi rallegro per il Tuo compleanno, so che non sono degna né atta a farlo per la miseria, l'infedeltà e le ingratitudini verso Gesù Tuo amatis­simo Figlio e verso di Te. Che miseria, la mia! Tuttavia non devo scoraggiarmi per­ché, proprio per questo, sono più degna della compassione di Gesù e di Te che sei Consolatrice degli afflitti e Madre dei peccatori. Abbi pietà di me perché sono la peggiore. Mammina, un altro anno è trascorso e sono ancora in que­sto esilio. Quando arriverà la mia Patria? Tu vedi la mia pena e la mia nostalgia. Un anno fa non supponevo che oggi sarei stata ancora qui, né che avrei avuto colpi così duri. Ma sia fatta la Volontà di Gesù. Mammina, fra un anno sarò ancora qui o sarò in cielo a cantare le tue lodi? Spero e confido. Però accetto con gioia i disegni di Gesù. Non voglio la volontà mia; voglio soltanto Gesù. Fa', o dolce Mammina, che in questo giorno benedetto muoiano per sempre il mio io, il mio orgoglio, il mio amor proprio, la mia volontà e tutti i miei difetti. Non voglio che trascorra la giornata senza rinnovare la donazione della mia verginità e purezza, anche se il demonio mi dice sovente che non sono più vergine, e altre cose. Regina delle vergini, abbi pietà di me. Sono Tua, o mia dolce Mamma. Conserva per Te il mio corpo, la mia anima e tutto il mio essere. Insegnami ad amare Gesù ed amalo per me. Siccome non so salutarti e ne sono indegna, chiedo a Gesù,. alla Trinità santissima, a San Giuseppe Tuo sposo, agli Angeli e a tutto il Cielo, di farlo per me. Dammi, o Mammina, il tuo amore, la benedizione e il per­dono. Benedici coloro che mi sono più cari e il mondo intero.. Accetta, in forza del Tuo amore, questi fiori e questi lumi._ Sono la più indegna delle tue figlie, la povera Alexandrina, 8-9-1946 »