... Sento il mondo nella oscurità, come vi sono io. Il sole non nasce;
non spunta il giorno. Il sole si abbatte sulla terra e pare si frantumi
contro di essa in schegge di terrore. E la terra rimane nera, in
silenzio, disfatta nelle ceneri della morte. Il Cielo contro la terra!
Che confusione, che rivolta! E il mondo gioca, gioca insensato dinanzi
alle minacce divine che lo aspettano. Mio Gesù, che orrore! Il mondo
non teme Dio! Il Cielo sprigiona fulmini; si disfa in fuoco! Che rumore
spaventoso, oh, assai più che di forti tuoni!
- Mio Gesù, io Ti amo, mio Gesù, sono la Tua vittima! - Sento di non
avere corpo per soffrire: il dolore è in me ciò che è il fumo
nell'aria: fa soffrire, mi consuma, ma sparisce tutto. Questo fumo che
non è fumo va pazzo ad avvolgere tutto il mondo, ad avvolgerlo: lo
vuol salvare a qualsiasi costo, vuole una rigenerazione; chiede nuovo
sangue, chiede un mondo di purezza e di amore. Povera me! Voglio tutto
e non riesco a nulla; voglio amare Gesù e nel cuore non ho amore;
voglio dargli anime e sento di non dargli neppure la mia. Ho perso
tutto e tutti: che sarà di me, mio Dio!?...
Gesù non mancò di venire a prendere quella riparazione che mi aveva
chiesto: che notti tremende! mio Dio, che lotte tanto prolungate!...
Gesù mi parlò: - Figlia mia, mia amata, cuore di dolore, cuore di
amore, scrigno ricchissimo ove è racchiusa la maggior ricchezza, la
moneta più valida per comprare le anime! Il dolore è amore: col tuo
amore, col tuo dolore, con la moneta della tua sofferenza, Io sono
andato alla ricerca e alla conquista delle anime. Eccole! Vengo a te,
come buon Pastore, a chiuderle nel tuo cuore che è grande... Il tuo
dolore, il tuo amore, sono come calamite che attraggono... Dimmi molte
volte che le vuoi salvare tutte. È stato con il tuo amore e con la tua
sofferenza che sono andato a comprare le più lontane dall'ovile e in
pericolo di perdersi... - (diario, 23-8-1946).
Cerco di emendarmi, di fare un grande sforzo su me stessa per vedere se
riesco a nascondere il mio dolore. Mi pare di usare frasi crude con
coloro che mi sono cari quando manifesto loro il mio dolore; poi
vorrei inginocchiarmi ai loro piedi e chiedere perdono; agisco in
questo modo soltanto con chi ha potere e diritti su di me, sulla mia
anima. E questo aumenta il mio martirio. O Gesù, perdonami e dammi
forza per migliorare e per correggere i miei difetti. E se a Te piace,
fa' che io sappia nascondere le lotte e le tristezze dell'anima. Mi
sento in un angolo del mondo; coloro che mi sono più cari sono
nell'angolo opposto. Quale distanza ci separa! Sento che essi, come me,
hanno la stessa oscurità, subiscono lo stesso disprezzo e abbandono e
la stessa morte. Da loro non posso ricevere conforto né vita. ... Ieri
sentivo avvicinarsi l'agonia dell'Orto: uno sgomento che non saprei
spiegare. Questa sofferenza aumentò nel sentire nell'anima lo schianto
di forti tuoni, accompagnati da fulmini accecanti che incendiavano il
mondo; il cielo scendeva sulla terra morta per il peccato, morta per
causa di tutti i vizi. Pareva che tutto il firmamento si dissolvesse in
fuoco. Mio Dio, che ribellione! Sentivo che le anime non temevano Dio.
Nell'Orto pareva che gli ulivi si prestassero a nascondermi tra i loro
rami, ad occultarmi tutta la luce per terrorizzarmi di più nella mia
oscurità: i rami e i tronchi tremavano con me, con tutto il suolo.
L'Eterno Padre si era ritirato: pareva non esistere. Ma la Sua
giustizia scendeva come nere nubi a schiacciarmi. Sentii tutto il corpo
bagnato di sangue. E gli sguardi miti di Gesù erano nella mia anima:
quale serenità, la Sua, ma in quanta sofferenza! Dal calice amaro
scorrevano fiumi di sangue: era quel sangue ad allontanare dalla terra
il peso della giustizia divina e a dar luce alla terra stessa... Oggi,
lungo il Calvario, dopo di essere caduta con la croce e prima di essere
trascinata per terra, ho sentito nel petto calci tanto forti che mi
hanno lasciato come se il petto fosse aperto... È venuto Gesù: - Ti
invita un Cuore di sposo, l'amore di Sposo e di Padre. Sono lo, il tuo
Gesù, che ti invito a entrare, attraverso la piaga del mio petto, fino
alla fonte del mio divin Cuore; non per bere, perché senza un miracolo
non puoi resistere al mio amore, né sopportare la forza del mio Sangue
divino; entra, vieni soltanto ad avvicinare le tue labbra a questa
fonte; vieni a refrigerarle per saziare la tua sete di amore, la sete
che hai di darmi anime. Unisciti a Me: è questo il Sangue che genera i
vergini e che dà vita, grazia, purezza e amore. Non intendo soltanto,
figlia mia, darti vita e addolcire il tuo dolore, ma voglio dare a te
affinché tu dia, voglio dare a te per ricevere. lo sono l'Agricoltore
che semina e raccoglie, sono il Giardiniere che pianta e coltiva i
fiori. Raccolgo le tue sofferenze in vasi dorati per le anime. Figlia
mia, sono come il ricco avaro, mai soddisfatto del suo raccolto.
Coraggio, dammi di più: non negarmi nulla. Continuo a chiederti questo
duro martirio, questa dolorosa riparazione. Il mondo corre verso
l'abisso: è in pericolo di precipitarvi e rimanervi per sempre sepolto.
Non posso più trattenere la giustizia dell'eterno Padre. Ecco i
sentimenti che ho fatto provare ieri alla tua anima. Sono stanco di
richiamare a nuova vita e a riconciliarsi con Me. Povero mondo, se non
si rialza: il fuoco divino lo carbonizzerà. E il fuoco che hai sentito
venire dal cielo con lo schianto dei tuoni. Erano nubi di castigo
quelle nere nubi. Soccorri, soccorri il mondo! Dammi tutte le
sofferenze. -
- Gesù, Tu mi parli così: allora non vale nulla ciò che io soffro per l'umanità? -
- Sta' tranquilla... Se non fossero le tue sofferenze, oh,. che sarebbe
stato mai del mondo!... Va' a dettare tutto questo; raddoppia il tuo
sforzo; donami questo sacrificio...
A somiglianza della mia Madre benedetta, va' incontro al tuo dolore e
lascia la fonte del mio divin Cuore... - ... (diario, 30-8-1946).