MaM
Messaggio del 25 aprile 1997: Cari figli, oggi vi invito ad unire la vostra vita a Dio Creatore, poiché solo così la vostra vita avrà un senso e capirete che Dio è amore. Dio mi manda tra voi per amore, per aiutarvi a capire che senza Lui non c'è futuro ne gioia, ma sopratutto non c'è salvezza eterna. Figlioli, vi invito a lasciare il peccato e ad accettare la preghiera in ogni tempo; affinché nella preghiera possiate riconoscere il senso della vostra vita. Dio si dona a colui che lo cerca. Grazie per avere risposto alla mia chiamata.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Ho forti tentazioni contro la fede... Credo, credo! (Momenti della Passione)


Se alzo gli occhi al cielo, non vedo; se li abbasso verso terra ove sono immersa, non vedo nulla. Provo uno sgomento di morte e tanta oscurità. Il mio spirito si è oscurato e sento che si sono oscurati gli spiriti di tutti :mi fa orrore il sentire che tutte le anime sono nelle tenebre. Non comprendo né vi è chi comprenda il mio dolore, in cui si strugge tutta l'anima. Mi sento come un vecchio strac­cio che si è seccato, consunto fino a sparire per non esistere più. L'abbandono in cui mi trovo non si spiega. Né amici né nemici mi servono di sollievo: temo tutti e soprattutto gli amici. Se potessi ricevere l'assoluzione per i miei peccati senza avere davanti un sacerdote, sarebbe per me un grande sollievo. Ho paura di loro. Quante volte mi sento come disperata, sen­za potere udire una parola di conforto che addolcisca il mio dolore! Chiedo a Gesù l'amore del Suo divin Cuore; Lo con­templo crocifisso; per la Sua Passione e Morte Gli chiedo assistenza, conforto e grazia per non vacillare. Né Gesù, né Mammina dànno vita alla mia morte; né il Cielo mi soccorre. Ho forti tentazioni contro la fede: mi pare tutto falso. Cre­do in Dio Padre Onnipotente; Gesù, io credo in Te, confido in Te.

Sono in un mare tanto furioso; le onde nere in cui com­batto giungono al cielo; nulla calma questa tempesta così fu­riosa. Sento come un'eco nell'anima che porta ai miei orecchi i gemiti, gli orrori, le urla dei disperati dell'inferno; le anime si sfasciano nel fuoco, come fossero corpi. Il demonio si ostina a volermi portare al peccato: non cessa il suo tormento; ebbi un attacco molto violento e molto prolungato... Nel pomeriggio di ieri mi si stringeva il cuore dal dolore: era cinto di spine sempre più penetranti. Camminavo verso l'Orto come se non potessi toccare il suolo: quelle spine mi ferivano i piedi; il suolo ne era coperto ed il dolore invadeva tutto il mio essere. Mi pareva che il corpo avesse occhi per vedere dappertutto: questi sguardi mi venivano dal di dentro. lo camminavo ma il cuore, quasi avesse grosse radici, re­stava legato alla città che era là in basso: città ingrata che mi strappava dal petto il cuore e lo calpestava... tuttavia il cuore mi ardeva di amore per essa... Oggi, sovraccarica del peso schiacciante della croce, cam­minavo curva, con la ferita della spalla che si aggravava sem­pre più; siccome andavo molto curva, sentivo e vedevo che dai miei occhi cadevano al suolo molte lacrime di sangue; usci­vano dagli occhi, ma erano spremute dalla sofferenza interiore causata da spine molto acute e penetranti... Ho veduta la spugna e l'ho sentita passare sulle mie lab­bra mentre una voce interiore diceva: - Non è questa la mia sete. - Ho veduto la lancia che doveva squarciare il mio cuore; ma era già aperto dall'amore, pareva una porta spalancata per ricevere tutti. Tale visione mi ha causato dolori d'agonia. E in quel momento gli occhi di Gesù, dentro i miei, si sono al­zati al Cielo: un grido rivolto al Padre è uscito dalle mie lab­bra, ma era di Gesù. Quel grido però si è fermato nelle nubi, avvolto nelle tenebre; sono rimasta in agonia. È venuto Gesù: - lo ti conosco, ti comprendo, vedo tutto... La mia luce non è per te, è per il mondo, esce dalle tue te­nebre... -. ... (diario, 9-8-1946).

... Mi pare di fuggire dai miei amici, da coloro che mi sono più cari: fuggo di qui, mi nascondo di là per evitare ogni incontro. Che taglio tanto grande! Voglio loro molto bene, ma li temo sempre più, molto di più. Tutta l'altra vita [vita celeste] si è spenta, è morta: per­fino il nome di Gesù e di Mammina; il Cielo, Patria bene­detta, è scomparso... Gesù, Mammina, il Cielo e la Trinità divina che amavo tanto, non esistono più per me. Nonostante questo sentimento, non tralascio di esclamare di cuore: - Ge­sù, Mammina, sono Vostra! O Cielo, vieni in mio aiuto! - È la mia invocazione al colmo del mio dolore. Senza sen­tire né ricevere conforto o gioia, mi curvo per ricevere la croce, ripetendo sempre: «Gesù, sono la Tua vittima». Talvolta provo ancora sentimenti di disperazione e forti tentazioni contro la fede. In quei momenti la mia preghiera. è questa: - Cuore di Gesù, confido in Te! Credo in Dio Pa­dre onnipotente! Mio Dio, Tu sai che Ti amo; o, meglio, credo in Te e solo Tu sai quanto desidero amarti. Lasciami impaz­zire per tuo amore e fa' che in tutto muoia la mia volontà, il mio io, affinché solo Tu viva, o Gesù. - ... (diario, 16-8-1946).