MaM
Messaggio del 25 marzo 2008:Cari figli, vi invito a lavorare alla conversione personale. Siete ancora lontani dall’incontro con Dio nel vostro cuore, perciò trascorrete più tempo possibile nella preghiera e nell’adorazione a Gesù nel Santissimo Sacramento dell’altare, affinché Egli vi cambi e metta nei vostri cuori una fede viva e il desiderio della vita eterna. Tutto passa, figlioli, solo Dio rimane. Sono con voi e vi esorto con amore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Beata Alexandrina Maria da Costa - « Ho trovato in te un cuore forte e generoso » (Momenti della Passione)


Le lacrime del mio dolore bagnano la terra; la mia anima piange e grida: ha paura delle tenebre e della spaventosa oscu­rità; si rammarica per tutto ciò che vede nella umanità. Se sapessi parlare e spiegare la dolorosa agonia che provo, vi sarebbe certamente chi avrebbe compassione del mio dolore. Siccome non so, lotto da sola e tanto abbandonata, mio Dio! Sento il mio petto aperto e il cuore che ne esce: viene verso il mondo, gli mostra l'amore di cui è colmo e lo invita ad entrare. Questo cuore non è mio: è grande come il cielo e la terra; è grande come Dio. Io non ne posso più per la fame e la sete che lo divo­rano: è una fame, è una sete insaziabile... Ieri, durante la preghiera della sera, ben lungi dal pensare alla Cena di Gesù con gli apostoli, mi sentii a tavola con loro. Vidi Giovanni, con il capo appoggiato al petto di Gesù, gu­stare una dolcezza e una pace indicibili: era quanto l'apostolo amato riceveva da Gesù. A tavola, ma un po' discosto, vidi Giuda: mento sporgente, occhi fuori dalle orbite, capelli irti; non pareva già più un uomo; si vedeva in lui soltanto una disperazione infernale. Vidi Gesù lavare i piedi ai suoi apostoli e al mio collo era appeso l'asciugamano con cui li asciugava. Quanta dol­cezza e tenerezza in Gesù! Ma nel suo divin Cuore, quale tristezza, quale dolore profondo! Udii queste parole: « Prima che il gallo canti, Mi rinne­gherai tre volte »... O Gesù, quanto ci ami e quanto hai sof­ferto per noi! Oggi sono salita lungo il Calvario come chi non conosce se non il cammino del dolore. Era tutto spine ed io dovevo calpestarle; la oscurità non mi consentiva di evitarle. Di tanto in tanto uscivano dal mio cuore sospiri occulti, soffocati. ... Provavo un'ansia continua di darmi al mondo e di in­cendiarlo di amore... È venuto Gesù: - ...Con il balsamo del tuo amore, con il tuo dolore di riparazione, vieni a curare questo Cuore ferito, questo Cuore che tanto ha amato ed ama e per nulla, o quasi, è corrisposto dalla maggior parte degli uomini. Vieni e dimmi che Mi ami, che sei Mia vittima; questo Mi basta. - Sì, Gesù, Ti amo, Ti amo, Ti amo, sono tutta Tua, sono la Tua vittima. Di ben poco Ti accontenti. A chi vieni a chiedere di essere consolato! A questa miseria? O povera me! - Sì, figlia mia, vengo a te, perché in te ho trovato tutto e ho dato tutto per soccorrere l'umanità. Ho trovato in te un cuore forte e generoso; è con questo cuore che lo salvo il mondo. Ormai non sei tu che vivi, ma vivo lo, vive Cristo. Continuo a invitare il mondo ad entrare nel tuo cuore, ma egli si rifiuta; è ingrato; non ascolta la mia chiamata. Cam­mino dentro il tuo cuore ad accendere il Mio divino amore nelle anime. Mi rifiutano tutto, non vogliono lasciarsi infiam­mare da Me. Ma lo non ho sosta né giorno né notte: è senza limiti la sete e la fame che ho di loro. È la tua fame, è la tua sete, è Cristo crocifisso in te. Ti ha amata tanto da farti simile a Me fino a questo punto. Quando ho cominciato a farti vivere senza alimento, già ve­devo il tuo doloroso martirio per soccorrere le anime. (diario, 19-7-1946).

...Ieri, già a notte, all'improvviso, la mia anima vide la Cena di Gesù con i suoi apostoli; vide il dolce Gesù benedire il pane; in quel momento di amore e meraviglia senza pari sentii che il mondo non era più lo stesso: Gesù gli si dava in alimento; andava in cielo e rimaneva col mondo. Quel­l'amore si estendeva a tutta l'umanità.

Nell'Orto la sofferenza tu tanta che [mi] sentii come una bilancia sospesa in aria, con il piatto più basso tanto carico da non poterne più e l'altro in alto, vuoto.

Gesù offerse al Padre il calice della Sua amarezza: prima si chinò su di esso, lo unì al Cuore, poi con le Sue divine mani lo sollevò: traboccava e versava sulla terra tanto Sangue da irrigarla... (diario, 2-8-1946).

...Oggi, dopo la Comunione, Gesù, per un po' di tempo, non mi ha parlato né ha dato segno della Sua vita divina in me. Io pregavo e Gli parlavo: avevo tanto da chiedergli! Egli ha interrotto la mia preghiera e mi ha detto: - Sono qui, figlia mia, a deliziarmi come il giardiniere tra i fiori che ha piantato e coltivato. Io, il Giardiniere divino, sono nel giar­dino del tuo cuore a contemplare i fiori delle tue virtù e a deliziarmi del loro profumo... Mia figlia, vengo a chiederti per questa notte una grande sofferenza e grande riparazione per tanti peccati che si commettono nei balli, nei cinema, nei casinò e per altri, molti altri... Non manchi la Mia Madre benedetta di confortare la no­stra figliolina; non resisterebbe al suo dolore. - È venuta Mammina, che, come al solito, mi ha presa tra le braccia e mi ha accarezzata; ma non ne ho avuto il solito conforto: erano carezze di grande dolore e tristezza. Molto triste mi ha detto: - Guarda, figlia mia... soffro con il mio divino Figlio: gli uomini sono tanto ingrati!... Consolaci almeno tu, che ci ami tanto; soffri per consolarci... - Sono pronta a far tutto, Mammina. Conto sul Vostro aiuto... Fate che la mia vita sia tutta di cielo. - Gesù ha aggiunto: - Va', figlia amata, va' in pace a sof­frire per il mondo, a salvare le anime. Tutto il cielo ti assiste, tutto il cielo,tí protegge... - (diario, 3-8-1946).