... Il giorno 10, verso le nove e mezza del mattino, ebbi la visita di
una persona amica; questa mi diede la triste notizia che forse il mio
padre spirituale [p. Pinho] sarebbe mandato all'estero. Tale notizia
fu come un pugnale nel cuore. Rimasi calma, serena e fiduciosa e dissi:
- Non mi convinco; non è possibile: il Signore non viene meno alle
promesse. I momenti di questa tranquillità furono pochi perché una
tempesta fortissima si scatenò subito nel mio spirito. Il demonio mi
presentò alla fantasia ogni cosa immaginabile. Vedevo la mia vita
ingannatrice e colma di illusioni... Versai molte lacrime: furono
lacrime di rassegnazione. Mi offersi a Gesù come vittima. A volte con
le labbra, altre volte con lo spirito, recitai il « Magnificat » per
ringraziare di tanta sofferenza... Nella Comunione del giorno 11 volevo
domandare a Gesù se era vero o no che il mio padre sarebbe partito; ma
non osai. - Gesù, voglio fare ciò che è più perfetto. Fa' che la mia
fiducia in Te cresca, cresca il più possibile. - Alla fine delle 24 ore
di questo martirio dissi: - Gesù, 24 ore di agonia senza luce: dammi
chi mi consoli! -
... Quante volte mi pareva di vacillare e di disperare! Alla fine delle
48 ore dissi: - Gesù, Tu sai che questa mia preoccupazione, tutto
questo martirio è per Te e per le anime, non è per me. Che io soffra
tutto, ma che non soffra la tua divina causa, non soffrano le anime...
- È venuto il mio medico con alcune persone amiche. Attendevo
conforto; non l'ho avuto: Gesù non lo ha permesso. Anzi mi ha
tormentata anche il ricordo che le mie lacrime e qualche parola non li
abbia edificati, o anche, forse, scandalizzati... Io non dubitavo di
Gesù, ma di me, soltanto di me: temevo di essere ingannata... Appena
ritorneranno da me, chiederò loro perdono per il cattivo esempio dato.
Faccio questo sacrificio di dettare i miei sentimenti per provare che
non sono stata io, ma il mio dolore a parlare quando ho detto che non
avrei più dettato... - Perdonami, Gesù; Tu lo sai che a me importa
rivedere sulla terra il mio padre spirituale non per me, ma per Te, per
le tue promesse, per le anime. Ma confido e spero in Te. - In questo
triste penare passai attraverso l'Orto, salii al Calvario con il cuore
oppresso, molto spremuto da mani umane. Io ero il chicco di grano
macinato, trasformato in farina, ma quella farina era continuamente
macinata fino a sparire. Io ero il grappolo d'uva spremuto nel torchio,
che dopo aver dato tutto il succo, doveva passare in altri torchi i
quali lo spremevano talmente da annientarlo... (diario, 14-12-1945).
Se mi trovassi alla fine della vita vorrei che la mia prima parola
fosse: « Sia fatta la Tua volontà! ». Poi, come striscia di sangue che
si estende per il mondo intero, vorrei ripetere con tutta la forza
possibile: « Amate, amate, amate Gesù! ». ... Sono solita chiedere a
Gesù e a Mammina che ogni momento sia per me come l'ultimo della mia
vita. Oggi ebbi una consolazione che non mi ha dato gioia e sento che
Gesù rimane molto soddisfatto nel vedere la mia disposizione
interiore, cioè che non mi rattristano affatto le cose di questo mondo
che mi riguardano... (diario, 19-12-1945). Ore di sollievo, momenti più
lieti per meglio portare la pesante croce e sopportarne l'aumento di
peso. Ho avuto vicino chi comprende bene la mia anima: ho potuto
aprirmi e sfogarmi. Non fu godimento, ma mi sono sentita un'altra: ero
più forte; mi pareva di avere un cuore nuovo con più vita. Non sapevo
come ringraziare il Signore. Ho recitato il « Magnificat »; mi sono
sforzata di lodarLo. Dopo poche ore cambiò tutto: ritornai ad essere me
stessa, ritornai alle mie tenebre, ai miei orrori, al mio soffrire.
Gesù Eucaristico è venuto a fortificarmi. Dopo il ringraziamento un
nuovo pugnale veniva a conficcarsi nella ferita già aperta: una
lettera, di una persona che non conosco, in cui mi si chiedevano
preghiere per il mio padre spirituale e mi si annunciava la sua
partenza per il Brasile. È impossibile esprimere il mio dolore; ma non
ho pianto: agonizzavo. Una forza venuta da non so dove mi obbligava a
sorridere. Con gli occhi fissi in Gesù e in Mammina dicevo loro: -
Accetto, accetto, ma soccorretemi e vegliate sudi me. - Con il passare
delle ore la tempesta si è sollevata fortissima. L'anima si è
mantenuta in grande pace e serenità, ma le lacrime scivolavano sul mio
volto. Le ho offerte a Gesù come atto di amore... (diario, 21-12-1945).
... Notte di Natale!... Ho fatto compagnia a Gesù nel presepio, senza
vita, senza avere nulla per fargli compagnia. Nelle mie tenebre, mi
sono affidata alle sue braccia e al suo Cuoricino. Al mattino, nel
riceverlo sacramentato, Gli ho aperto il mio cuore; Gli ho fatto la
consegna del mio padre spirituale... Se fossi solo io ad essere
umiliata, non mi affliggerei tanto. In questa offerta il cuore era
straziato dal più vivo dolore. - Sta' calma, tranquillizzati, figlia
mia. Io ho accettato la tua offerta e con essa hai consolato il mio
divino Cuore... Ti prometto, dopo la tua morte, molte conversioni sul
tuo tumulo. Verranno a visitarti e partiranno cambiati. Là, dal cielo,
veglierai su di loro; coprirai di benedizioni le loro anime... Sei
madre di tutti i peccatori... - (diario, 28-12-1945).