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Messaggio del 25 giugno 2019:Figlioli, pregate, pregate, pregate.

Beata Alexandrina Maria da Costa - « Chi vive con te, vive con Cristo » (Momenti della Passione)


... Non so ricevere bene la Comunione: non ho posto per ricevere Gesù. Non ho lingua per lodarlo, né cuore per amarlo. Ho perduto tutto: fra le tenebre appare soltanto la miseria; tenebre che hanno ingoiato e annientato tutto. Mi pare di non poter credere a quanto avviene in me. In me, dico io, in me che non sono io, in me che non esisto.

In tutto appare miseria; in tutto vedo tenebre. Le grandezze di Gesù non sono mie. Almeno fossero miei il martirio e il dolore che sento, per darli a Gesù! Lo amassi per chi non Lo ama, quale fortuna sarebbe la mia! L'edificio è in piedi; io sono la scala, ma la vedo e la sento rovinarsi per la corruzione: mi causa persino nausea; che con­fusione!

Mi offro sovente a Gesù; Gli ripeto che sono la sua vit­tima; mi pare però di non potere essere accettata da Lui. Voglio soltanto ciò che Egli vuole e sento che nulla voglio, nulla accetto come Egli vuole. Ho perduto il gusto delle persone più care e intime; l'ho per­duto per sempre; mi pare di non amarle, di non averle mai amate. La stessa cosa avviene nei riguardi di Gesù. Gli dico che voglio tralasciare di amarlo quando tralascerà di essere Gesù e che voglio amarlo incessantemente come incessantemente cor­rono le acque dei fiumi verso il mare. Povera me! Non so parlargli, non so darmi a Lui e alle anime. Anche così non mi stacco né mi staccherò dalla croce: è Lui che me l'ha do­nata; voglio possedere almeno una cosa sua... Il demonio si ostina, tenta di portarmi al peccato... Talvolta pare rivestirsi del mio corpo; tutto in me è malizia: braccia, piedi, cuore, intelligenza. Tutto il mio essere è uno specchio di iniquità... Nell'ultimo attacco di oggi, tra i più violenti che abbia avuto, sentivo che il pavimento si apriva e che appariva l'in­ferno per seppellirmi. Che orrore! Ed i maledetti, come cani, si sbranavano di rabbia gli uni con gli altri: tutti volevano peccare ed avevo l'impressione di volere peccare io pure; ma ripetevo sempre a Gesù che no: soffrire tutto ma non offenderlo... Venne Gesù: - Figlia mia, ti amo; sta' tranquilla; confida, non hai peccato; coraggio, l'inferno non si apre per te, ma, se non ci fosse la tua riparazione, dovrebbe aprirsi per molti... - Rimasi fiduciosa di non avere offeso Gesù, ma, o che ver­gogna la mia! Non potevo ricordarmi della Sua divina pre­senza: mi sentivo immersa nella terra come il più piccolo e vile insetto. Gesù mi accarezzò e aggiunse: - Dammi, o mia amata, la tua confusione e vergogna per quelli che non ne hanno... - (diario, 5-7-1945).

Non sono sulla terra né in cielo. Non so dove stanno questi mondi di tenebre in cui sono avvolta. Non so che vita è questa né a chi appartiene. Il cielo è chiuso per me. Mi trovo come se mi avessero buttata fuori dalle mura di questo mondo, chiu­dendo per me le porte. La mia vita è tenebre... - Gesù, dammi amore per amarti. Il mio cuore non Ti sente; i miei occhi non Ti vedono; i miei orecchi non Ti odono. Abbi pietà di me. Sono tua e voglio che siano tue tutte le anime. - Furono legate attorno al mio collo grosse corde; il mio cor­po fu flagellato con palline di ferro, o cose simili. Cammino verso il Calvario attraverso strade strette e cupe. Il sangue scorre. I dolori alle ginocchia e alla testa sono insopportabili, quelli alle orecchie mi trapassano da un lato all'altro. Le mie labbra sembrano incollate: non possono aprirsi per pronunciare parola. Il cuore va assetato, vuole fare un volo fino alla cima del Calvario: desidera con ansietà dare al mondo una nuova vita: per questo corre, si butta pazzo e cieco nelle sofferenze.

Sulla cima del Calvario, mentre stavano inchiodandomi sulla croce, vidi il soldato che, con grande crudeltà, dava le martellate senza esitazioni: il suo sguardo era crudele e terrificante. Fu tale il dolore, che il mio cuore rimase soffocato e mi parve di perdere la vita: durante tutta l'agonia della croce non tor­nai a ricuperarla... Venne Gesù e mi disse: - Attraverso le tue tenebre scendo ai tuoi dolori; vengo incontro al tuo martirio, figlia mia. Anzi, non sono sceso, non ho attraversato, non sono venuto: ho visto tutto; tutto mi era presente, perché sono in te. Mi faccio sentire appena. Voglio convincerti che abito in te; che non ti abbandono neppure un istante. Coraggio, coraggio sempre! Le tue tenebre dànno luce; il tuo martirio, i tuoi dolori, la tua morte, dànno vite. E’ con il tuo dolore che le anime risuscitano; è con le tue tenebre che ricevono grazia e accolgono la mia vita divina. Ti ho tolta dal mondo per darti al mondo. Accetta il Cuore del tuo Gesù... Non è per ricevere Sangue, ma per ricevere vita. Non ricevi sangue perché non può riceverlo il tuo cuore ora tanto indebolito... Compio il miracolo di conservarti la vita... Mostro così di più il mio potere, conservandoti la vita in que­sto tuo stato. Prendi nelle tue mani il mio divin Cuore: hai la chiave per aprirlo e chiuderlo: è chiave di grazia, purezza, amore. Il Cuore è mio, la chiave sei tu. Aprilo e racchiudi in esso le anime che vorrai. Il cielo assiste gioioso a questa consegna del mio divin Cuore a te. Che grande meraviglia! Unisci questa grazia all'insieme di grazie che da Me hai ricevuto. - ... Rimasi confusa, non sapendo che dire a Gesù, nell'udire da Lui tante cose e nel vedermi depositaria di così enorme ricchezza. Vorrei custodire il mondo intero in questo scrigno divino che mi è stato consegnato... (diario, 6-7-1945).

Questa notte, a mezzanotte, tutto era tristezza e morte. Mi sentivo in un grande bosco, circondata da lupi e cani che ulu­lavano e volevano assalirmi: erano demoni...

Lottai con violenza e per molto tempo... Terminò la lotta e Gesù non venne: rimasi tanto triste... Dopo la Comunione, Gesù, stringendomi a Sé, mi parlò: - Permetto la tua sofferenza e la tua riparazione... Sei vita per le anime, sei salvezza per loro... Sai perché ti ho addossata la riparazione di questa notte? Perché era urgente che tu riparassi in quell'ora. Fu in riparazione delle famiglie, dei focolari. Io voglio figli e uccidono i miei figli! Io sono più padre di loro. Guarda quanto soffro! E sono offeso allo stesso modo da un gran numero di non sposati; - e mi precisò la condizione (erano sacerdoti) con molta tristezza. Si reclinò verso di me con grandi sospiri. - Sono ferito, sono ferito, circondato da spine. O mia sposa cara, soffri con Me...

Balsamo delle mie piaghe, medicina delle anime... Nel tuo cuore sta il Mio, nella tua intelligenza sta la Mia, sulle tue labbra, nelle tue parole, stanno le Mie. Tutto il tuo essere è Cristo, hai la vita di Cristo. Chi vive con te, vive con Cristo; chi tratta di te, tratta di Gesù. Dónati al mondo, dónati alle anime. Madre mia benedetta, vieni a dare alla nostra figliolina con­forto e vita che quasi non ne ha più. -