MaM
Messaggio del 2 luglio 2005:Cari figli, come Madre gioisco con voi, perchè come Madre vi invito. Vi porto mio Figlio. Mio Figlio, vostro Dio. Purificate i vostri cuori, chinate la testa davanti al vostro unico Dio. Permettete che il mio Cuore materno esulti di gioia. Grazie.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Edificio di purezza e amore. Scala di salvezza (Momenti della Passione)


Ho una croce tanto grande dentro di me: è posta in alto ed io le sono abbracciata. Non v'è forza umana che me ne separi: mi pare di essere impazzita per suo amore. Le mie braccia sembrano incollate ad essa. Quanto più la voglio, più cresce. La amo con un amore che non mi appartiene. Sarei beata se tale amore alla croce ed al dolore fosse mio.

Si è eretto in me un nuovo edificio: è tanto grande, tanto bello! Tanto ben disposto; tutto pieno di arcate. Non so cosa rappresenti. Cuore e anima sorridono, le mie braccia vogliono strin­gerlo. Ma nulla di questo mi appartiene, neppure la gioia nel vederlo crescere. lo sono soltanto miseria e non posseggo se non dolore. Bramo di lasciare il mondo, di partire per il cielo; soffro perché non voglio avere volontà. Voglio il giorno, voglio l'ora che il mio Gesù sceglierà. Ho una sete così grande di amore da non poterne più; ho tanta fame di anime: sarebbe saziata solo se le possedessi tutte... (diario, 26-6-1945).

« Mio buon padre, voglio e non posso. Bramo darle mie notizie, ma non ho forze; non è affatto dimenticanza. E’ vero che con le mie lettere temo di causarle maggiore sofferenza oed è cosa che non vorrei. Sia io sacrificata, sempre, ma che non sacrifichi altri cui devo molto. I mali del mio corpo si aggravano. Non so cosa Gesù vorrà da me. Sia fatta la sua divina Volontà. Non mi è difficile rispondere alle domande che mi fa.

Preferirei farlo a viva voce, ma poiché non è possibile, mi sforzo di rispondere meglio che posso. È vero che ho sentito molte volte Gesù a lavorare dentro di me, ritoccando con tutta delicatezza il mio corpo. Alcune volte ha operato da pittore. Con quale impegno e perfezione lavorava! Dipingeva se stesso in me: io ero proprio Lui. Gesù era lo stampo e del mio corpo faceva un altro stampo che univa in uno solo. È avvenuto lo stesso con lo Spirito Santo: il mio cuore e l'anima mia erano un'altra colomba.

Gesù mi alimenta di Sé e a Lui mi rende somigliante.. Non so precisamente l'epoca in cui cominciai a sentire que­sto. Forse nel periodo in cui non scrivevo? Non lo posso, giurare. Ancora adesso, qualche volta, sento questo, ma senza sollievo. Siccome il mio corpo non vive, non è in me che Gesù lavora: è quanto sento... » (lettera a d. Umberto, 26-6-1945). ... Il grande edificio con arcate è ancora in me: è bianco, più bianco della neve. Vi è una scala all'entrata di ogni am­biente e questa scala sono io. Sento di esserlo e sento che su di me salgono continuamente viandanti che vanno raccoglien­dosi in quell'edificio. Li sento salire; sento che vanno al porto di salvezza e non ne gioisco, non mi consolo. Voglio che sal­gano, mi sforzo perché non corrano pericolo, ma io, povera me, rimango sempre avvolta nelle tenebre... (diario, 28-6-1945). Durante la notte venne Gesù incontro alle mie sofferenze dell'Orto. Prima di sapere che era Lui lo avevo udito pian­gere per molto tempo: quei gemiti, quelle lacrime, mi causa­vano tanto dolore ed impressione: mi pareva di morire. Dopo, sentii che Gesù si avvicinava di più a me e veniva come uno che chiede rifugio. - Figlia mia, abbi pietà di Me: nascondimi nel tuo cuore; sono offeso, sono ferito, consolami... - Erano tanto grandi i desideri che avevo di nasconderlo, che volevo possedere tutti i cuori del mondo, fonderli tutti insieme e collocarvi Gesù più addentro possibile... Alla mattina venne Gesù adolescente a prelevarmi dalla pri­gione; mi prese per mano; fu il mio compagno, il mio Cireneo durante tutto il cammino del Calvario. Io avanzavo sfinita, coperta di sudore e di sangue, ma sapevo che Gesù mi accom­pagnava; quando cadevo, Egli mi stendeva le sue Mani san­tissime per rialzarmi...

Giunsi alla cima e lo stesso Gesù adolescente si unì a me e fu con me crocifisso. Oh, quanto Gesù ha sofferto sin da questa tanto tenera età! Agonizzai ed Egli nuovamente mi parlò: - Figlia mia, sono più consolato... Accetta come ricompensa il sangue del mio divin Cuore. - ... Gesù trasfuse in me il suo sangue divino. Poi mi disse: - Voglio mostrare per mezzo tuo le mie meraviglie, il mio potere e la mia sapienza, per dar lezione al mondo e più ancora a quelli che dovrebbero sapere e non sanno, ma voglio che tu senta la sofferenza di tutto ciò che è umano: ha così tutto lo splendore la mia divina causa. Semina, semina già da questa terra, semina sopra i cuori e le anime...

Immergiti contenta nelle tenebre... Quante più tenebre e orrori per te, tanta più luce e più amore per le anime... Ascolta, mia colomba amata, fiore puro e delicato; sai che significa questo nuovo edificio in te, tanto bianco e tanto bello? E’ la continuazione della redenzione: sei nuova corredentrice; stai a concludere ciò che lo ora non posso.

Che studino, che studino quanto lo ti rendo simile a Me. Con la mia Passione ho aperto alle anime le porte del cielo, e tu, con la tua, con il tuo martirio senza pari, continui ad aprirle a quelle anime per le quali erano chiuse a causa della loro degradazione. Tu sei edificio maestoso di purezza, di amore e conquista.. Sei la scala per cui le anime assetate di Me ed i peccatori sal­gono all'edificio di purezza e amore e da esso passano al cielo: sei conquistatrice delle anime. Soffri contenta: non va perduta la tua sofferenza. La mia Passione e Morte non salvò tutti, perché non vo­gliono salvarsi. La tua passione e morte darà la vita eterna a - quanti vogliono godere della mia Patria... - (diario, 29-6-1945).