Ho una croce tanto grande dentro di me: è posta in alto ed io le sono
abbracciata. Non v'è forza umana che me ne separi: mi pare di essere
impazzita per suo amore. Le mie braccia sembrano incollate ad essa.
Quanto più la voglio, più cresce. La amo con un amore che non mi
appartiene. Sarei beata se tale amore alla croce ed al dolore fosse mio.
Si è eretto in me un nuovo edificio: è tanto grande, tanto bello! Tanto
ben disposto; tutto pieno di arcate. Non so cosa rappresenti. Cuore e
anima sorridono, le mie braccia vogliono stringerlo. Ma nulla di
questo mi appartiene, neppure la gioia nel vederlo crescere. lo sono
soltanto miseria e non posseggo se non dolore. Bramo di lasciare il
mondo, di partire per il cielo; soffro perché non voglio avere volontà.
Voglio il giorno, voglio l'ora che il mio Gesù sceglierà. Ho una sete
così grande di amore da non poterne più; ho tanta fame di anime:
sarebbe saziata solo se le possedessi tutte... (diario, 26-6-1945).
« Mio buon padre, voglio e non posso. Bramo darle mie notizie, ma non
ho forze; non è affatto dimenticanza. E’ vero che con le mie lettere
temo di causarle maggiore sofferenza oed è cosa che non vorrei. Sia io
sacrificata, sempre, ma che non sacrifichi altri cui devo molto. I mali
del mio corpo si aggravano. Non so cosa Gesù vorrà da me. Sia fatta la
sua divina Volontà. Non mi è difficile rispondere alle domande che mi
fa.
Preferirei farlo a viva voce, ma poiché non è possibile, mi sforzo di
rispondere meglio che posso. È vero che ho sentito molte volte Gesù a
lavorare dentro di me, ritoccando con tutta delicatezza il mio corpo.
Alcune volte ha operato da pittore. Con quale impegno e perfezione
lavorava! Dipingeva se stesso in me: io ero proprio Lui. Gesù era lo
stampo e del mio corpo faceva un altro stampo che univa in uno solo. È
avvenuto lo stesso con lo Spirito Santo: il mio cuore e l'anima mia
erano un'altra colomba.
Gesù mi alimenta di Sé e a Lui mi rende somigliante.. Non so
precisamente l'epoca in cui cominciai a sentire questo. Forse nel
periodo in cui non scrivevo? Non lo posso, giurare. Ancora adesso,
qualche volta, sento questo, ma senza sollievo. Siccome il mio corpo
non vive, non è in me che Gesù lavora: è quanto sento... » (lettera a
d. Umberto, 26-6-1945). ... Il grande edificio con arcate è ancora in
me: è bianco, più bianco della neve. Vi è una scala all'entrata di ogni
ambiente e questa scala sono io. Sento di esserlo e sento che su di me
salgono continuamente viandanti che vanno raccogliendosi in
quell'edificio. Li sento salire; sento che vanno al porto di salvezza e
non ne gioisco, non mi consolo. Voglio che salgano, mi sforzo perché
non corrano pericolo, ma io, povera me, rimango sempre avvolta nelle
tenebre... (diario, 28-6-1945). Durante la notte venne Gesù incontro
alle mie sofferenze dell'Orto. Prima di sapere che era Lui lo avevo
udito piangere per molto tempo: quei gemiti, quelle lacrime, mi
causavano tanto dolore ed impressione: mi pareva di morire. Dopo,
sentii che Gesù si avvicinava di più a me e veniva come uno che chiede
rifugio. - Figlia mia, abbi pietà di Me: nascondimi nel tuo cuore; sono
offeso, sono ferito, consolami... - Erano tanto grandi i desideri che
avevo di nasconderlo, che volevo possedere tutti i cuori del mondo,
fonderli tutti insieme e collocarvi Gesù più addentro possibile... Alla
mattina venne Gesù adolescente a prelevarmi dalla prigione; mi prese
per mano; fu il mio compagno, il mio Cireneo durante tutto il cammino
del Calvario. Io avanzavo sfinita, coperta di sudore e di sangue, ma
sapevo che Gesù mi accompagnava; quando cadevo, Egli mi stendeva le
sue Mani santissime per rialzarmi...
Giunsi alla cima e lo stesso Gesù adolescente si unì a me e fu con me
crocifisso. Oh, quanto Gesù ha sofferto sin da questa tanto tenera età!
Agonizzai ed Egli nuovamente mi parlò: - Figlia mia, sono più
consolato... Accetta come ricompensa il sangue del mio divin Cuore. -
... Gesù trasfuse in me il suo sangue divino. Poi mi disse: - Voglio
mostrare per mezzo tuo le mie meraviglie, il mio potere e la mia
sapienza, per dar lezione al mondo e più ancora a quelli che dovrebbero
sapere e non sanno, ma voglio che tu senta la sofferenza di tutto ciò
che è umano: ha così tutto lo splendore la mia divina causa. Semina,
semina già da questa terra, semina sopra i cuori e le anime...
Immergiti contenta nelle tenebre... Quante più tenebre e orrori per te,
tanta più luce e più amore per le anime... Ascolta, mia colomba amata,
fiore puro e delicato; sai che significa questo nuovo edificio in te,
tanto bianco e tanto bello? E’ la continuazione della redenzione: sei
nuova corredentrice; stai a concludere ciò che lo ora non posso.
Che studino, che studino quanto lo ti rendo simile a Me. Con la mia
Passione ho aperto alle anime le porte del cielo, e tu, con la tua, con
il tuo martirio senza pari, continui ad aprirle a quelle anime per le
quali erano chiuse a causa della loro degradazione. Tu sei edificio
maestoso di purezza, di amore e conquista.. Sei la scala per cui le
anime assetate di Me ed i peccatori salgono all'edificio di purezza e
amore e da esso passano al cielo: sei conquistatrice delle anime.
Soffri contenta: non va perduta la tua sofferenza. La mia Passione e
Morte non salvò tutti, perché non vogliono salvarsi. La tua passione e
morte darà la vita eterna a - quanti vogliono godere della mia
Patria... - (diario, 29-6-1945).