Pensavo oggi di amare tanto il mio Gesù: Gli ho chiesto nella festa del
suo divin Cuore tutto l'amore fino a perdermi in esso. Non sono stata
capace di amarlo e non ho saputo dirgli nulla. Speravo perfino di udire
da Lui qualche parolina, ma non l'ho udita.
Ho fatto la preparazione alla Comunione freddamente; L'ho ricevuto come
un estraneo; non so parlargli... Soffro nel dettare i miei sentimenti e
soffro per non saperli dettare. Benedetta sia la mia croce! Oggi soffro
come non mai. Appena dopo la Comunione si è elevata in me una enorme
massa di tante cattiverie, di tanti crimini. Pareva che mi aprissero il
petto e salissero fino al cielo a ferire il Cuore di Gesù. Queste
cattiverie, giunte alla massima altezza, ricadono da tutte le parti,
coprono il mondo e gli tolgono la vita. Ho passato così le ore con il
petto aperto, il cuore ferito, senza poter fare nulla. Gesù non ne può
più. Sento la potenza della sua misericordia, sento la forza del suo
divino Amore che vuole diffondersi e penetrare in tutto questo. Tutto è
respinto, nulla è accettato... Come ho sofferto! Mi pareva che tutte
quelle cattiverie fossero mie, che io fossi la causa delle sofferenze
di Gesù, che io fossi ingannatrice... Gesù venne e mi fortificò
dicendomi: - Non inganni, figlia mia, sei vittima... Vengano i saggi e
coloro che si dicono saggi al libro delle meraviglie e della scienza
divina. Vengano: gli uni a provare e gli altri ad imparare che cosa è
un'anima vittima: i prodigi della Grazia e l'azione di Gesù in tale
anima. Ciò che senti in te sono mezzi di salvezza. Ciò che oggi senti
in te, anch'Io lo sentii nel mio Calvario... Di' tutto, scrivi tutto;
lo Spirito Santo abita sempre nel cenacolo del tuo corpo... (diario,
8-6-1945).
La montagna mondiale di miserie è sempre nel mio cuore piagato, aperto
con una grande ferita. La sofferenza del cuore non può affrontare tanta
malizia; gli occhi dell'anima non sopportano tanti crimini... Che
grande dolore! Sento Gesù come agnello innocente; sento il mondo come
belva feroce che gli si avventa per ferirlo senza pietà: triste scena
il vedere Gesù così buono davanti a tanta malizia e crudeltà!...
Intanto vado ricordando, senza volerlo, la mia permanenza alla « Foce
»; soffro ancora in tutti i suoi particolari quell'esilio. Che Gesù
accetti questo martirio affinché si salvino le anime... (diario,
14-6-1945). Se in questi giorni non ho potuto parlare senza enorme
sacrificio, oggi ancora di più. Mi aiutino Gesù e Mammina. Debbo
riassumere. Se non fosse per obbedienza, non direi nulla. Stamane mi
sentivo in ginocchio, legata alla colonna: una scarica di flagelli
cadeva sul mio corpo e una pioggia di brandelli della mia carne e di
gocce di sangue cadevano attorno a me, macchiando il suolo e coloro che
mi circondavano. Coronata di spine, andai poi verso il calvario. Caddi
varie volte sfinita, volto e labbra incollati alla terra al punto di
sentirmi soffocare. Andavo cieca verso il dolore; soffrivo tutto come
se nulla vedessi; ma vedevo chiaramente l'amore che mi obbligava a
camminare e a vincere. Inchiodata sulla croce, sentivo sempre in me il
cumulo delle grandi cattiverie ed il cuore aperto, sempre
sanguinante... Gesù non si affrettò, ma venne; non mancò. Mi unì a Sé
fortemente. Venne come chi è affaticato da una lunga giornata; si posò
nel mio cuore e mi disse: - Figlia mia, sono stanco di tanto soffrire.
Lasciami riposare in te, nel palazzo del tuo cuore; voglio deliziarmi
all'ombra delle tue virtù. Sono qui assetato, voglio dissetarmi
all'acqua cristallina della tua fonte: è acqua di riparazione, di
purezza e di amore... - Momento di grande conforto: con Gesù che riposa
in me! Quale unione la nostra! - Gesù mio, che delizie puoi trovare in
questo povero cuore? Che conforto Ti può venire da tanta miseria? Che
sete puoi saziare in tanta aridità e freddezza? Quale vergogna per me!
Cerca, o Gesù, e vedi se trovi; poni Tu in me qualcosa per poter
ricevere... Mi sento sovraccarica di miserie! - Gesù sorrise, ma
tristemente: - Non sono tue, figlia mia, le cattiverie che mi hanno
ferito. Sei vittima, ma vittima innocente. Perché sei vittima ti
faccio soffrire così; ecco la ragione per cui ti lascio in così
tremendo abbandono. - Ma, Gesù, non mi sgridi mai per le mie mancanze
eppure Ti dispiaccio tante volte! - Nuovo sorriso, ma questa volta più
gioioso: - Le tue mancanze sono necessarie per nascondere lo splendore
della mia grandezza; sono nuvolette che attenuano i raggi splendenti,
perché tu possa essere avvicinata dalle creature. È necessario
nascondere un poco il mio splendore. Pensi tu che, se occorresse, non
saresti da Me sgridata severamente? Ma non occorre: tu soffri come lo
voglio. Per provarti che soffri come lo voglio ho finto di lasciarti
sola in questa dura sofferenza... Da te ricevo, mia amata, quanto posso
ricevere da una mia creatura. E tu ricevi tutto dal tuo Gesù, dal tuo
Creatore... - (diario, 15-6-1945).