... Soffrire per amore è dolce, ma costa molto! Volere Gesù, amarlo
sempre, vivere solo per Lui mentre sento che nulla amo, nulla faccio
per consolarlo! Passano i giorni e con essi le ore e con esse passo io
pure, senza progredire nel cammino della virtù. Passa tutto e tutto
pare restare sempre nello stesso luogo. Passano i giorni, i giorni che
sono sempre notti; ed io sempre nelle tenebre, sempre inabissata in
esse!... È un quadro di tenebre sempre davanti agli occhi; un quadro
che mi mostra il presente ed il futuro: mi aspettano solo gli orrori
delle tenebre... Mi pare di non avere compassione alcuna per il mio
Gesù; nel vederlo crocifisso sento che tutta la compassione è svanita,
che non ho pietà delle sue sofferenze; il mio cuore è tanto impietrito
che non si commuove nel vedere il sangue che per me fu sparso; non ho
pena del suo martirio: non ne ho e ne ho al tempo stesso: una forza
irresistibile, più forte di me, che non vuol soffrire, non vuole amare,
non vuole lasciarmi neppure guardare né ascoltare Gesù... Tremendo
orrore! E la tenerezza dei miei sguardi fissa tutto questo, accompagna
tutti i passi errati... In tutta questa lotta benedico Gesù e Mammina,
benedico la croce che voglio baciare ed abbracciare sempre...
Improvvisamente Gesù si fece sentire nel mio cuore: - Ho freddo, ho
sete, ho fame. Mia Alexandrina, dammi ricovero, sazia la mia sete, la
mia fame. -
- Come, mio Gesù? Come posso ospitarti in mezzo alla mia miseria?... -
Gesù sorrise dicendomi: - Dammi asilo nel tuo cuore, sazia la sete che
ho di amare per quelli che non mi amano, estingui la mia fame di
anime... - ... (diario, 5-6-1945).
Dove potrò trovare balsamo ai miei dolori? Sulla terra mi pare proprio
di no: tutto per me è causa di maggior sofferenza. Soltanto unita a
Gesù potrò da Lui ricevere qualche sollievo; e questo sfuma in fretta:
è come brezza che passa facendo sentire solo per un istante il suo
benefico refrigerio. Nella mia Comunione di ieri e di oggi mi sono
sentita più unita al mio Gesù. Egli faceva passare dal suo Cuore al mio
catene pure, fini catene d'amore. Da allora ho nel mio cuore un nuovo
cuore e in esso vi è Qualcuno che lancia queste catene alle anime; mi
richiama alla mente il pescatore nella sua barca mentre lancia le reti
per la pesca. Sento dentro di me il pescatore delle anime fare la
stessa cosa con ardore. Sento un amore immenso sul mio cuore: è l'amore
del Cuore di Gesù... Che tenerezze, dolcezze e amore! Un altro cuore di
lacrime si è collocato nel mio. Queste lacrime sono versate sulla
umanità intera: la coprono. Sono lacrime di dolore perché è disprezzato
l'Amore. Sono lacrime di agonia perché è disprezzato questo Cuore colmo
di ricchezze. Questo Cuore ha una piaga aperta e profonda per
accogliere tutti: pare l'uccello con le ali aperte per difendere i
suoi figlioletti... Mi sento sovraccarica per il peso della umanità.
Debbo versare su di essa tante lacrime. Questo peso mi strappa dal
corpo le vesti, mi dà la croce, il calvario, la morte. A nulla cedo,
venga ciò che vuole; devo dare la vita... (diario, 7-6-1945).