Il cielo era coperto di nuvole nere e pioveva a dirotto, ma nella mia
anima erano più nere le nubi e la pioggia di dolore più forte ancora.
Attraverso la finestra i miei occhi vedevano le foglie verdeggianti
delle viti avide della pioggia fresca che il cielo mandava loro. Che
bella lezione per me! Mi venne in mente e mi domandai: che faranno gli
uccelletti per riparare dalla pioggia i loro figliolini? Stendono
sopra di essi le ali. Il Signore si cura di loro, dissi, non li
abbandona; come potranno Gesù e Mammina cessare di curarsi di me, che
ho un'anima? Oh, come devo gioire con tutto ciò che il cielo mi dà...
Vengano le umiliazioni ed i disprezzi: io voglio salvare le anime...
(diario, 19-5-1945).
« Mio buon padre, non cessiamo di lodare Gesù e Mammina per tante
"carezze". Non so se devo dettare per lei queste parole. Ma se le cose
sono arrivate a tal punto che lei non possa più scrivere a me né io a
lei, chiedo il favore di bruciare la lettera senza leggerla. Non voglio
disgustare Gesù né concorrere a che altri lo disgustino. Se io non
riceverò più notizie sue, stia tranquillo. So già: è perché non può...
Spero dal cielo la forza di vincere tutto. È proprio vero, padre mio,
che se Gesù non mi avesse sostenuta con i suoi divini aiuti, sarei già
morta di dolore. Prendiamo le cose come venute dalle Sue mani: Egli sa
che è per Lui e per le anime. Vorrei proprio, se fosse possibile, che
il mio nome morisse e non si parlasse più di me. Non mi meraviglio che
vi sia anche chi lo voglia, ma per altro fine. Quante lotte nella mia
anima! Preghi per me, mio buon padre; anch'io non la dimentico. E se
non consentiranno più che ci vediamo ancora in questo mondo, ci vedremo
in cielo. Colà, liberi da qualsiasi proibizione, non cesseremo di
amare Gesù e Mammina, nella stessa unione, nello stesso amore. Non
potendo fare altro, mi aiuti con la preghiera, affinché non soccomba
sotto questa croce tanto pesante...
Povera me, disprezzata e senza luce!... » (lettera a d. Umberto, 21-5-1945).
... Sto perduta in un mare tempestoso, in una notte quanto mai nera e
spaventosa... Odo il sibilare dei venti: le onde si alzano a grande
altezza, poi si abbassano di nuovo calme. Ed io così sola, senza
nessuno! Al sentir la tempesta tanto disastrosa, la fisso, la ascolto,
ma con serenità: se devo morire in essa, muoio per Gesù, per le anime.
Confido, spero: il mio corpo può soffrire tutto, può scomparire
distrutto dal furore della tempesta, ma l'anima ha la sua meta: deve
andare incontro a Gesù. Egli la deve ricevere, sostenere e portare
fino a Sé. O mondo, quanto sei stato ingrato verso di me! E io ti amo;
ti amo non per le tue false attrattive, ma perché sei di Gesù...
(diario, 22-5-1945).
Che valore può aver la vita, se non soffro, se non amo? (Momenti della
Passione) In questi due giorni ho avuto tanto da offrire a Gesù e a
Mammina: ho sofferto molto nel corpo e nell'anima. O dolore, o
benedetto dolore! Solo tu sei la mia gioia sulla terra: solo da te
ricevo qualcosa da dare a Gesù e alle anime...
Mari e mondi di tenebre mi hanno separata per sempre dal mio Gesù. Sono
come cieca nel corpo e nell'anima: sono immersa in mari di oscurità
senza sapere nuotare. Alzo le braccia per trovare sicurezza in Qualcuno
e questo Qualcuno è la cara Mammina. Voglio avanzare tanto in queste
tenebre, voglio sprofondarmi tanto quanto Gesù vuole. Ma voglio
convincermi che vado aggrappata ad una Madre tanto tenera, e che sono
avvolta nel Suo manto per non temere, non vacillare, non disperare. Da
sola morirei di sgomento e offenderei il mio Gesù. Sento sulle mie
spalle una enorme croce; il suo peso mi obbliga a morire tra i più
terribili orrori. Questa croce abbraccia il mondo, pesa una umanità.
Gesù non attese che spuntasse la mattina del venerdì per farmela
sentire; con la differenza però che oggi non sono inchiodata su di
essa. La mia anima piange in silenzio, nasconde i suoi gemiti, vede le
nere tenebre della morte, vede come tutti già si preparano per
catturarmi e togliermi la vita ad ogni costo. Orto, Calvario, morte,
orrore e sgomento. Che roccia mondiale mi nasconde il cielo! Quanto
soffrono il corpo e l'anima mia! Quanto ha sofferto Gesù! Ingratitudine
del mondo... (diario, 24-5-1945).
... Gesù è venuto con tutta la forza del suo divino amore. Il mio cuore
palpitava fortemente: era piccolo per contenere un Cuore che possiede
la grandezza e l'amore senza pari. Gesù si è soffermato a parlarmi, ma
mi bastava il Suo amore: - Ardi, figlia mia, nel mio divino amore.
Purifica il mondo, vergine fedele! Voglio amore, grazia e purezza. Per
mezzo tuo, messaggera di Gesù, le anime riceveranno ricchezze e tesori
divini. - Gesù, ho il cuore stanco. - Stanco di amore, figlioletta. -
Stanco nel possedere il tuo amore, la tua grandezza, ma non di amarti,
perché non Ti amo affatto. Ben lo sai che di mio ho soltanto miseria: è
questa che io vedo in me. - No, tu ami il mio divin Cuore fino a non
poterne più. Sei stanca di amore: anche l'amore consuma. E deve essere
così per l'alta missione che ti ho affidato... - Grazie, mio Gesù. Da'
a tutti i cuori, da' a tutte le anime questo tuo amore. - Dallo tutto
tu, figliolina, ti autorizzo: sei signora del mio Cuore divino, sei
signora del mio amore. Distribuiscilo come vuoi: i tuoi desideri sono i
miei. - ... (diario, 25-5-1945).
Termina il mese di Mammina. Mi spiace che finisca. Sarà davvero il mio
ultimo maggio sulla terra? Sento pena di non aver amato molto Mammina e
Gesù. Tutto passa, tutto si nasconde; appare soltanto la mia miseria e
più chiaramente nei mondi delle mie tenebre. Tendo le braccia al cielo
per abbracciare il mio martirio e con esso Gesù e Mammina.
Ho una sete che qui non può essere saziata. Ho fame e non vi è nulla
che la soddisfi; neppure la sofferenza. La temo, ma la voglio per dar
vita alle anime, per consolare il mio Gesù. O soffrire, o morire! Che
valore può avere la vita se non soffro, se non amo? Non sopporto più di
vedere il mondo nella sua corsa pazza e cieca verso la perdizione. Lo
vedo in un incendio di passioni: voglio spegnerlo con il fuoco d'amore
che ho nel cuore e con le tenerezze che racchiude, ma vedo che sono
preferiti il fuoco delle passioni e le attrattive del male. Il fuoco e
la tenerezza non sono miei: è tenerezza che salva, è fuoco che
purifica... Possiedo in me ciò che non è mio: sento e riconosco che è
del cielo. Sono stanca; voglio unire il mondo a questo fuoco, a questa
vita del cielo, e non posso. Mentre sento le catene di amore di Gesù
con cui vuole legarlo, sento quelle del demonio che vuole trascinarlo
alla perdizione. Il mondo non ascolta la voce di Gesù, non bada ai suoi
sguardi, non accetta le sue affettuose sollecitudini, non si lascia
attrarre da Lui... (diario, 31-5-1945).