MaM
Messaggio del 12 giugno 1986:Cari figli, oggi vi invito a cominciare a dire il Rosario con fede viva, così io potrò aiutarvi. Voi, cari figli, desiderate ricevere grazie, ma non pregate, io non vi posso aiutare dato che voi non desiderate muovervi. Cari figli, vi invito a pregare il Rosario; il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia, così comprenderete perché sono da così tanto tempo con voi: desidero insegnarvi a pregare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Vengano le umiliazioni ed i disprezzi... muoio per le anime ...


Il cielo era coperto di nuvole nere e pioveva a dirotto, ma nella mia anima erano più nere le nubi e la pioggia di dolore più forte ancora. Attraverso la finestra i miei occhi vedevano le foglie ver­deggianti delle viti avide della pioggia fresca che il cielo man­dava loro. Che bella lezione per me! Mi venne in mente e mi domandai: che faranno gli uc­celletti per riparare dalla pioggia i loro figliolini? Stendono sopra di essi le ali. Il Signore si cura di loro, dissi, non li abbandona; come potranno Gesù e Mammina cessare di curarsi di me, che ho un'anima? Oh, come devo gioire con tutto ciò che il cielo mi dà... Vengano le umiliazioni ed i disprezzi: io voglio sal­vare le anime... (diario, 19-5-1945).

« Mio buon padre, non cessiamo di lodare Gesù e Mam­mina per tante "carezze". Non so se devo dettare per lei queste parole. Ma se le cose sono arrivate a tal punto che lei non possa più scrivere a me né io a lei, chiedo il favore di bruciare la lettera senza leggerla. Non voglio disgustare Gesù né concorrere a che altri lo disgustino. Se io non riceverò più notizie sue, stia tranquillo. So già: è perché non può... Spero dal cielo la forza di vincere tutto. È proprio vero, padre mio, che se Gesù non mi avesse sostenuta con i suoi divini aiuti, sarei già morta di dolore. Prendiamo le cose come venute dalle Sue mani: Egli sa che è per Lui e per le anime. Vorrei proprio, se fosse possibile, che il mio nome morisse e non si parlasse più di me. Non mi meraviglio che vi sia anche chi lo voglia, ma per altro fine. Quante lotte nella mia anima! Preghi per me, mio buon padre; anch'io non la dimentico. E se non consentiranno più che ci vediamo ancora in questo mondo, ci vedremo in cielo. Colà, liberi da qualsiasi proibi­zione, non cesseremo di amare Gesù e Mammina, nella stessa unione, nello stesso amore. Non potendo fare altro, mi aiuti con la preghiera, affinché non soccomba sotto questa croce tanto pesante...

Povera me, disprezzata e senza luce!... » (lettera a d. Um­berto, 21-5-1945).

... Sto perduta in un mare tempestoso, in una notte quanto mai nera e spaventosa... Odo il sibilare dei venti: le onde si alzano a grande altezza, poi si abbassano di nuovo calme. Ed io così sola, senza nessuno! Al sentir la tempesta tanto disa­strosa, la fisso, la ascolto, ma con serenità: se devo morire in essa, muoio per Gesù, per le anime. Confido, spero: il mio corpo può soffrire tutto, può scomparire distrutto dal furore della tempesta, ma l'anima ha la sua meta: deve andare in­contro a Gesù. Egli la deve ricevere, sostenere e portare fino a Sé. O mondo, quanto sei stato ingrato verso di me! E io ti amo; ti amo non per le tue false attrattive, ma perché sei di Gesù... (diario, 22-5-1945).

Che valore può aver la vita, se non soffro, se non amo? (Momenti della Passione) In questi due giorni ho avuto tanto da offrire a Gesù e a Mammina: ho sofferto molto nel corpo e nell'anima. O dolore, o benedetto dolore! Solo tu sei la mia gioia sulla terra: solo da te ricevo qualcosa da dare a Gesù e alle anime...

Mari e mondi di tenebre mi hanno separata per sempre dal mio Gesù. Sono come cieca nel corpo e nell'anima: sono immersa in mari di oscurità senza sapere nuotare. Alzo le braccia per trovare sicurezza in Qualcuno e questo Qualcuno è la cara Mammina. Voglio avanzare tanto in queste tenebre, voglio sprofondarmi tanto quanto Gesù vuole. Ma voglio con­vincermi che vado aggrappata ad una Madre tanto tenera, e che sono avvolta nel Suo manto per non temere, non vacillare, non disperare. Da sola morirei di sgomento e offenderei il mio Gesù. Sento sulle mie spalle una enorme croce; il suo peso mi obbliga a morire tra i più terribili orrori. Questa croce ab­braccia il mondo, pesa una umanità. Gesù non attese che spuntasse la mattina del venerdì per farmela sentire; con la differenza però che oggi non sono in­chiodata su di essa. La mia anima piange in silenzio, nasconde i suoi gemiti, vede le nere tenebre della morte, vede come tutti già si pre­parano per catturarmi e togliermi la vita ad ogni costo. Orto, Calvario, morte, orrore e sgomento. Che roccia mon­diale mi nasconde il cielo! Quanto soffrono il corpo e l'anima mia! Quanto ha sofferto Gesù! Ingratitudine del mondo... (diario, 24-5-1945).

... Gesù è venuto con tutta la forza del suo divino amore. Il mio cuore palpitava fortemente: era piccolo per contenere un Cuore che possiede la grandezza e l'amore senza pari. Gesù si è soffermato a parlarmi, ma mi bastava il Suo amore: - Ardi, figlia mia, nel mio divino amore. Purifica il mon­do, vergine fedele! Voglio amore, grazia e purezza. Per mezzo tuo, messaggera di Gesù, le anime riceveranno ricchezze e te­sori divini. - Gesù, ho il cuore stanco. - Stanco di amore, figlioletta. - Stanco nel possedere il tuo amore, la tua grandezza, ma non di amarti, perché non Ti amo affatto. Ben lo sai che di mio ho soltanto miseria: è questa che io vedo in me. - No, tu ami il mio divin Cuore fino a non poterne più. Sei stanca di amore: anche l'amore consuma. E deve essere così per l'alta missione che ti ho affidato... - Grazie, mio Gesù. Da' a tutti i cuori, da' a tutte le anime questo tuo amore. - Dallo tutto tu, figliolina, ti autorizzo: sei signora del mio Cuore divino, sei signora del mio amore. Distribuiscilo come vuoi: i tuoi desideri sono i miei. - ... (diario, 25-5-1945).

Termina il mese di Mammina. Mi spiace che finisca. Sarà davvero il mio ultimo maggio sulla terra? Sento pena di non aver amato molto Mammina e Gesù. Tutto passa, tutto si na­sconde; appare soltanto la mia miseria e più chiaramente nei mondi delle mie tenebre. Tendo le braccia al cielo per abbrac­ciare il mio martirio e con esso Gesù e Mammina.

Ho una sete che qui non può essere saziata. Ho fame e non vi è nulla che la soddisfi; neppure la sofferenza. La temo, ma la voglio per dar vita alle anime, per consolare il mio Gesù. O soffrire, o morire! Che valore può avere la vita se non soffro, se non amo? Non sopporto più di vedere il mondo nella sua corsa pazza e cieca verso la perdizione. Lo vedo in un incendio di passioni: voglio spegnerlo con il fuoco d'amore che ho nel cuore e con le tenerezze che racchiude, ma vedo che sono preferiti il fuoco delle passioni e le attrattive del male. Il fuoco e la tenerezza non sono miei: è tenerezza che salva, è fuoco che purifica... Possiedo in me ciò che non è mio: sento e riconosco che è del cielo. Sono stanca; voglio unire il mondo a questo fuoco, a questa vita del cielo, e non posso. Mentre sento le catene di amore di Gesù con cui vuole legarlo, sento quelle del demonio che vuole trascinarlo alla perdizione. Il mondo non ascolta la voce di Gesù, non bada ai suoi sguardi, non accetta le sue affettuose sollecitudini, non si lascia attrarre da Lui... (diario, 31-5-1945).