MaM
Messaggio del 14 Dicembre 2001: Cari figli, ecco ancora questa sera vostra Madre vuole chiamarvi in maniera speciale in questo tempo, il tempo della grazia, a iniziare a pregare nelle vostre famiglie, pregate per i vostri bambini e attraverso questa preghiera voi tutti vi preparerete per quel grande giorno che sta venendo. Cari figli, pregate, pregate, pregate.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Sigillo divino: la configurazione con Cristo


In nessun anno mi sono sentita presente a Fatima nel giorno 13 maggio come quest'anno. Non so il perché: il mio cuore si scioglieva e si scioglie ancora in ringraziamenti a Mammina. Passo colà molto tempo. Voglio amarla, lodarla e ringraziarla sempre per la pace tanto desiderata. È forse per questo che Gesù mi ha tanto unita alle manifestazioni della Conca di Iria e mi ha fatto sentire l'entusiasmo e le preghiere fervorose di tanti cuori riconoscenti. Sia benedetto Dio! Ed Egli continui a dare alla terra la sua pace divina e non tardi a darla alle nazioni che ancora non l'hanno, perché il suo regno si estenda su tutta l'umanità: regni soltanto Lui... Ringrazio senza un barlume di luce, ringrazio schiacciata sotto un cielo dì tenebre. Il cielo sta per riversarsi sulla terra e io sto attraversando mondi e mondi di quelle tenebre spa­ventose. Il peso del cielo di tenebre mi obbliga a penetrare in questi mondi: ne ho tanti da attraversare! Sono mondi sotto mondi, tutto è per me. Vado come chi va verso il martirio; cammino come chi cammina verso la morte. Il mio martirio, la mia morte, sono queste tenebre che mi tolgono la vita per non ridarmela più. Di momento in momento mi sento sempre più atterrita e stanca per tanta oscurità. Vado come chi scende in un pozzo senza fondo, pozzo che porta all'incontro con la morte. Sento che morirò sola e senza luce, il cuore teme e sanguina di dolore, ma non cessa di benedire il Signore. Solo la povera natura è spaventata; la volontà è salda: è come abbracciata a Gesù e alla croce per non lasciarla più. Non vedo, ma confido; non sento, ma credo: Gesù e Mam­mina non mi abbandonano e mi verranno incontro all'ultimo momento... ... Da alcuni giorni sento nei miei occhi uno sguardo che non mi appartiene. Non è uno sguardo malizioso, non uno sguardo del demonio, come alcune volte ho sentito nelle lotte con lui. La differenza è più di quella che vi è tra il cielo e la terra. Questo sguardo è tenero, ha dolcezze e fascini, ha amore. Questo sguardo attira e penetra dappertutto, dà luce: è come uno specchio nel quale tutto si riflette, al quale nulla si può nascondere. Questo sguardo è come un proiettile che raggiunge tutti. Vede dentro e fuori, vede tanto con gli occhi aperti come chiusi, vede tutto e non so cosa abbia in sé che attira. Sento che questa attrazione investe il mio cuore che io apro con tutta dolcezza perché accolga tutto ciò che vuole entrarvi! Questo sguardo ha pure chiavi che chiudono; sono chiavi che servono solo nel cuore; che chiudono al sicuro solo ciò che questo sguardo attrae a sé. Mio Dio, non so esprimere meglio i miei sentimenti, non so chiarire di più ciò che avviene in me. Mi disfo in amore, bontà, tenerezza.

Che ricchezza sento in me! E nulla di ciò mi appartiene. Mio è il dolore generato da questi sentimenti. Temo e tremo. Mio Gesù, non permettere che tutto questo nasca da me, ma da Te solo... (diario, 15-5-1945).

Talvolta il fuoco che sento nel mio cuore pare non si spenga più. Che voglio e che debbo fare? Neppure io lo so. Voglio salvare il mondo; voglio che questo fuoco si estenda sulla terra e raggiunga tutti i cuori. Mi pare di andare pazza a battere alla porta di tutti, per invitarli ad abbandonare il peccato, ad amare solo Gesù. Devo vedere, devo far nascere un mondo nuovo, un mondo puro, un mondo di cielo. Devo soffrire e agonizzare per lui; devo morire nelle te­nebre per dare luce. E cammino in fretta verso di esse: mi spinge l'amore, soltanto l'amore. Vi sono sempre in me gli sguardi che non mi appartengono: oltre che attrarre, legano fortemente a sé. Che confusione per me! Anche il sorriso delle mie labbra non è mio. Mi pare un sorriso che ha braccia per abbracciare eternamente e balsamo per guarire ogni piaga. Non so cosa avvenga in tutto il mio corpo. Ciò che vi è in esso non mi appartiene. Questi legami, tenerezze, dolcezze e amore non riguardano me, non vi è nulla che si possa attri­buire a me. Questo corpo non è mio, questa vita neppure. Tutto si svolge nelle mie tenebre. Se io sapessi esprimermi! Se io sapessi mostrare tutto quanto provo per il bene delle anime e per la gloria del mio Gesù, cesserei di essere vittima... Vedo tutto quanto mi aspetta. Vado come pecora muta che non sa dire. Vedo l'ingratitudine, il sangue che devo spar­gere, il calvario e la morte. Sento le anime che devono essere bagnate nel sangue. Fisso i miei occhi al cielo: venga qualunque cosa, devo dare il Cielo al mondo; devo comprarlo con la moneta della mia sofferenza. Stamattina nella Comunione, sentendomi più unita a Gesù, ho osato chiedergli: - Se non ti reco dispiacere, dimmi cosa significano le scosse e i soprassalti che mi hai fatto sentire. - No, figlia mia, non mi fai dispiacere; domandami tutto ciò che desideri. Le scosse sono quelle delle nazioni che stanno ponendo termine alla guerra di ambizione, mentre agonizzano nel loro cattivo comportamento. Sei e sarai la loro vittima. Per mezzo tuo e della Madre mia benedetta hanno avuto la pace. Quante scosse hanno sentito i loro governanti! Hanno prefe­rito la morte alla umiliazione. I soprassalti riguardano la mia divina causa. Ti faccio sen­tire ciò che sentono i suoi nemici e i suoi amici. I nemici provano in sé rivolta e rimorsi; non vogliono cedere, non sanno che fare. Gli amici soffrono nel vederti soffrire senza poterti aiutare. Ma beati coloro che ho associato alla tua sofferenza, al tuo martirio, perché li amo... (diario, 17-5-1945).

Non vi è sulla terra gioia più grande che il soffrire per Lui Benedirò il Signore In questo mese benedetto consacrato a Mammina ho ricevuto un'altra prova: altre spine che si sono conficcate nella piaga del cuore, sempre sanguinante, impeden­dole così di cicatrizzarsi. Di tanto in tanto viene esacerbata violentemente. Benedirò sempre Gesù e Mammina, ma confesso che, senza le forze del cielo, mi sarei disperata e sarei morta...

Con loro ho vinto e vincerò sempre... Sono come una colomba, a becco aperto, che batte le ali, sul punto di perdersi senza aver dove posarsi. Ho sete di luce, ho sete di conforto. Poiché sulla terra mi sbarrano ogni via, o Gesù, o Mammina, lasciatemi entrare nei vostri Cuori amantissimi. Anche se non sento nulla, lascia­temi almeno la certezza che vivo in Loro: li, nei vostri Cuori, sarò libera da odii e persecuzioni; sarò certa che Vi amo e non Vi offendo. Oh, se il mio corpo potesse avvolgersi nelle tenebre per non essere più visto né ricordato, come nelle tenebre fu av­volta la mia anima! Così morirei, così non si parlerebbe più di me, come desidera il mio arcivescovo. È con tutto l'amore che io accetto i suoi ordini ed obbe­disco `. In me non è sorta la più piccola ombra di odio contro di lui né contro i suoi collaboratori. Al contrario, ho sempre detto così: - Mio Gesù, abbi compassione di loro, non com­prendono e non conoscono le sofferenze di un'anima. - Potessi, o Gesù, prostrarmi davanti a Te, a mani alzate; sapessi ringraziarti per queste prove! - Col cuore sanguinante di dolore, non potei con le labbra recitare il « Magnificat », ma lo feci mentalmente. - Dammi forza, o Gesù, per soffrire. Non condannarmi Tu: la sentenza degli uomini a null'altro serva se non a darmi maggior martirio. Gli uomini mi hanno preparato la sofferenza di oggi per rendermi più simile a Te e perché Ti fossi più unita sul cam­mino del calvario... I miei sguardi continuano a non essere miei. Fissano con tenerezza questo o quell'altro cuore che maggiormente si lascia compenetrare da loro tanto pieni di dolcezza e di amore. Ma non si rivolgono verso tutti alla stessa maniera: è la rispon­denza dei cuori che fa meritare quanto questi sguardi rac­chiudono. Ho tanto da dire in proposito! Sono molti coloro che vorrei attrarre ed abbracciare a me! Che è questo, mia Gesù? È sempre la mia croce... - Ti amo tanto, figlia mia! Ho reso te simile a Me e il tuo calvario al mio. Abbi coraggio!... Sei ricca di Me: è per questo che i tuoi sguardi attirano, hanno tenerezze, dolcezze, attrattive, amore. E’ per questo che il tuo sorriso ha mitezza, ha tutto ciò che è del cielo. Non vivi tu, vivo Io. Sono mezzi di salvezza e di richiamo per le anime. Non è vero, figlia mia, che durante la mia vita, nel mio Calvario, avevo due vite, l'umana e la divina? Anche in que­sto sei simile a Me: nel tuo calvario hai anche la vita divina: è Cristo che vive in te. Non temere... Le mie meraviglie in te non rimarranno occulte, devono brillare: sono gloria mia, sono salvezza per le anime. Tutto sarà scritto, mia maestra in scienze divine, tutto sarà conosciuto nel libro della tua vita. Sei l'eroina dell'amore, l'e­roina del dolore... - Tornai alle tenebre ed al mio dolore, ma ardendo sempre nella sete di consolare il mio Gesù e salvare il mondo. Non vi è sulla terra gioia più grande che il soffrire per Lui (diario, 18-5-1945).