In nessun anno mi sono sentita presente a Fatima nel giorno 13 maggio
come quest'anno. Non so il perché: il mio cuore si scioglieva e si
scioglie ancora in ringraziamenti a Mammina. Passo colà molto tempo.
Voglio amarla, lodarla e ringraziarla sempre per la pace tanto
desiderata. È forse per questo che Gesù mi ha tanto unita alle
manifestazioni della Conca di Iria e mi ha fatto sentire l'entusiasmo e
le preghiere fervorose di tanti cuori riconoscenti. Sia benedetto Dio!
Ed Egli continui a dare alla terra la sua pace divina e non tardi a
darla alle nazioni che ancora non l'hanno, perché il suo regno si
estenda su tutta l'umanità: regni soltanto Lui... Ringrazio senza un
barlume di luce, ringrazio schiacciata sotto un cielo dì tenebre. Il
cielo sta per riversarsi sulla terra e io sto attraversando mondi e
mondi di quelle tenebre spaventose. Il peso del cielo di tenebre mi
obbliga a penetrare in questi mondi: ne ho tanti da attraversare! Sono
mondi sotto mondi, tutto è per me. Vado come chi va verso il martirio;
cammino come chi cammina verso la morte. Il mio martirio, la mia morte,
sono queste tenebre che mi tolgono la vita per non ridarmela più. Di
momento in momento mi sento sempre più atterrita e stanca per tanta
oscurità. Vado come chi scende in un pozzo senza fondo, pozzo che porta
all'incontro con la morte. Sento che morirò sola e senza luce, il cuore
teme e sanguina di dolore, ma non cessa di benedire il Signore. Solo la
povera natura è spaventata; la volontà è salda: è come abbracciata a
Gesù e alla croce per non lasciarla più. Non vedo, ma confido; non
sento, ma credo: Gesù e Mammina non mi abbandonano e mi verranno
incontro all'ultimo momento... ... Da alcuni giorni sento nei miei
occhi uno sguardo che non mi appartiene. Non è uno sguardo malizioso,
non uno sguardo del demonio, come alcune volte ho sentito nelle lotte
con lui. La differenza è più di quella che vi è tra il cielo e la
terra. Questo sguardo è tenero, ha dolcezze e fascini, ha amore. Questo
sguardo attira e penetra dappertutto, dà luce: è come uno specchio nel
quale tutto si riflette, al quale nulla si può nascondere. Questo
sguardo è come un proiettile che raggiunge tutti. Vede dentro e fuori,
vede tanto con gli occhi aperti come chiusi, vede tutto e non so cosa
abbia in sé che attira. Sento che questa attrazione investe il mio
cuore che io apro con tutta dolcezza perché accolga tutto ciò che vuole
entrarvi! Questo sguardo ha pure chiavi che chiudono; sono chiavi che
servono solo nel cuore; che chiudono al sicuro solo ciò che questo
sguardo attrae a sé. Mio Dio, non so esprimere meglio i miei
sentimenti, non so chiarire di più ciò che avviene in me. Mi disfo in
amore, bontà, tenerezza.
Che ricchezza sento in me! E nulla di ciò mi appartiene. Mio è il
dolore generato da questi sentimenti. Temo e tremo. Mio Gesù, non
permettere che tutto questo nasca da me, ma da Te solo... (diario,
15-5-1945).
Talvolta il fuoco che sento nel mio cuore pare non si spenga più. Che
voglio e che debbo fare? Neppure io lo so. Voglio salvare il mondo;
voglio che questo fuoco si estenda sulla terra e raggiunga tutti i
cuori. Mi pare di andare pazza a battere alla porta di tutti, per
invitarli ad abbandonare il peccato, ad amare solo Gesù. Devo vedere,
devo far nascere un mondo nuovo, un mondo puro, un mondo di cielo. Devo
soffrire e agonizzare per lui; devo morire nelle tenebre per dare
luce. E cammino in fretta verso di esse: mi spinge l'amore, soltanto
l'amore. Vi sono sempre in me gli sguardi che non mi appartengono:
oltre che attrarre, legano fortemente a sé. Che confusione per me!
Anche il sorriso delle mie labbra non è mio. Mi pare un sorriso che ha
braccia per abbracciare eternamente e balsamo per guarire ogni piaga.
Non so cosa avvenga in tutto il mio corpo. Ciò che vi è in esso non mi
appartiene. Questi legami, tenerezze, dolcezze e amore non riguardano
me, non vi è nulla che si possa attribuire a me. Questo corpo non è
mio, questa vita neppure. Tutto si svolge nelle mie tenebre. Se io
sapessi esprimermi! Se io sapessi mostrare tutto quanto provo per il
bene delle anime e per la gloria del mio Gesù, cesserei di essere
vittima... Vedo tutto quanto mi aspetta. Vado come pecora muta che non
sa dire. Vedo l'ingratitudine, il sangue che devo spargere, il
calvario e la morte. Sento le anime che devono essere bagnate nel
sangue. Fisso i miei occhi al cielo: venga qualunque cosa, devo dare il
Cielo al mondo; devo comprarlo con la moneta della mia sofferenza.
Stamattina nella Comunione, sentendomi più unita a Gesù, ho osato
chiedergli: - Se non ti reco dispiacere, dimmi cosa significano le
scosse e i soprassalti che mi hai fatto sentire. - No, figlia mia, non
mi fai dispiacere; domandami tutto ciò che desideri. Le scosse sono
quelle delle nazioni che stanno ponendo termine alla guerra di
ambizione, mentre agonizzano nel loro cattivo comportamento. Sei e
sarai la loro vittima. Per mezzo tuo e della Madre mia benedetta hanno
avuto la pace. Quante scosse hanno sentito i loro governanti! Hanno
preferito la morte alla umiliazione. I soprassalti riguardano la mia
divina causa. Ti faccio sentire ciò che sentono i suoi nemici e i suoi
amici. I nemici provano in sé rivolta e rimorsi; non vogliono cedere,
non sanno che fare. Gli amici soffrono nel vederti soffrire senza
poterti aiutare. Ma beati coloro che ho associato alla tua sofferenza,
al tuo martirio, perché li amo... (diario, 17-5-1945).
Non vi è sulla terra gioia più grande che il soffrire per Lui Benedirò
il Signore In questo mese benedetto consacrato a Mammina ho ricevuto
un'altra prova: altre spine che si sono conficcate nella piaga del
cuore, sempre sanguinante, impedendole così di cicatrizzarsi. Di tanto
in tanto viene esacerbata violentemente. Benedirò sempre Gesù e
Mammina, ma confesso che, senza le forze del cielo, mi sarei disperata
e sarei morta...
Con loro ho vinto e vincerò sempre... Sono come una colomba, a becco
aperto, che batte le ali, sul punto di perdersi senza aver dove
posarsi. Ho sete di luce, ho sete di conforto. Poiché sulla terra mi
sbarrano ogni via, o Gesù, o Mammina, lasciatemi entrare nei vostri
Cuori amantissimi. Anche se non sento nulla, lasciatemi almeno la
certezza che vivo in Loro: li, nei vostri Cuori, sarò libera da odii e
persecuzioni; sarò certa che Vi amo e non Vi offendo. Oh, se il mio
corpo potesse avvolgersi nelle tenebre per non essere più visto né
ricordato, come nelle tenebre fu avvolta la mia anima! Così morirei,
così non si parlerebbe più di me, come desidera il mio arcivescovo. È
con tutto l'amore che io accetto i suoi ordini ed obbedisco `. In me
non è sorta la più piccola ombra di odio contro di lui né contro i suoi
collaboratori. Al contrario, ho sempre detto così: - Mio Gesù, abbi
compassione di loro, non comprendono e non conoscono le sofferenze di
un'anima. - Potessi, o Gesù, prostrarmi davanti a Te, a mani alzate;
sapessi ringraziarti per queste prove! - Col cuore sanguinante di
dolore, non potei con le labbra recitare il « Magnificat », ma lo feci
mentalmente. - Dammi forza, o Gesù, per soffrire. Non condannarmi Tu:
la sentenza degli uomini a null'altro serva se non a darmi maggior
martirio. Gli uomini mi hanno preparato la sofferenza di oggi per
rendermi più simile a Te e perché Ti fossi più unita sul cammino del
calvario... I miei sguardi continuano a non essere miei. Fissano con
tenerezza questo o quell'altro cuore che maggiormente si lascia
compenetrare da loro tanto pieni di dolcezza e di amore. Ma non si
rivolgono verso tutti alla stessa maniera: è la rispondenza dei cuori
che fa meritare quanto questi sguardi racchiudono. Ho tanto da dire in
proposito! Sono molti coloro che vorrei attrarre ed abbracciare a me!
Che è questo, mia Gesù? È sempre la mia croce... - Ti amo tanto, figlia
mia! Ho reso te simile a Me e il tuo calvario al mio. Abbi coraggio!...
Sei ricca di Me: è per questo che i tuoi sguardi attirano, hanno
tenerezze, dolcezze, attrattive, amore. E’ per questo che il tuo
sorriso ha mitezza, ha tutto ciò che è del cielo. Non vivi tu, vivo Io.
Sono mezzi di salvezza e di richiamo per le anime. Non è vero, figlia
mia, che durante la mia vita, nel mio Calvario, avevo due vite, l'umana
e la divina? Anche in questo sei simile a Me: nel tuo calvario hai
anche la vita divina: è Cristo che vive in te. Non temere... Le mie
meraviglie in te non rimarranno occulte, devono brillare: sono gloria
mia, sono salvezza per le anime. Tutto sarà scritto, mia maestra in
scienze divine, tutto sarà conosciuto nel libro della tua vita. Sei
l'eroina dell'amore, l'eroina del dolore... - Tornai alle tenebre ed
al mio dolore, ma ardendo sempre nella sete di consolare il mio Gesù e
salvare il mondo. Non vi è sulla terra gioia più grande che il soffrire
per Lui (diario, 18-5-1945).