MaM
Messaggio del 2 aprile 2011:Cari figli, con amore materno desidero aprire il cuore di ciascuno di voi ed insegnarvi l’unione personale con il Padre. Per accettare questo dovete comprendere che siete importanti per Dio e che Egli vi chiama singolarmente. Dovete comprendere che la vostra preghiera è il dialogo di un figlio con il Padre, che è l’amore la via per la quale dovete incamminarvi, l’amore verso Dio e verso il vostro prossimo. Questo è, figli miei, un amore che non ha confini, è un amore che nasce nella verità e va fino in fondo. Seguitemi, figli miei, affinché anche gli altri, riconoscendo la verità e l’amore in voi, vi seguano. Vi ringrazio!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Pensare solo a Lui, parlare solo di Lui, soffrire tutto per Lui

« Vorrei dirle tante cose e non posso. Gesù e Mammina le dicano per me. Le facciano comprendere quanto soffre la mia anima, affinché lei abbia compassione di me, implori e faccia implorare che dal cielo mi venga tutta la grazia e la forza di cui ho bisogno.

Quante ansie, tristezze, amarezze, quanto sfinimento nella mia povera anima! Tutto ciò che faccio che possa disgustare Gesù è involontario. Vorrei soffrire tutto con la maggior per­fezione e con il più grande amore; non vorrei ferire Gesù.. Piuttosto l'inferno, migliaia di volte. Ma, padre mio, le dico con la massima franchezza e verità: voglio e non posso; non trovo in me nulla di bene, di virtuoso, nessun amore per Gesù; sono miseria, soltanto miseria. Come sarei contenta se amassi il mio Gesù e potessi dargli soltanto amore! In tutta questa mia miseria che sento rimangono unicamente le ansie e una volontà fortissima di non voler vivere se non per Gesù, parlare solo di Lui, pensare solo a Lui, soffrire tutto per Lui. Creda, padre, questa è la realtà; non faccia come me cui pare di non credere a ciò che dico. Il demonio ne combina di quelle!... Mi fa soffrire tanto! Quanto è cattivo! Non so nulla di lei, ma sento che soffre, e non solamente per la proibizione di confessarmi. Questa sofferenza e tutte le altre di cui io sono causa, sebbene involontariamente, costitui­scono il calvario cui feci riferimento... A tutta la comunità il mio ringraziamento e i saluti. Grazie della lettera scritta con tanta bontà e piena di parole confor­tanti e stimolanti. Quando potrà venire a Balasar? Ho alcune lettere cui rispondere, ma non lo faccio senza un suo consiglio... (lettera a d. Umberto, 9-4-1945).