... Sentii che Qualcuno con amore pazzo, con amore di Madre, andava di
strada in strada, cieca di dolore, per vedere dove poteva incontrarmi.
Il frastuono era spaventoso.
Rivestita con una veste da re, ma per scherno, mi posero in mano una
canna. Quale barbarie contro di me! Erano moltissimi coloro che
gareggiavano a inventare tormenti per maltrattarmi con maggior
crudeltà. Lungo il cammino del Calvario era tutto un urlare ed uno
schiamazzare dietro a me: non erano grida di dolore ma di odio e di
ingiuria. Ma vi era Chi piangeva e si affliggeva per me, Chi voleva
consolarmi, darmi sollievo e curarmi le piaghe. Questo Qualcuno mi
causava ancor più dolore: era un dolore unito al mio dolore, era un
dolore che non poteva addolcire il mio. La Mammina... quanto ha
sofferto con Gesù! Sul Calvario e sulla croce era Lui con Lei un solo
Cuore, un'anima sola, un solo dolore, un solo amore. Gesù abbandonato,
Mammina abbandonata nel vedere suo Figlio in tale stato. Se il mondo
conoscesse e comprendesse questo, non peccherebbe. Gesù era in croce,
ma era dentro al mio cuore.
Al grido « Padre mio, perché mi hai abbandonato? » diceva nel suo
Cuore: - Guarda, o mondo, in che stato mi hai ridotto con le tue
cattiverie. - Lo sentii affidare la sua Anima all'eterno Padre. Con
quale gioia lasciò il suo santissimo Corpo e fu ricevuta in cielo! Già
in unione con il mio Gesù, Lo vidi in croce, ma dentro di me, a
spargere il resto del preziosissimo Sangue del suo divin Cuore già
aperto e, infine, gocce d'acqua. Mi disse: - Il peccatore indurito ed
impazzito per le passioni è lontano da Me, molto lontano... Vieni,
figlia mia, dal tuo Gesù a ricevere la medicina, la vita e la luce per
condurlo a Me... - O Gesù, solo con la luce del tuo divino Amore io
posso dargli luce. Ho sete, tanta sete di darti anime, tutte le anime.
- La tua sete è la mia: saziamela... - ... (diario, 16-3-1945). «
Comprendano la mia vita divina nelle anime ». ... Venne Gesù a dirmi: -
Gli uomini sono lontani, molto lontani dal comprendere la mia vita
divina nelle anime, e questo è causa di grande dolore al mio Cuore
divino. Ecco perché è tanto piccolo il numero delle anime riparatrici,
di coloro che giungono alla santità nella sua perfezione.
È grande il numero delle anime chiamate, ma tanto esiguo quello delle
anime perseveranti e fedeli all'invito divino. Sai perché? Perché sono
pochi i miei discepoli i quali comprendono questa vita divina; sono
pochi che le sanno guidare e sostenere fino a che arrivino a Me. Ad
alcune tagliano le radici; le buttano a terra e sovente hanno gravi
cadute... Altre dalla loro malizia sono portate per vie sbagliate.
Altre le condannano, dicendo che è falso ciò che è reale, o che è umano
ciò che è divino.
... Come potranno essere salvati i peccatori? Come potrà salvarsi l'umanità? -
- Mio Gesù, solo Tu lo sai: pensaci Tu ed abbi compassione degli uni e degli altri. -
O vittima delle anime, il grande rimedio, il miglior rimedio sta nelle
tue mani e non nelle mie: accetti le sofferenze che sto per
chiederti?... - Accetto tutto, ma desidero udire da Te la promessa che
non mi abbandonerai un solo momento e che non permetterai che io Ti
offenda o per sfinitezza o per scoraggiamento... - ... Non verrò a
parlarti al venerdì e nei primi sabati. Non terminerà la tua passione;
anzi sarà più dolorosa; sarà davvero più completa. Resterai peggio dei
ciechi che non conobbero la luce: essi non la videro mai, ma credono
che esiste; tu resterai come se non credessi in nulla. Avrai bisogno di
assistenza e di chi ti affermi sempre che la luce esiste, che i tuoi
cammini sono i miei... Io, anche se nascosto, insieme alla mia Madre
benedetta, non ti abbandono mai...
È la tua ultima fase, e la più dolorosa. Oh, che agonia sarà la tua...
Dopo di questo, immediatamente, giungerai al cielo. Quanto sarà
meravigliosa la tua morte! Avverrà nella più grande agonia, ma anche
colma del più grande amore... Per chi mi offri le ultime sofferenze? -
Per tutto quanto è Volontà divina: voglio soltanto questo. - Mia amata,
voglio che tu mi offra una parte di esse per i sacerdoti, affinché
abbiano luce divina e comprendano la mia Vita nelle anime, la
posseggano sempre più per comprenderla sempre meglio; non abbiano
altra vita se non la Mia. Per coloro che non la comprendono, affinché
la studino, perché, non avendola studiata né compresa, non tentino
spegnere la luce ed estinguere quella stessa Vita. Quindi per quelli
che mi offendono gravemente. L'altra parte delle tue sofferenze offrila
per il mondo intero, perché ti appartiene: te l'ho affidato... -
(diario, 23-3-1945).
« Ti lodo per la tua fedeltà » (Momenti della Passione)
... Sento la perdita di Gesù e di tutte le creature. Sono sola, senza
nessuno, nessuno per me... Non posso pensare che Gesù tralascerà di
parlarmi: non posso resistere. Mi è di tormento il dover scrivere
quanto avviene nella mia anima, mi sono di tormento i colloqui con
Gesù, per il timore di me stessa, di introdurvi qualcosa di mio; ma che
sarà di me quando Gesù si nasconderà per davvero? Se avessi volontà per
scegliere, preferirei i colloqui e il dover scrivere tutto, anche
giorno e notte senza pausa, se fosse possibile. Soffro perché Gesù
viene a parlarmi e soffro orribilmente perché tralascerà di farlo.
Quando? Non lo so: ecco la schiava del Signore! Mio Dio, quando e come
vorrai! Sii con me! ... Oggi fu un giorno di grandi ricordi, di tristi
anniversari: tre anni di digiuno e senza la mia amata crocifissione
[fisica] ! Piansi di nostalgia per le due cose. Ma la mia anima era in
pace, contenta delle disposizioni ed attenzioni tenere di Gesù... Mi
colarono lacrime lungo le guance, che aumentarono la mia pena temendo
con esse di averlo rattristato. - Mio Dio, le lacrime non sono di
disperazione; sono lacrime di amore e di rassegnazione. Mi conformo con
la Tua volontà. Con questo dolore e queste nostalgie posso pensare e
sentire più al vivo ciò che sono le tue ansie, la tua fame delle anime
e il dispiacere che Ti causa la loro perdita... - ... (diario,
27-3-1945).
Il mondo fugge da me; non so come riuscire ad attrarlo. Muoio di fame e
di sete per lui... Vorrei dire e mostrare l'amore di Gesù per i suoi
figli; non lo so mostrare, non lo so dire, ma so sentirlo e
comprenderlo... Il mondo fugge da me, il mondo si perde e non lo posso
impedire: nel vederlo correre verso l'abisso, verso la perdizione,
cado a braccia aperte, cado sfinita. Ho dato tutto e non ho evitato la
sua perdita. Mi sento in lotta con la morte; l'ora non è ancora giunta;
le sofferenze avrebbero già dovuto farmi morire.
È notte e l'anima sente come non mai che è notte di amore: la notte
santa. Gesù sta per partire e vuole rimanere fra noi. Che vincoli di
amore partono dal suo Cuore verso i cuori di coloro che Gli sono cari!
Che ansie di andare e di rimanere! Il mio cuore sperimenta tutto
questo: io sono pane, sono vino, sono ostia, sono tabernacolo. Che
notte feconda, che notte bella! Scesero gli angeli ad adorare questo
grande mistero... (diario, 29-3-1945).
... La mia anima ed il mio corpo hanno avvertito che mi conducevano
legata e che alcuni, spinti dalla manifestazione di una moltitudine
formata dalla feccia più vile, si prendevano beffe di me e mi
condannavano a morte.
I miei orecchi udivano le parole « muoia, sia condannato! » scandite
all'unisono. Che urla! Presi la croce, caddi parecchie volte; ad ogni
passo stavo per spirare. Cadevo e su di me rimaneva la croce. Non per
compassione, ma per timore volevano qualcuno che la portasse. Vi fu chi
la prese, non per amore, ma per ordine avuto. Ciononostante, sentii che
il mio cuore gli dispensò tanto amore. Che grande ricompensa!